I piccoli frutti hanno assunto un’importanza notevole non solo per le centinaia di aziende che coltivano i piccoli frutti e le ciliegie di montagna come attività esclusiva o prevalente, ma anche per le piccole aziende part-time delle valli trentine e in particolare della Valsugana. La produzione di piccoli frutti in Trentino ammonta a 120 mila quintali di prodotto annuo, con un fatturato di circa 50 milioni e un’estensione di circa 500 ettari quasi tutti coltivati in copertura.
Sono molti i problemi vecchi e nuovi che riguardano le diverse fasi della coltivazione ed è per questo che è importante il supporto della ricerca e della sperimentazione effettuata dalla Fondazione Mach. Ogni anno a marzo i risultati delle prove sperimentali, sia nel campo della difesa sia nel campo dell’agronomia, vengono presentati ai produttori trentini nel corso della giornata tecnica dedicata ai piccoli frutti organizzata dal Centro Trasferimento Tecnologico della Fondazione Mach e ormai giunta alla decima edizione. Gli argomenti presentati quest’anno hanno riguardato il controllo dei principali fitofagi, la distribuzione dei prodotti fitosanitari nelle strutture di coltivazione, la ricerca di substrati alternativi alla torba per la coltivazione di fragola in fuori-suolo e la corretta gestione della raccolta del mirtillo. Il convegno aperto dal dirigente del Centro Maurizio Bottura, è stato moderato da Tommaso Pantezzi, responsabile dell'Unità piccoli frutti olivo e ortofloricoltura e del Dipartimento Innovazione nelle produzioni agrarie e zootecniche.
Piccoli frutti e Drosophila suzukii
Cattive notizie dal consueto monitoraggio sull’insetto alieno, che ha avuto un livello straordinario di sopravvivenza invernale nettamente superiore rispetto alla media storica, a causa dell’inverno mite. La popolazione adulta documentata nella fase estivo-autunnale, del 23 pur rimanendo importante, è risultata però complessivamente inferiore alla media. Gli attacchi registrati sulle colture suscettibili (ciliegio, fragola e piccoli frutti) sono stati elevati, con un aumento di frutti infestati di circa il 20% rispetto all’annata precedente per tutte le specie coltivate, a eccezione della fragola. Sono emersi tuttavia segnali che lasciano intravedere cambiamenti soprattutto nei rapporti con il suo principale nemico naturale, il parassitoide esotico Leptopilina japonica, accidentalmente introdottosi in provincia di Trento e ritrovato solamente pochi anni fa, nel 2019.
La dinamica delle catture in fase estiva sembra assumere infatti sempre più un andamento sinusoidale, tipico di situazioni nelle quali opera un organismo utile nel tentativo di riportare in equilibrio la popolazione del suo ospite principale, D. suzukii. I dati della parassitizzazione ottenuti dalla raccolta e incubazione di campioni di frutta nel corso degli ultimi 3 anni testimoniano una relazione inversa tra popolazione adulta di D. suzukii e grado di parassitizzazione soprattutto nelle prime fasi dell’estate.
Al 3°anno di rilasci sul territorio di un altro parassitoide alloctono, Ganaspis brasiliensis, i dati raccolti testimoniano la capacità di svernamento di alcuni adulti, un consolidarsi di nuclei di insediamento in alcuni siti di introduzione ed un aumento sia del numero di campioni dai quali sono emersi individui del parassitoide, sia del numero di individui sfarfallati.
Novità sull'Antonomo della fragola
L’intensa attività di ricerca sull’Antonomo della fragola (Anthonomus rubi) è proseguita anche nel 2023, a Drena, nell’impianto di fragola fortemente infestato dove dal 2019 si sta seguendo l’evoluzione dell’infestazione.
Il 2023 è stato caratterizzato da un’entità del danno sui frutti inferiore all’anno precedente, con il picco a fine agosto. Nel 2023 si è voluto approfondire il ruolo dei parassitoidi autoctoni. La loro presenza è stata nettamente superiore alle annate precedenti, raggiungendo una parassitizzazione media tra il 30 e il 50%, con valori molto più elevati in alcuni campioni. Si è assistito anche ad un aumento del numero di specie osservate rispetto al 2022. Ciò fa auspicare il raggiungimento in tempi brevi di una condizione di equilibrio biologico nell’azienda studio, pesantemente colpita dal fitofago negli anni passati.
E’ stato testato un nuovo insetticida a base di cyantraniliprole (Benevia® (Cyazypyr®) - FMC Agro Italia Srl. Il prodotto ha dimostrato una notevole rapidità nel manifestare la sua efficacia, rilevata già nel controllo due giorni dopo il trattamento.
Aggiornamento sulla biologia dell’eriofide del rovo
Nel corso degli ultimi anni il settore dei piccoli frutti sta affrontando la recrudescenza dei danni causati dall'eriofide della mora (Acalitus essigi), insetto che causa tipici sintomi di decolorazione delle drupeole, per via di cambiamenti nelle pratiche agronomiche e/o della sempre più marcata crisi climatica. Per queste motivazioni, nel corso delle ultime stagioni produttive i tecnici e gli sperimentatori della FEM hanno indagato quali cause possano essere alla base di tali fenomeni, al fine di comprendere quali possano essere le migliori strategie di gestione integrata per porvi rimedio. A oggi, un approccio integrato che comprende sia una tempestiva potatura post raccolta, sia un’accurata applicazione degli interventi di difesa è la strategia migliore per contenere l’avversità.
Valutazione di substrati organici per fragola fuori suolo
Il substrato nel fuori suolo è un elemento fondamentale per la corretta riuscita della coltivazione. Numerose colture, la fragola fra queste, trovano nella torba le condizioni ottimali anche per costi e operazioni di preparazione relativamente contenuti.
Negli ultimi anni, però, la sostenibilità della torba viene messa sempre più in discussione. Nel contempo sono nate e cresciute delle realtà che mirano al recupero e alla trasformazione di prodotti, o sottoprodotti, di derivazione domestica o industriale per produzione e sfruttamento in altri ambiti quali quelli energetici e, agrari. Dal compostaggio dei rifiuti domestici, dalla biodigestione dei reflui zootecnici o dalla cippatura dei residui arborei, si ottengono dei materiali organici dalle caratteristiche fisico-chimiche più dissimili.
Tempestività di raccolta e conferimento
Lo studio condotto da Fem, nel 2023 in Val di Non, ha evidenziato l’importanza della tempestività di consegna del mirtillo dal campo al centro di conferimento.
I tempi incidono sui parametri qualitativi (durezza, contenuto zuccherino, acidità) e sullo stato sanitario (presenza di marciumi, muffe e cracking) dopo 30 giorni di conservazione in atmosfera controllata. Dopo 5 ore il calo del peso è stato del 4,49% determinando una significativa perdita economica per l’agricoltore. Anche durante la conservazione, le tesi conferite a distanza di 4 ore dalla raccolta hanno mostrato una progressiva riduzione della durezza e maggiore comparsa di muffe, marciumi e cracking.