Con l’approvazione pressoché unanime dei soci, via libera all’unione tra Società Frutticoltori Trento (Sft) e La Trentina.
Una soluzione positiva in un contesto difficile
Si è conclusa positivamente il percorso di costruzione di un terzo polo della frutticoltura trentina organizzata oltre alle op Melinda e La Trentina. Il progetto era partito con grandi prospettive cominciando dal fatto che la cooperativa frutticola di Trento sud, nata dalla SOA di Aldeno, ha progettato e costruito un magazzino con le più moderne attrezzature di sale di lavorazione e celle frigo per 400 mila quintali (la produzione prevista dai soci di quel momento). Poi una serie di scelte sbagliate, come l’adesione a una Op romagnola e non solo, hanno generato liquidazioni per i soci non soddisfacenti e la situazione è precipitata. Con la fuga di alcuni soci maggiori e la presenza di quelli con conferimenti inferiori ai 200 mila quintali, il risultato è stato che le spese generali e di gestione si sono ripartite su metà produzione diventando insopportabili. Poi l’indebitamento con il conseguente obbligo di cedere uno degli stabilimenti della cooperativa a Volano per salvare la società dai debiti.
Questo in breve la storia che si è conclusa sotto l’attenta regia della Federazione della cooperazione e di Melinda e il supporto il costante sostegno della Giunta Provinciale che ha portato alla fusione come detto fra la Trentina e la Sft.
L'aggregazione è sempre la scelta vincente
Dopo questi due passaggi fondamentali, nascerà una nuova realtà nel mondo frutticolo trentino, la “nuova” La Trentina che all’interno del sistema Apot rappresenterà una delle due facce del mondo melicolo cooperativo trentino, con circa un milione di quintali di frutta conferita.
I presidenti delle due società, Danilo Brida e Rodolfo Brochetti, hanno espresso soddisfazione per il risultato e il direttore generale di Melinda-La Trentina-Apot Luca Zaglio, ha affermato che questa «è un’iniziativa fondata su una visione comune che ci ispira a pensare e ad agire come sistema a tutti i livelli della filiera, ed ancora il piano industriale approvato si colloca nel solco di una visione comune, e potremo rafforzare ulteriormente la nostra strategia agendo sempre di più come soggetto unitario». Anche fra i soci è ritornato un certo ottimismo, anche perché la Sft ha una forte produzione di mele biologiche che puntano a un rilancio.
La fusione porterà ad una produzione complessiva di 600 mila quintali ed un fatturato di oltre 50 milioni.
La soddisfazione del presidente Simoni
Il presidente della Cooperazione trentina Roberto Simoni ha espresso la propria soddisfazione per un percorso che alla vigilia appariva niente affatto scontato.
«Grazie alla responsabilità e disponibilità di tutti i soggetti coinvolti, soci in primis, siamo arrivati al momento conclusivo delle assemblee di approvazione. Ringrazio tutti i soggetti che hanno fatto la loro parte, coordinati dalla Federazione, Promocoop trentina spa, Cooperfidi, Apot, e la Provincia autonoma che ha attivato con grande disponibilità gli strumenti a disposizione per favorire le condizioni della fusione.
Non è un punto di arrivo ma di ripartenza, da oggi nasce una grossa realtà imprenditoriale del mondo frutticolo che saprà realizzare gli investimenti e le iniziative richiesti da un mercato internazionale sempre più esigente. E questo è stato reso possibile dall’impegno di un sistema e da una lavoro di squadra».