Sono trascorsi 36 anni dalla 1a giornata nazionale del drenaggio. Realizzata a Diamantina di Ferrara il 19 Luglio del 1980 con “Terra e Vita” come promotore e l’Aida (Associazione italiana drenatori agricoli) come organizzatore.
In quell’occasione migliaia di agricoltori videro per la prima volta all’opera le macchine posadreni. Fu una manifestazione, a detta di tutti, davvero riuscita.
Per un caso fortuito, era piovuto abbondantemente nei giorni precedenti (pioveva in estate anche allora…) dopo pochi minuti dal momento in cui le macchine posavano i tubi da drenaggio questi cominciarono a emungere l’acqua in eccesso rendendo immediatamente visibile la loro efficacia. Era, per molti, la prima volta che vedevano il drenaggio sotterraneo volgere il suo compito.
Si ha un ricordo duplice di quella manifestazione. Da una parte agricoltori entusiasti della tecnica del drenaggio che immaginavano i vantaggi che avrebbe potuto portare ai loro terreni la regimazione della falda, l’eliminazione delle scoline, la semplificazione nelle lavorazioni. Dall’altra gli scettici, che si domandavano se i tubi sarebbero durati nel tempo senza intasarsi e se il drenaggio non asciugasse troppo i terreni. In ogni caso lo consideravano inadatto al loro tipo di terreno. In un qualche modo, ognuno aveva bisogno di fare il suo atto di fede…
Migliore attività biologica
Da allora, in fondo, la situazione non è cambiata di molto.
Nonostante la quasi totalità dei drenaggi fatti in questi 7 lustri (decine di migliaia di ettari) sia ancora perfettamente funzionante e le colture realizzate abbiano sempre prodotto di più, c’è ancora chi non crede alla sua efficacia. Il drenaggio resta qualcosa di nascosto, di sotto terra, come se non lo fossero anche le fondazioni di una casa.
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