
Fra qualche settimana gli agricoltori dell’area occidentale della provincia di Taranto avranno bisogno di acqua per irrigare le colture, in primo luogo uva da tavola e ortive, ma ancora non si sa se, come e quando partirà la nuova stagione irrigua. È la preoccupazione dell’Area Due Mari Taranto-Brindisi di Cia Agricoltori Italiani di Puglia, così espressa dal presidente Pietro De Padova: «La crisi idrica si da sempre più seria. Negli invasi l’acqua scarseggia e le temperature a breve si alzeranno. Abbiamo bisogno di risposte certe altrimenti la stagione irrigua 2025 rischia di saltare in aria e con essa salterebbero reddito e sacrifici dei nostri agricoltori e di migliaia di lavoratori agricoli».
Crisi idrica, urgono lavori di manutenzione

Il territorio occidentale della provincia di Taranto, che per l’approvvigionamento idrico dipende in gran parte dalle dighe di San Giuliano e di Monte Cotugno della vicina Basilicata, ha vissuto nel 2024 una difficile stagione irrigua, ma De Padova teme che quest’anno possa andare addirittura peggio.
«Abbiamo chiesto per tempo la pianificazione per la prossima stagione irrigua. Ma che cosa è stato fatto finora per scongiurare una nuova crisi idrica che rischia di coinvolgere anche l’approvvigionamento potabile, certamente prioritario rispetto a quello destinato all’uso irriguo? Qualche mese fa avevamo sollecitato il completamento di lavori indispensabili di manutenzione straordinaria alla diga di San Giuliano a seguito del crollo l’anno scorso di una galleria, in assenza dei quali la Puglia rischierebbe anche quest’anno di non poter utilizzare nemmeno il 50% dell’acqua presente in quella diga, di cui, lo ricordiamo, è comproprietaria. A completare il solito quadro, che descriviamo ogni anno denunciandolo in ogni sede competente, ci sono la mancanza di pulizia dei canali, la scarsa manutenzione degli impianti e l’atteggiamento antidemocratico di alcuni gestori dell’acqua in Basilicata».
Cia Due Mari chiede azioni risolutive e immediate

Il direttore di Cia Due Mari Vito Rubino auspica che si faccia tesoro degli errori commessi nel recente passato.
«Vogliamo una campagna informativa costante e rispettosa di tutti gli agricoltori del Tarantino che hanno il diritto di conoscere, prima di mettere a dimora le piante e avviare investimenti sulle colture, la quantità d’acqua presente negli invasi e quella a disposizione. Fra l’altro non abbiamo notizie delle riparazioni necessarie alla condotta “Paoloni”, che corre parallela al canale adduttore, utile al trasporto dell’acqua dal fiume Tara fino al territorio di Ginosa, dotando l’impianto di sollevamento del fiume di una pompa adeguata alle esigenze di prelievo e di spinta dell’acqua. Ovviamente, per consentire un prelievo costante durante tutta la stagione irrigua è necessario che venga previsto fin da subito la pulizia delle erbacce e delle alghe presenti nella zona di prelievo dell’acqua del fiume Tara. Chiediamo alle istituzioni di intervenire con azioni risolutive e di farlo subito. Non c’è tempo da perdere, sul reddito dei nostri agricoltori, oggi più che mai, è vietato scherzare. Quando e in che modo partirà la nuova stagione irrigua? In ballo c’è il futuro di migliaia di aziende agricole e di lavoratori del settore».












