Esasem è una società per azioni a capitale totalmente italiano con sede a Casaleone, in provincia di Verona. Produce e commercializza sementi orticole professionali.
Terra e Vita ha chiesto ai dirigenti Esasem quale ruolo abbia l’industria sementiera nell’ambito dell’innovazione in orticoltura. Il ruolo delle aziende sementiere, hanno risposto, «è fondamentale per l’innovazione delle produzioni vegetali. Il seme costituisce il punto d’inizio dello sviluppo della pianta e nel seme vi è racchiuso tutto il potenziale genetico per un perfetto sviluppo e una produzione ottimale. Da tutti i semi può germinare una qualsiasi pianta ma solo da un buon seme si può ottenere quel risultato che soddisfa le aspettative dal produttore al consumatore. Se parliamo d’innovazione dobbiamo infatti considerare quanti importanti e fondamentali risultati si sono ottenuti grazie al miglioramento genetico delle specie vegetali».
Quali sono i caratteri da ricercare con il miglioramento genetico?
«Limitandoci alle orticole e considerando gli ultimi 20 anni dobbiamo evidenziare i caratteri che garantiscono una “long shelf life” al pomodoro da mensa al melone, ecc., la resistenza ai nuovi virus, l’aumento delle rese produttive per fertilità, dimensione e omogeneità, l’incremento dello sviluppo vegetativo che protegge il frutto dalle avversità atmosferiche o la diversificazione delle tipologie e dei cicli produttivi per soddisfare una maggiore platea di consumatori. Questi caratteri sono solo un esempio tra le numerose innovazioni apportate grazie alla genetica e alla produzione sementiera derivante. Il miglioramento genetico può e deve essere perseguito per rispondere alle numerose problematiche (o ai nuovi bisogni) che inevitabilmente sorgono nel futuro».
In quali specie orticole è maggiormente specializzata la vostra azienda?
«Dalla sua nascita Esasem investe capitali, risorse umane e impegno nella ricerca varietale. I nostri programmi di miglioramento varietale sono concentrati in due fondamentali famiglie di specie orticole. La famiglia delle solanacee con il pomodoro, il peperone e le melanzane, e la famiglia delle cucurbitacee con l’anguria, il melone e lo zucchino. La profonda conoscenza del settore e la grande professionalità di ogni suo collaboratore hanno fatto sì che Esasem sia distributore esclusivo di Sakata Vegetables Europe, azienda multinazionale giapponese con più di 100 anni di attività nella ricerca, produzione e commercializzazione di varietà orticole e leader mondiale nelle brassiche».
Quali aspetti vengono tenuti in maggiore considerazione quando si ricercano nuove varietà di specie orticole?
«Gli aspetti relativi alla quantità sono stati per anni dominanti nelle priorità della ricerca varietale. L’obiettivo era di permettere al produttore un livello produttivo che gli garantisse un reddito soddisfacente. Attualmente le priorità si sono spostate sugli aspetti qualità. Sulla qualità del prodotto orticolo i caratteri spaziano dagli aspetti estetici, ossia l’impatto del prodotto agli occhi del consumatore, sino agli aspetti interni legati al livello di contenuto delle sostanze presenti nel prodotto orticolo. Ad esempio parliamo di grado zuccherino nel melone, nell’anguria, ecc. o del livello di lycopene o di solidi solubili (grado brix) nel pomodoro. Si tratta pertanto dell’applicazione del marketing moderno al prodotto orticolo: raggiungere gli obiettivi produttivi attraverso la soddisfazione del consumatore. Tuttavia avendo i programmi di ricerca convenzionale una durata pluriannuale essi sono inevitabilmente proiettati nel futuro».
Quali aspetti saranno ricercati nel futuro?
«Nel futuro un ruolo fondamentale sarà assunto dalla nutraceutica, ossia l’ottimale presenza sui prodotti orticoli di sostanze naturali che prevengono o ci difendono da determinate patologie. In sintesi mangiare la verdura per godersi la vita».
Quali sono le esigenze dei produttori e quali quelle della grande distribuzione?
«In sintesi l’esigenza del produttore è di ricavare un reddito che paghi i costi di produzione, compensi il suo lavoro e gli garantisca un margine per poter reinvestire nei miglioramenti strutturali, producendo volumi quantitativi e livelli di qualità che soddisfino il mercato. Anche per quanto riguarda la grande distribuzione le problematiche economiche contingenti implicano esigenze di controllo dei costi e ottimizzazione delle fasi operative. Il prodotto orticolo è indubbiamente fondamentale ma la sua gestione è particolarmente delicata. L’esigenza della grande distribuzione nei confronti dell’ortaggio è di ridurre al minimo scarti da conservazione o da manipolazione. Fondamentale è la qualità del singolo prodotto: deve essere pulito, sano, omogeneo e disponibile nelle quantità e nella qualità che soddisfi il consumatore. Anche sul gusto e sul sapore molti operatori iniziano a essere particolarmente attenti».
L’innovazione riguarda solo l’orticoltura professionale o anche quella hobbistica?
«L’innovazione in orticoltura non riguarda solo il mondo professionale ma anche l’orto familiare. Sta costantemente crescendo il mercato generato dall’appassionato della coltivazione dell’orto. Questa passione ha molteplici risvolti positivi sia sostanziali che psicologici: l’autoproduzione degli ortaggi freschi, l’attività fisica, il risparmio economico, la certezza nella salubrità del prodotto. Nei confronti di questo mercato in espansione l’azienda sementiera deve offrire varietà che garantiscano una sufficiente rusticità, ossia resistenza ai patogeni e agli stress climatici. Non di meno il prodotto deve avere sapore e gusto ben caratterizzato. Inoltre vengono valutate ottimali le varietà che, grazie alla scalarità della maturazione, ampliano il periodo di raccolta».