Un settore che, dal punto di vista della comunicazione, sembra vivere un momento di estrema vitalità. I numeri però raccontano storie diverse: se da una parte il vino è al centro delle tendenze tra i millennials, dall’altra la produzione sta vivendo un momento difficile. Per l’Italia, in attesa dei dati ufficiali delle dichiarazioni di produzioni, valgono le stime elaborate da Ismea-Uiv che attestano i volumi intorno ai 40 milioni di ettolitri con il peggior decremento rispetto ai Paesi sopra citati (-26%). Il primo effetto di questa minor produzione è stato la repentina impennata dei prezzi, soprattutto nel segmento dei vini comuni. Tra agosto e dicembre 2017, infatti, i listini dei vini sono cresciuti nel complesso del +21% rispetto all’anno precedente, a fronte della crescita del +8% del totale del comparto.
Vino, export trainante
Storie diverse, dicevamo. Si, perché se la produzione scende l’export traina il settore. A confermarlo le elaborazioni dell’Ismea su dati Istat. Da gennaio a dicembre dello scorso anno sono stati esportati 21,4 milioni di ettolitri di vini e mosti, con un aumento del 4% sullo stesso periodo dell’anno precedente.
Il valore dell’export italiano ha sfiorato i 6 miliardi di euro nel 2017 con un incremento più che proporzionale (+6,4%) rispetto ai volumi, a dimostrazione che anche il valore medio dei prodotti italiani consegnati oltre frontiera si è mosso su terreno positivo. A trainare le esportazioni sono stati soprattutto gli spumanti Dop, con il sistema Prosecco che ne rappresenta quasi il 70%. Altro segmento in trend positivo è quello dei vini comuni, soprattutto sfusi, che nel 2017 ha recuperato parte delle quote di mercato perse precedentemente.
Un comparto centrale
La filiera vitivinicola si conferma quindi essere un comparto centrale per l’Italia, soprattutto nell’export, oltre ad essere un settore in continua evoluzione e che investe in ricerca nella produzione. Investimenti che vengono supportati da istituti specializzati e che conoscono il mercato: tra chi ha dedicato un’area di business specializzata al settore agricolo anche Banca IFIS Impresa con “Credito Agricolo”.
«La forte competenza nel settore e nelle dinamiche creditizie, assieme a prodotti sviluppati ad hoc e a un team di professionisti di livello ci permettono di supportare le aziende nelle necessità creditizie più diverse, dall’anticipo Pac al finanziamento del circolante, fino al leasing e a soluzioni individuali per beneficiare dei fondi Ue per l’agricoltura» ha detto Luca Bigatti, responsabile Credito agricolo di Banca Ifis Impresa.
Per informazioni:
BANCA IFIS