Si è concluso ieri a Washington il tradizionale appuntamento biennale che riunisce, una volta in Europa e una volta nel continente americano, le organizzazioni agricole e cooperative di Unione europea, Stati Uniti, Canada e Messico.
In questo momento storico l’incontro ha dimostrato, se ce ne fosse ancora bisogno, che le politiche commerciali protezionistiche o per lo meno conservative della nuova amministrazione americana, hanno conseguenze immediate nel resto del mondo, impedendo a volte lo sviluppo di accordi commerciali nuovi e mettendo a rischio quelli esistenti.
L’Unione europea è chiaramente uscita dal radar delle priorità americane, con l’amministrazione Trump impegnata soprattutto in un difficile negoziato di aggiornamento del NAFTA (l’accordo di libero scambio tra Messico, USA e Canada). Significativi gli intrecci che una rinuncia a questo accordo avrebbe delle conseguenze per alcuni partner commerciali. Come significative le parole del Presidente dell’organizzazione agricola messicana alla domanda su come sarà l’agricoltura messicana tra due anni: “dipende dal NAFTA”!
Il TTIP non è stato praticamente nemmeno menzionato, anche se emergono possibili spiragli di una riapertura dei dialoghi nei prossimi mesi, se saranno superati i contrasti ideologici su alcuni elementi essenziali quali le indicazioni geografiche e gli standard produttivi europei, troppo rigidi e poco basati sulla scienza (nella visione d’oltre oceano).
Molti sono stati gli argomenti dibattuti durante la due giorni di Washington, oltre alle questioni commerciali. Si sono discusse le prospettive di sviluppo del settore, che registrano un tratto comune: la continua diminuzione dei redditi degli agricoltori e le difficoltà di assicurare un budget adeguato alle politiche agricole.
Si è parlato anche della necessità di lavorare per creare un quadro comune e basato sulla scienza per lo sviluppo delle nuove tecnologie, del ruolo degli agricoltori all’interno della catena del valore e di come migliorare i rapporti di forza e le partnership tra i diversi anelli della filiera, e come rispondere meglio alle sollecitazioni dei consumatori per finire con l’importanza delle politiche fiscali e del loro impatto sui redditi, sul commercio e sull’eccesso di regolamentazione.
L’appuntamento è tra due anni in Europa: due anni mai cosi lunghi e pieni di ombre all’orizzonte, a partire dalla Brexit, dal bilancio UE e dal rinnovo istituzionale per quanto riguarda l’UE, per finire all’evoluzione dell’amministrazione Trump, che già tra un anno sarà chiamata alla prima verifica elettorale con le elezioni di medio termine della Camera.