Nonostante l’avvio di settimana sia stato movimentato sui mercati cerealicoli internazionali a causa della decisione della Russia di sospendere la propria adesione all’accordo per il passaggio delle esportazioni ucraine attraverso il Mar Nero, decisione poi rientrata nella mattinata di mercoledì 3, nel mercato italiano i prezzi delle principali materie prime destinate all’alimentazione zootecnica non hanno registrato variazioni significative, appesantiti da una domanda tutt’altro che vivace. Unica eccezione continua ad essere rappresentata dalla farina di girasole, con un nuovo rialzo settimanale sia per il girasole integrale nazionale, a causa della ridotta disponibilità di merce sul mercato, che per il girasole proteico estero, in attesa dell’avvio della nuova annata. Sostanziale stabilità per le altre proteoleaginose e per il complesso dei cereali foraggeri. Con la festività del 1° novembre la settimana ha visto l’assenza di rilevazioni in alcune Borse Merci nazionali.
La soia rallenta
Nel mercato dei semi oleosi, i prezzi dei semi di soia di origine nazionale quotati a Bologna hanno ceduto 3 €/t rispetto all’ultima settimana di ottobre, scivolando sui 610-615 €/t (franco partenza). I valori attuali si confermano in lieve calo (-1,6%) rispetto alla scorsa annata. Leggero segno “meno” anche per la soia di provenienza estera, attestata in una forbice compresa tra i 615 €/t e i 643 €/t (franco arrivo), un livello che rimane più alto del 25% rispetto ad un anno fa. Sui mercati esteri, la settimana ha messo in evidenza, invece, un deciso rialzo delle quotazioni futures alla Borsa di Chicago, salite sui 14,50 dollari per bushel (pari a 536 €/t), il 4,6% in più rispetto alla settimana precedente. A sostenere le quotazioni sono state principalmente le incertezze climatiche (siccità) che permangono sulle prossime semine in Sudamerica e la domanda di oli di semi per usi energetici.
Farina di girasole, in un mese e mezzo +60€/t
Tra le farine proteiche, avvio di novembre caratterizzato da un’ulteriore crescita dei prezzi all’ingrosso della farina di girasole. In particolare, per il girasole proteico estero si conferma una tendenza al rialzo in atto ormai dalla seconda metà di settembre: nell’arco di un mese e mezzo i prezzi hanno guadagnato quasi 60 €/t, riportandosi sui 410-415 €/t a Bologna (franco arrivo), livello che nel mercato si registrava a fine aprile. Su base annua, il rincaro è del +29%.
Farina di colza, stabilità sulle piazze
Nessuna novità, invece, nei listini della farina di colza, stabili su tutte le principali piazze di scambio (397-402 €/t a Bologna). I prezzi attuali mantengono uno scarto positivo rispetto a dodici mesi fa, con un rialzo del +20% circa.
Per orzi, sorgo e grano tenero aumenti a due cifre su base annua
Assenza di variazioni nei listini settimanali dei cereali foraggeri. Statici, ma sempre su livelli sostenuti, gli orzi (334-339 €/t a Bologna) e il sorgo nazionali (349-353 €/t), entrambi in crescita del 24% su base annua. Lieve segno “più” per il grano tenero foraggero (+1,50 €/t a Bologna, 375-378 €/t, franco arrivo), che nel confronto con lo scorso anno cresce del +17%.