Caseari, Grana ancora in recupero
Con l’apertura del mese di novembre la tendenza del mercato dei due formaggi grana a denominazione si mantiene ancora su un livello di scambi che viene definito buono, o nella norma, sulla maggior parte dei centri di contrattazione. Per il Reggiano Dop i listini hanno mostrato incrementi oscillanti tra i 10 ed i 20 centesimi/Kg su tutte le piazze. Su base tendenziale si registra per la varietà 12 mesi un differenziale negativo del 6,4%, mentre per il 24 mesi la variazione tendenziale risulta del -7,1%. Buono anche l’andamento del Padano Dop che ha continuato a rafforzare i propri valori pari a 10 centesimi per le varietà più stagionate, mentre la varietà 4-12 mesi riesce a spuntare 20 centesimi in più rispetto a sette giorni fa.
Per gli altri formaggi monitorati non si segnalano variazioni di rilievo come per il segmento dei burri, con prezzi oramai fermi da molte settimane. Per contro, riguardo la crema di latte si registrano ulteriori erosioni nei listini sulla piazza di Milano pari a 6 centesimi (1,72 euro al chilo).
Spostando l’attenzione sulla materia prima, emerge una flessione del latte spot che ha evidenziato un calo medio prossimo all’1,4% portandosi a 34,50 euro/100 kg a Lodi e a 35,50 euro/100 kg a Verona.
Bovini, in calo quelli da ristallo
Nella prima settimana del mese si assiste ad una rinnovata contrazione dei prezzi degli animali da ristallo. I baliotti sono quelli che presentano i maggiori cali, registrati con particolare enfasi sulle piazze di Vicenza e Cremona dove i listini perdono più di dieci punti percentuali. Anche i vitelli da ristallo mostrano una leggera contrazione (-0,33% variazione congiunturale), mentre le vitelle restano stabili.
Anche per i bovini da macello il mercato appare in sofferenza per i quali a causa delle recenti restrizioni in alcune zone viene segnalato un notevole calo degli ordini ai macelli e quindi della domanda di vivo. Accusano flessioni le manze (-1,57%) determinati da contrazioni nei prezzi sulle piazze di Vicenza, Cremona e Cuneo. Scambi rallentati anche per le vacche (-3,72%), dove le piazze più coinvolte dai cali risultano Vicenza, Reggio Emilia, Cremona, Carmagnola, Cuneo e Milano. Accusano ribassi anche i vitelli (-3,78%) e in misura minore i vitelloni (-0,66%).
Le flessioni indicate per vivo non si riflettono per il momento sui prodotti macellati scambiati all’ingrosso, salvo per quanto riguarda la carne di bovino adulto che cede nel complesso il -2,87% per via delle flessioni riscontrate su Milano e Modena.
Avicunicoli, bene i polli
Nel corso della quarantacinquesima settimana dell’anno vediamo una buona impostazione dei prezzi di molti prodotti del comparto avicunicolo. Si registrano recuperi nei prezzi di diversi animali vivi scambiati all’origine come polli, galline e tacchini, mentre si mantengono invariate le quotazioni di alcuni prodotti il cui consumo risulta meno diffuso, come anatre, faraone e piccioni. Nello specifico il buon andamento degli scambi dei polli vivi si misura in un recupero del +1,37% su base media nazionale, grazie alla buone performance di entrambe le categorie evidenziate sulle piazze di Verona, Padova e Perugia. A detta degli operatori la domanda appare nel complesso buona, nonostante la chiusura del canale HoReCa, sostenuta soprattutto dal consumo domestico. Anche per le galline le dinamiche mercuriali presentano ancora recuperi, anche se meno incisivi rispetto alla precedente di calendario, facendo lievitare i listini medi +2,27% su base settimanale.
Le uova di gallina intraprendono, dopo un lungo periodo di stabilità, una prima timida ripresa nei valori che grazie ai recuperi su Padova, Treviso e Verona hanno guadagnato nel complesso un +1,8% sulla precedente di calendario mantenendo su terreno positivo il differenziale su base annua (+0,2%).
Suini, male quelli da macello
L’intonazione del mercato suinicolo volge stabilmente verso la flessione, special modo per i suini da macello con un’offerta abbondante in volumi a fronte di una domanda stabile. Alla stessa stregua anche riguardo ai suini da allevamento si evidenzia una significativa tendenza flessiva con un’offerta decisamente superiore alla domanda.
La chiusura anticipata di bar e ristoranti si riflette sull’andamento dell’industria di trasformazione, che attraversa una congiuntura di crisi. Relativamente al mercato all’ingrosso entrambi i segmenti che lo compongono sono fortemente caratterizzati da un’indicazione verso il calo sia quelli destinati al consumo che quelli destinati all’industria di trasformazione. Tendenzialmente stabili le cosce fresche per crudo.
Olio, l'evo perde terreno
Il mese di novembre si è aperto con quotazioni in flessione per l’extravergine nazionale.
Dopo prime quotazioni del nuovo prodotto in forte rialzo, questa settimana, si è evidenziata una contrazione dei listini di circa il 3% che ha fatto fermare il valore medio nazionale a 4,52 euro al chilo.
Prosegue invece una lieve crescita per i listini dell’olio vergine che si sono attestati a 2,73 euro al chilo rispetto ai 2,69 di sette giorni fa. Situazione del tutto analoga per il lampante che spunta un +1%.
Sul mercato all’ingrosso situazione sostanzialmente stabile con qualche lieve progresso per le quotazioni medie dell’olio raffinato di oliva.
In lievissima crescita anche i listini medi degli olii raffinati di semi di arachide e girasole.
Vini senza sussulti
Nessuna variazione di rilievo nel mercato dei vini comuni nazionali. Per il prodotto bianco dopo un iniziale rialzo delle quotazioni nel mese di settembre, il mese di ottobre ha visto quotazioni in lieve ribasso dalla metà del mese. Quotazioni che ad oggi restano stazionarie.
Situazione opposta per i vini rossi comuni che a settembre avevano manifestato una flessione media dei valori registrati che si è andata via via attenuando riportando i valori dell’ultima settimana di ottobre e della prima di novembre su livelli più alti.
Senza variazioni rilevanti le produzioni ad indicazione geografica e a denominazione di origine.
I prezzi dei prodotti agricoli del 9 novembre 2020
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