Caseari, le materie grasse tornano a correre
La 50esima settimana di calendario non ha mostrato eclatanti novità sul fronte delle quotazioni dei due formaggi grana a denominazione. Gli scambi si sono mantenuti buoni e sui medesimi livelli delle scorse settimane.
Per il Parmigiano Reggiano Dop i listini di tutte le varietà rimangono immobili sui precedenti valori in tutte le principali piazze. Il Grana Padano Dop, invece, pur ricalcando sulla maggior parte delle piazze i prezzi di sette giorni fa, ha fatto registrare un aggiustamento al rialzo, riguardante il solo valore minimo e la stagionatura più giovane sul centro di scambio di Cremona.
Congiuntura nuovamente positiva per le materie grasse e i burri. Dopo una settimana di quotazioni invariate, è ripreso l'aumento rilevante di tutte le materie grasse e i burri. Sulle piazze emiliane e lombarde lo zangolato ha incrementato i prezzi di 10 centesimi, ad eccezione di Modena che rimane stabile. Della medesima entità anche i recuperi del burro Cee sulle piazze di Milano (5,23 €/kg) e Mantova (5,25 €/kg) e del pastorizzato a Cremona (4,50 €/kg).
Avicunicoli, l'aviaria fa impennare i listini
Il comparto degli avicoli conferma anche nel corso dell’ultima settimana una domanda attiva che mantiene il mercato in una situazione di squilibrio sempre più evidente. I focolai di aviaria hanno ridotto notevolmente l’offerta di prodotto proprio nel momento di maggior richiesta in vista delle prossime festività. I prezzi per tutti i prodotti mostrano spiccati aumenti su tutti i maggiori centri di scambio.
Il tacchino registra una dinamica sostenuta dei consumi di fesa e una contestuale tenuta di quelli relativi al taglio “secondario” delle cosce. Questa in condizioni normali sarebbe stata la loro settimana di punta. Tale positiva dinamica delle richieste, contestualmente ai rilevanti problemi sanitari che stanno interessando in primis questa tipologia di animali, sta rendendo l’eccesso di domanda sempre più pesante con conseguenti spiccati aumenti dei prezzi sia per il vivo che per le carni. Anche per polli, galline e faraone le richieste si confermano sostenute e malgrado i recuperi già messi in atto nelle scorse settimane i listini non arrestano la loro corsa ai rialzi. La richiesta di uova anche nel corso dell’ultima settimana è risultata buona sia a livello intermedio, che finale, con le quotazioni che continuano a salire in maniera rilevante. Per il coniglio i consumi sono stati buoni e i prezzi si mantengono invariati sui livelli raggiunti.
Ovini, mercato dinamico
L’andamento di mercato del comparto ovicaprino nazionale anche in questa settimana si mantiene piuttosto dinamico sul fronte degli scambi.
Sulle maggiori piazze monitorate, infatti, i prezzi degli agnelli e degli agnelloni sono in salita rispetto alla precedente ottava di rilevazione e in aumento se confrontati con quelli dello scorso anno. Per ciò che concerne il centro Italia, le quotazioni a peso vivo degli agnelli nazionali mostrano dei buoni incrementi; +12% a Firenze (4,65 €/kg.), +20,5% a Grosseto (5 €/kg.), +20,2% a Viterbo (5,35 €/kg.).
Nel mezzogiorno gli agnelli sia leggeri che pesanti mostrano buone performance sulle piazze di Foggia e Noci. Per ciò che riguarda il quadro del comparto nelle due isole maggiori gli scambi si mantengono stabili su tutte le principali piazze e con prezzi in tenuta rispetto alla scorsa settimana.
Suini, in evidente rialzo quelli da macello
Da un’analisi approfondita delle variabili insite nell’andamento congiunturale dei suini da macello si evince chiaramente un rialzo con due cifre fissate sui listini e un’offerta di capi pronti nazionali ed esteri stabile a fronte di un buon volume di richieste da parte della Gdo per le festività natalizie. Relativamente al mercato all’ingrosso in questa settimana sono avvenute discussioni in sede di formazione del prezzo che hanno portato, entrambe le categorie, a dichiarare il “non formulato”. Per quanto riguarda i suinetti da allevamento propendono per una tendenza al rialzo per tutte le pezzature di riferimento con un buon volume di richiesta da parte dei centri d’ingrasso.
Olio: leggeri cali per l'evo, salgono gli altri derivati
La terza settimana del mese di dicembre ha visto un lievissimo decremento delle quotazioni medie all’origine registrate per l’olio extravergine di oliva nazionale.
Il valore medio raggiunto è di 4,00 €/kg, la flessione è principalmente dovuta alle piazze calabresi che non vedono ancora stabilità nelle contrattazioni.
Si è invece registrata una crescita per l’olio vergine e per il lampante di oliva, che si sono attestati, rispettivamente, a 2,70 e 2,33 €/kg. In questo caso il rialzo è dovuto alle piazze del nord della Puglia.
Sul mercato all’ingrosso si è evidenziato un generalizzato aumento tanto per il raffinato di oliva quanto per quello di sansa che si sono portati a 3,07 e 1,68 €/kg.
In aumento anche gli oli di semi di arachide, che si fermano a 2,08 €/kg, e gli oli di semi di girasole che si portano a 1,55 €/kg. Stabile l’olio di semi di mais.
Vino, verso i brindisi delle feste senza sussulti
La penultima settimana del mese di dicembre ancora una volta mostra un mercato all’origine decisamente calmo per i vini comuni nazionali.
Le quotazioni medie dei vini bianchi restano fisse a 4,11 euro l’ettogrado, mentre quelle dei vini rossi non si spostano dai 4,54 euro l’ettogrado. Non si ravvisano modifiche sostanziali per i vini a indicazione geografica.