Prosegue senza sosta la corsa al rialzo dei prezzi delle materie prime mangimistiche. Le rilevazioni di inizio ottobre hanno messo infatti in evidenza nuovi rincari sia per i prodotti proteici (soia e colza su tutti) che per i cereali foraggeri. In particolare, la soia nazionale non ogm, replicando la tendenza già in atto sin dall’avvio dell’annata, ha registrato un ulteriore consistente incremento settimanale nei listini delle Borse Merci, beneficiando della limitata disponibilità di prodotto sul mercato. Restano orientati al rialzo anche i listini dell’orzo, del sorgo e del grano tenero foraggero.
Soia, la scarsa disponibilità fa impennare il prezzo
Grazie a una domanda che rimane superiore all’attuale offerta disponibile, si è assistito ad un nuovo aumento settimanale per i prezzi dei semi di soia nazionale no ogm. Alla Borsa Merci di Bologna i valori sfiorano ormai i 600 €/t (590-595 €/t, franco partenza). Il rialzo settimanale è stato di 30 €/t ed il rincaro rispetto ad un anno fa supera il +50%. I prezzi della soia estera ogm hanno mostrato invece una maggiore stabilità. A Bologna i valori sono rimasti invariati (512-514 €/t, franco arrivo) su base settimanale. Sui mercati esteri, nonostante la tensione che si registra attualmente nel comparto delle oleaginose, i prezzi hanno mostrato segnali di debolezza: alla Borsa di Chicago le quotazioni futures hanno chiuso la settimana sui 12,50 $/bushel (pari a 395 €/t), stabili di fatto rispetto alla settimana precedente, risentendo anche della progressione della raccolta negli Stati Uniti.
Colza di corsa verso quotazioni record
Tra i semi oleosi, corre verso nuovi record il prezzo dei semi di colza. La contrazione del raccolto mondiale, gli aumenti dell’olio di palma e i forti rialzi che stanno colpendo i mercati energetici hanno impresso un’ulteriore crescita alle quotazioni dell’Euronext di Parigi, attestate in chiusura di settimana sui 670 €/t (+3,6% su base settimanale).
Tra le farine proteiche si è invece rilevata una maggiore stabilità per le farine di soia, complice una maggiore disponibilità di prodotto sul mercato. A Bologna i prezzi all’ingrosso della farina proteica nazionale sono rimasti fermi sui 710-713 €/t (franco arrivo). Nessuna variazione anche per la farina estera (435-437 €/t, franco arrivo).
Orzo cercasi disperatamente
Anche il comparto dei cereali foraggeri è stato interessato da nuovi robusti incrementi. La ridotta disponibilità di merce, anche dall’estero, ha impresso diffusi aumenti ai prezzi dell’orzo. A Bologna i prezzi hanno guadagnato 10 €/t rispetto alla settimana precedente, superando la soglia dei 250 €/t. La crescita rispetto alla scorsa annata è ormai giunta a sfiorare il 50%. Peraltro, tensioni al rialzo si registrano anche nel mercato francese, dove il buon andamento dell’export verso la Cina ha fornito sostegno alle quotazioni.
Tornando al mercato italiano, ancora un segno “più” anche per il grano tenero foraggero. Alla Granaria di Milano il rincaro settimanale è stato di 9 €/t, con i valori saliti sui 265 €/t (franco arrivo). Più marcato il rialzo a Bologna (+15 €/t), dove le quotazioni si attestano attualmente sulla soglia dei 295 €/t (franco arrivo). Gli aumenti sono proseguiti anche per il sorgo nazionale, attestato a Milano sui 260-265 €/t (franco arrivo), in rialzo di 8 €/t rispetto alla settimana precedente.
I prezzi dei cereali e delle materie prime foraggere
nella settimana dal 4 al 9 ottobre 2021