Caseari, mercato sotto tono
Prosegue l’andamento sottotono per il mercato dei due formaggi grana a denominazione con il costante e progressivo calo dei listini su tutti i centri di scambio. Scambi calmi per il Parmigiano Reggiano Dop sia sulle piazze emiliane che lombarde, con erosioni dai 15 ai 20 centesimi su tutte le varietà. Unica e riuscire a mantenere stabili i valori è la piazza di Mantova. Per il Grana Padano Dop i cali nel corso della settimana vengono maggiormente mostrati per la varietà 4-12 mesi registrando una variazione congiunturale del -1,8%. Sul fronte delle materie grasse e i burri gli scambi si definiscono buoni con recuperi per lo zangolato pari a 5 centesimi al chilo su Parma, Milano e Mantova, mentre Reggio Emilia aggiunge 10 centesimi portandosi a 0,80 euro al chilo. Su Milano anche la crema di latte incrementa i propri corsi di 6 centesimi (1,66 euro al chilo), mantenendosi comunque al di sotto dei valori dello scorso anno.
Bovini, crescono i bovini da ristallo
Questa settimana si segnalano aumenti di prezzo dei bovini da ristallo. Infatti, gli allevatori che intendono pianificare una buona disponibilità di animali da macello da vendere per le festività natalizie stanno ora incrementando la domanda. I maggiori incrementi su base congiunturale vengono registrati sulle piazze di Cremona e Vicenza con i baliotti da ristallo di pezzata nera in recupero rispettivamente del 30,95% e del 17,5%. Sempre su Vicenza i pezzati rossi segnano un +7,55% rispetto alla scorsa settimana. Per quanto riguarda gli animali da macello si nota una stagnazione dei prezzi per tutte le categorie e le piazze rilevate, tranne per le vacche da macello che mostrano un andamento dicotomico. Mostrano flessione su alcune piazze e razze come quelle di razza chianina che perdono il -3,81 % su base media nazionale, quelle di frisona (- 4,82% su Forlì), marchigiana e maremmana che su Macerata e Grosseto perdono tra i tre e i quattro punti percentuali. Su altre piazze invece le vacche da macello danno segnali di recupero come la bruna, la frisona e la pezzata rossa su Vicenza, dove si notano recuperi compresi tra il +2,6% e il 3,6%. Scarse le dinamiche degne di nota per le carni fresche di bovino, che a livello nazionale medio perdono terreno in misura lieve.
Avicunicoli, recuperano le carni di pollo
Il mercato dei polli vivi scambiati all’origine questa settimana fa registrare una situazione di equilibrio, non mostrando variazioni di prezzo. Volatili minori come anatre e faraone mostrano una contrazione su base congiunturale, più marcata per le faraone (-2,13%) e più lieve per le anatre (-0,48%). Il mercato dei conigli fa registrare un aumento di prezzo per gli animali vivi scambiati all’origine (+4,76% su base media nazionale), collocandosi comunque su valori molto bassi. Tale aumento però non è corrisposto in egual misura da aumenti di prezzo sul macellato (+0,6% su base media nazionale). Il mercato delle uova fresche risulta ancora ribassista (-1,2% variazione congiunturale; +11,7% variazione tendenziale). Tali flessioni sono in parte conseguenza della scarsa domanda e si prevede che interventi sulla quantità offerta riportino l’equilibrio a breve. Per quanto riguarda le carni avicole, l’andamento è pressoché stabile per i polli, mentre accusano flessioni le carni di tacchino (-2,9%). La piazza di Milano mostra tuttavia un dato incoraggiante: le carni di pollo recuperano circa 10 centesimi al chilo, nello specifico i busti (2,30 euro al chilo) e gli eviscerati interi (1,90 euro al chilo).
Suini, la domanda resta debole
La crisi Covid incide sulle difficoltà registrate dalla filiera suinicola con i consumi in significativo calo e forti tensioni tra le controparti, che si rilevano nel segmento dei suinetti, che impediscono la regolare formulazione del prezzo (caso CUN). Il calo dei consumi fa in modo che persista sul mercato una quantità abbondante di prodotto finito a fronte di una domanda debole. Relativamente al mercato all’ingrosso si registra una stabilità sui listini sia quelli destinati al consumo sia quelli destinati all’industria.
Vino, le attenzioni sono per la prossima vendemmia
Il mese di giugno si è aperto senza variazioni significative nel comparto del vino nazionale. Qualche ritocco al ribasso si è registrato per i listini siciliani dovuto al normale andamento della campagna. Le attenzioni sono rivolte alle campagne per l’avvicinarsi della nuova vendemmia e ai lavori necessari del periodo. Nessuna variazione anche per i listini medi dei prodotti ad indicazione geografica e a denominazione di origine che risentono ancora della chiusura subita dal canale Ho.Re.Ca..
Olio, contrattazioni al rilento
La prima settimana del mese di giugno ha evidenziato qualche ritocco verso il basso per i listini medi degli oli extravergine di oliva. Sono state, in particolare, le piazze calabresi e quelle siciliane ad evidenziare questi assestamenti dei listini. Le contrattazioni procedono al rilento le scorte di prodotto continuano ad essere sufficienti e il mercato comincia a rivolgere l’occhio verso la nuova campagna. Lievi flessioni si non riscontrate anche per l’olio vergine calabrese, stabili, invece, i prezzi medi del lampante. Ferme le quotazioni dei raffinati di oliva e di sansa e dei principali oli di semi rilevati. Nelle campagne siamo al momento dell’allegagione e non si evidenziano situazioni anomale.
prezzi dei prodotti agricoli dell’8 giugno
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