Si torna a parlare del fenomeno El Niño, di siccità e possibili danni alle colture. Quale sarà l’impatto sul mercato?
Se l’entità fosse medio alta e si manifestasse nel periodo di massimo sviluppo vegetativo in Usa e Canada, le conseguenze sarebbero molto serie, al limite della carestia. Ma se il fenomeno fosse medio-basso e cadesse a ridosso della trebbiatura, il tutto potrebbe rientrare nella normale incognita climatica con limitato riflesso su rese e produzioni.
Comunque El Niño non è solo un fenomeno climatico, ma anche “mediatico” e forse questo aspetto è la vera grande incognita da monitorare. Come reagirebbero gli speculatori al tam-tam di bollettini agro-meteorologici sempre più allarmanti? Aspettererebbero di avere le prime evidenze di danni o, molto più probabile, cavalcarebbero la tigre del possibile disastro fino a provocare situazioni di panico e volatilità sulle borse a termine? A ben guardare l’andamento delle borse, i primi segnali di destabilizzazione si sono già visti e se il buon giorno si vede dal mattino, queste prime “nuvole” all’orizzonte potrebbero essere solo l’inizio di settimane e mesi di fibrillazione. Oggi il mercato è depresso e immobile e per chi specula El Niño potrebbe essere l’inaspettata soluzione.