Cereali, in calo entrambi i grani
Dopo l’incremento del prezzo all’origine franco azienda registrato nell’ultima settimana di giugno, la prima settimana del mese di luglio ha evidenziato una flessione piuttosto generalizzata sia del frumento duro che del frumento tenero.
Con particolare riferimento al frumento duro, il mercato non appare ancora ben definito: la flessione dei prezzi di questa settimana, infatti, è riferita a un raccolto caratterizzato al momento da un buon profilo qualitativo, ma le rese risultano lievemente inferiori alle attese; in tale contesto quindi gli operatori non prevedono ulteriori ribassi nel breve termine.
Per il frumento tenero sono ancora poche le quotazioni a disposizione e quelle presenti riguardano quantitativi limitati. Negli areali del nord del paese il mercato risulta calmo con richieste ancora limitate. Per i grani di forza le prime indicazioni sulle caratteristiche tecnologiche, relative sempre ai primi raccolti delle regioni settentrionali, evidenziano un livello proteico piuttosto contenuto.
Senza variazioni significative i prezzi medi del prodotto estero, una leggera tendenza flessiva si evidenzia esclusivamente per il tenero extracomunitario.
In calo i prezzi all’ingrosso delle farine di frumento tenero per le quali la domanda risulta limitata. Stabili le semole di frumento duro.
Caseari, stabili i prezzi dei principali prodotti
Nessuna particolare novità per ciò che concerne il mercato dei lattiero-caseari. Si consolidano i prezzi dei due formaggi grana a denominazione, su un livello di scambi piuttosto calmi e non soddisfacenti per gli operatori del mercato. I prezzi su tutte le piazze e per tutte le varietà monitorate rimango ancorati sui precedenti valori. Alla stessa stregua per le materie grasse e i burri le dinamiche di mercato hanno palesato una situazione di totale stabilità su tutti i centri di contrattazione, ad eccezione della crema di latte in calo di 2 centesimi sulla piazza di Milano (1,68 euro al chilo). Congiuntura flessiva anche per la materia prima, con i listini del latte spot in calo sia a Verona (35,50 euro al quintale) che Lodi (34,75 euro al quintale).
Bovini, vacche da macello in evidenza
Il mercato dei bovini da macello nel corso della settimana ha mostrato alcune movimentazioni nei listini soprattutto riguardo ai bovini adulti. Nel nord Italia si segnala per i vitelloni femmine e le vacche un aumento della domanda, soprattutto da parte dell’industria di trasformazione, non pienamente soddisfatta dall’offerta. I maggiori recuperi vengono registrati sul mercato di Milano dove le vacche da carne toccano 1,10 euro al chilo (+38% variazione congiunturale) e le razze varie sempre su quest’ultima piazza vengono scambiate a 0,63 euro al chilo (+26% variazione congiunturale). Seguono nei rialzi anche i mercati di Vicenza, Cremona e Padova. Andamento stabile su fondo cedente, invece, il mercato dei vitelloni. I bovini da allevamento e ristallo, eccezion fatta per la categoria dei vitelli da ristallo, risultano ancora in recupero.
Avicunicoli, i valori restano bassi
Nessun cambiamento di rotta, almeno nel breve periodo, per il mercato degli avicunicoli. Per i polli i listini tendono ad allinearsi intorno ai 0,93 centesimi al chilo, sia per i leggeri che per i pesanti, con un differenziane negativo di oltre il 16% rispetto ai valori della medesima settimana dello scorso anno, disattendendo la ripresa nei prezzi auspicata dagli operatori. Per le galline, il mercato sembra aver trovato un punto di equilibrio, con un’offerta di prodotto che riesce ad essere assorbita da una domanda seppure contenuta, sia sul fronte nazionale che estero, generando una stabilizzazione dei prezzi su livelli comunque molto bassi (-39% variazione tendenziale). Alla stessa stregua, per le anatre e le faraone i prezzi si mantengono ancorati sui medesimi valori della scorsa settimana, su tutti i centri di scambio. Dopo i continui ribassi delle scorse settimane le uova hanno rallentato la caduta, mostrando una congiuntura di totale stabilita e confermando un sostanziale equilibrio tra domanda e offerta.
Suini, la ripresa continua
Gli indicatori del mercato suinicolo volgono stabilmente verso l’aumento per quanto riguarda i suini da macello corroborata dalla leggera ripresa della domanda mostrata dagli agriturismi e dalle macellerie tradizionali. Relativamente ai suinetti da allevamento si conferma l’andamento stabile, ad eccezione delle taglie più pesanti trascinate verso l’aumento dall’andamento positivo dei suini da macello. Relativamente al mercato all’ingrosso si registrano movimentazioni soltanto sui listini dei tagli della carne suina per l’industria, mentre i tagli della carne destinata al consumo si confermano stabili.
Vino, nessuna novità
Permane la situazione stabile evidenziata già sette giorni fa sul mercato dei vini italiani.
Gli operatori del settore stanno orami rivolgendo l’attenzione alla nuova vendemmia e le contrattazioni sulla vecchia produzione sono ormai limitate.
Non si evidenziano novità significative sui listini medi rilevati sia per le produzioni comuni che per quelle ad indicazione geografica che a denominazione di origine.
Olio, mercato fermo
Nessuna novità di rilievo nel comparto olivicolo nazionale. Le contrattazioni proseguono a rilento e per quantità limitatissime, l’attenzione degli operatori è rivolta principalmente ai lavori in campagna.
Restano stabili le quotazioni medie rilevate sette giorni fa per l’olio extravergine di oliva, che si attesta a 3,40 euro al chilo.
Situazione analoga per il vergine e lampante che permangono, rispettivamente, a 2,22 e 1,49 euro al chilo.
Anche tra gli olii raffinati di oliva e di sansa non si registrano variazioni rilevanti sui listini medi rilevati.
Nel segmento dei raffinati di semi si evidenzia una lieve ripresa per i listini dell’olio di mais.
Sostanzialmente stabili anche i mercati esteri di Spagna e Grecia.
I prezzi dei prodotti agricoli del 6 luglio
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