Le ultime rilevazioni di marzo effettuate nelle borse merci nazionali hanno confermato ancora la fase di forte ribasso per i prezzi dei prodotti proteici, in particolare per la soia, condizionata sia dal rafforzamento dell’euro nei confronti del dollaro che da uno scenario globale segnato dalla produzione record del Brasile. Sembra invece rallentare la discesa per i cereali foraggeri, con dei primi segnali di stabilità in chiusura di settimana per l’orzo e il grano tenero. In calo il sorgo, ma in misura meno accentuata rispetto alle settimane precedenti. Tra i foraggi, stabili i prezzi dell’erba medica che restano comunque più alti del 20% circa rispetto allo scorso anno.
Prove di stabilità per l'orzo
L’ultima settimana di marzo si chiude con segnali di maggiore stabilità tra i cereali foraggeri. Sulla piazza di Bologna, dopo quattro ribassi settimanali consecutivi, il prezzo dell’orzo nazionale pesante fa segnare un invariato, confermandosi sulla soglia dei 240 €/t (franco arrivo). Rimane ampio il calo rispetto ad un anno fa, pari ad un -37%. Circa la prossima annata, intanto, le stime diffuse dal Coceral, l’associazione europea del commercio di cereali, prevedono per l’orzo un raccolto nell’Unione Europea in crescita del 2,1% rispetto al 2022, da 51,4 a 52,4 milioni di tonnellate.
Grano tenero, rispunta il segno "più"
Torna un lieve segno “più” nei listini del grano tenero ad uso zootecnico che a Bologna riguadagna la soglia dei 270 €/t (+2,50 €/t, franco arrivo). Il confronto con gli elevati livelli che si registravano dodici mesi fa restituisce una variazione negativa del -33%.
Sorgo sostanzialmente stabile
Si attenua la discesa per il prezzo del sorgo, che dopo il forte ribasso della settimana precedente perde a Bologna 2 €/t, attestandosi su un valore medio di 288 €/t (franco partenza).
Soia, ancora ribassi a doppia cifra
Perde ancora terreno la soia, con cali settimanali a doppia cifra sia per la soia di origine nazionale (-10 €/t a Bologna e prezzi sui 500-505 €/t) che di provenienza estera (-11 €/t, 515-528 €/t). Nonostante la forte contrazione dei prezzi accusata nelle ultime settimane (da inizio mese -46 €/t per la soia nazionale e -50 €/t per la soia estera), le stime del Coceral prospettano un raccolto in deciso aumento in Italia. La produzione passerebbe infatti dalle 800mila tonnellate del 2022 agli 1,2 milioni di tonnellate previsti per il 2023, grazie all’incremento di superfici e rese. Nelle scelte colturali degli agricoltori, dunque, le condizioni siccitose che stanno colpendo anche il nostro paese farebbero preferire la soia rispetto a colture quali riso e mais, per via delle minori esigenze idriche.
Farine proteiche, cali generalizzati
Tornando ai listini, il segno meno ha continuato a caratterizzare l’andamento delle quotazioni delle farine proteiche. Scende ancora la farina di soia proteica estera sulla maggior parte delle piazze nazionali (-25 €/t a Milano), sebbene in chiusura di settimana siano emersi dei segnali di maggiore stabilità a Bologna, con un timido rialzo (+5 €/t). I prezzi attuali mantengono un calo inferiore al 10% rispetto allo scorso anno. Nuovo ribasso settimanale, il terzo consecutivo, per la farina di girasole (-5 €/t a Bologna per il girasole proteico). Resta nell’ordine del -20% la flessione su base annua. Arretra anche la farina di colza (-5 €/t a Milano).