Gli aumenti osservati sulle principali piazze di scambio internazionali sono tornati a spingere verso l’alto i prezzi della soia di provenienza estera quotati nei listini delle Borse Merci nazionali. Le tensioni a livello globale sono legate all’evoluzione del raccolto negli Stati Uniti. Eventuali notizie negative sul raccolto nordamericano potrebbero impattare negativamente sul bilancio mondiale della soia, già attualmente segnato da scorte ai minimi delle ultime annate. Le quotazioni mondiali sono sostenute anche dagli elevati livelli raggiunti dagli oli di soia, saliti a inizio mese alla Borsa di Chicago ai massimi degli ultimi dieci anni.
Pochi movimenti si sono osservati invece nel mercato dei cereali foraggeri nazionali, dove l’attenzione degli operatori è rivolta di fatto ai nuovi raccolti. Per l’orzo, le stime della Commissione europea rilasciate a fine maggio indicano per l’Italia un output di 990mila tonnellate, in calo di circa 100mila rispetto al 2020.
Soia italiana non Ogm a 650 €/t
Torna a crescere il prezzo della soia Ogm di provenienza estera. Alla Borsa Merci di Bologna i valori si sono riportati sulla soglia dei 530 €/t (franco arrivo), registrando un progresso di 20 €/t su base settimanale. Si riporta oltre il 50% l’incremento rispetto all’annata scorsa. Prosegue intanto il rientro dei prezzi (nominali) della soia di origine nazionale, che a Bologna sono arretrati di 15 €/t, tornando sulla soglia dei 650 €/t, comunque in crescita di oltre il 70% rispetto ad un anno fa. Sui mercati esteri aumenti hanno interessato sia il mercato a termine di Chicago che le quotazioni spot della soia in partenza dal Sudamerica. In particolare, a Chicago le quotazioni hanno chiuso la settimana riportandosi vicino ai 16 $/bushel (15,83 $/bushel pari a circa 478 €/t).
Segno più anche per le farine
Segno “più” anche per i prezzi all’ingrosso della farina di soia. A Bologna la farina di soia proteica estera (Ogm) è tornata a superare i 400 €/t (408-410 €/t, franco arrivo). I prezzi attuali mantengono un’ampia crescita su base annua, pari al 24%. Pochi movimenti si sono rilevati invece nei listini della farina di girasole e della farina di colza. Per il girasole proteico si è registrato un incremento di 1 €/t alla Borsa Merci di Bologna (320-322 €/t, franco arrivo) mentre per la colza a Milano le quotazioni sono rimaste ferme a ridosso dei 380 €/t (375-378 €/t, franco arrivo). Per entrambe le proteoleaginose rimane sensibile l’aumento del prezzo rispetto allo scorso anno, compreso tra il +30 e il +40%.
Tra i cereali foraggeri, ormai non quotato sulla quasi totalità della piazze di scambio l’orzo nazionale, a fronte di un calo marginale per l’orzo comunitario quotato a Milano (-0,8% su base settimanale). Prezzi invariati anche per il grano tenero foraggero, stabile a Milano a ridosso dei 245 €/t (franco arrivo), e per il sorgo nazionale (247-251 €/t, franco arrivo).