Con Regio Decreto del 2 ottobre 1931 venne istituito L’Ente nazionale risi con «lo scopo di provvedere alla tutela degli interessi della produzione risicola nazionale agevolando la distribuzione e il consumo del prodotto e promuovendo ogni iniziativa rivolta al miglioramento della produzione».
L’ente elaborò subito un programma che prevedeva misure per la difesa del mercato, costruzione di impianti ad uso collettivo e realizzazione opere sociali per i lavoratori e le loro famiglie.
Una storia di successi
Il 2 ottobre, a 90 anni esatti dalla nascita, i responsabili dell'Ente Risi e tutti i suoi più stretti collaboratori si sono ritrovati presso il Centro di Ricerca a Castello D’Agogna (Pv) a festeggiare il successo della propria struttura che tanto ha dato alla risicoltura italiana e non solo.
«Il nostro scopo – ha ricordato il presidente dell’Ente Nazionale Risi Paolo Carrà aprendo la cerimonia – è migliorare le tecniche di coltivazione, fornire una buona assistenza tecnica, sviluppare la ricerca e soprattutto fare lobby nelle sedi appropriate».
Parola d’ordine: reciprocità
«Non esiste una filiera organizzata come la nostra – ha detto Carrà - ma non possiamo vivere sugli allori e il futuro richiede grande attenzione per continuare a crescere evitando le varie minacce che arrivano dal mercato come le importazioni dal Medio Oriente».
Nell’occasione Gian Marco Centinaio, sottosegretario alle Politiche Agricole, ha ricordato che, «per la sua valenza ambientale, la ricoltura è già dentro al Green Deal e al Farm to Fork e che l’Italia non deve puntare sulle grandi produzioni ma sulle produzioni di eccellenza, come il riso, che ci invidiano in tutto il mondo».
«Oggi siamo sotto attacco da parte del riso estero che però non ha le caratteristiche di sicurezza del nostro. Quello che oggi chiediamo è assoluta “reciprocità”, e quindi non è assolutamente tollerabile che il riso che importiamo sia prodotto con regole diverse e meno restrittive rispetto alle nostre».
Nuova sala polifunzionale
Il direttore dell’Ente Nazionale Risi Roberto Magnaghi ha ricordato che «l’Italia è il primo produttore europeo di riso, un primato di cui dobbiamo essere orgogliosi. E l’Ente Risi deve fare in modo che questo primato sia accompagnato da un’accurata gestione per sostenere e sviluppare la coltura».
Le celebrazioni sono poi continuate con l’inaugurazione di una sala didattica multimediale e polifunzionale per la promozione e la divulgazione del riso italiano. Ragazzi, studenti, ma anche gli stessi adulti, visitando questa struttura possono apprendere tutte le attività a cui si dedica l’Ente Nazionale Risi, dalle tecniche di coltivazione al miglioramento genetico, dalla precision farming alla gestione della risorsa idrica.
Sono quattro le aree in cui è divisa la sala polifunzionale: Educational Lab (didattica e apprendimento), Farm Lab (lavorazione del riso), Media Lab (che fa uso anche di realtà virtuale), Kitchen Lab (preparazione del prodotto per la tavola).
Il riso per immagini
Presentato anche il libro “Dal 1931 il riso italiano” di Livio Bourbon e Fabio Nale.
Il libro racconta, soprattutto per immagini, tutte molto suggestive, la storia della risicoltura italiana e di come l’Ente Nazionale Risi l’ha accompagnata in 90 anni, contribuendo a renderla un fiore all’occhiello del made in Italy agroalimentare.
Un disegno in campo celebrativo
E nel 90° anniversario della propria istituzione l’Ente Nazionale Risi ha voluto omaggiare il mondo del riso attraverso la complessa realizzazione di un disegno di riso in campo, appunto un “ris-egno”...
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