Si parla di un raccolto record in Russia e l’Europa farebbe meglio del 2016. Che prospettive per il grano?
R: Il fatto che in Europa le cose andassero meglio del 2016 e che alla fine le stime si siano confermate, è fattore positivo ma di per sé “normale” (l’anormalità fu il disastro francese del 2016 ..). Sul fronte Russo e altri stati di quella zona, si registra un costante (ormai cronico?) aumento di produzioni e offerta. È dato pensare che sia dal punto di vista delle rese/ha che della qualità tutto il settore produttivo abbia fatto passi da gigante e che paesi come l’Europa orientale e il cosiddetto Mar Nero siano ancora in fase di miglioramento agrotecnico. Detto ciò e senza l’incognita del clima (che negli ultimi anni è stato sempre favorevole) a supporto, l’influsso commerciale delle migliori produzioni Comunitarie (francese in primis) e di paesi come la Russia, condizioneranno il trend dei prezzi di campagna su tutte le piazze. Se aggiungiamo poi l’effetto valutario che ostacola l’export Ue (e della Francia), è chiaro che quanto non si esporta verrà offerto localmente e che una maggiore disponibilità è sinonimo di debolezza dei prezzi .. sempre che i detentori non decidano di rallentare l’immissione di prodotto e il fenomeno della ritenzione si è già visto in passato.