Il boom delle esportazioni di vino italiano negli Usa, che è stato registrato nel 2016, potrebbe subire un arresto nel 2017 o addirittura un’inversione di tendenza.
Sin dai primi mesi del 2017 era stata registrato un fermo delle esportazioni nonostante una piccola ripresa nel febbraio 2017 rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
Ma i dati dell’export enoico dell’Italia negli Usa, aggiornati al primo semestre 2017 evidenziano ora una preoccupante fase di stallo rispetto al corrispondente semestre dell’anno precedente, per cui gli osservatori ritengono che il 2017 si chiuderà con calo dell’export italiano.
L’allarme è stato lanciato proprio negli Usa, dall’Italian Wine & Food Institute facendo notare che le importazioni dall’Italia, nei primi 7 mesi del 2017 sono praticamente agli stessi livelli del 2016, se non qualche decimale in calo e cioè 1.497.710 ettolitri per un valore di 779 milioni di dollari.
Ma le preoccupazioni per l’export italiano nascono dal fatto che le importazioni di vini negli Usa sono aumentate nel complesso del 9,3% in quantità e cioè 5.590.450 ettolitri, e del 6,7% in valore e cioè 2,4 miliardi di dollari e l’Italia non ha beneficiato di tale incremento neppure in misura limitata.
L’Italia rimane comunque il Paese che esporta di più degli altri paesi a cominciare dalla Francia, che, comunque nel primo semestre del 2017, cresce del 19,9% in quantità con 758.130 ettolitri in più esportati negli Usa, e del 20,1% in valore con 644 milioni di dollari in più.
Anche se più della Francia, quarto Paese fornitore degli States, continuano ad esportare Australia con 1 milione di ettolitri, pari a più 36,3%, per 202 milioni di dollari, pari al 0,2% in più, con oltre la metà del totale fatto da vino sfuso e Cile con 910.860 ettolitri, per un valore di 150 milioni di dollari, pari a più 1,8%, e anche in questo caso si parla al 60% di vino sfuso.
Unica “isola felice” continua ad essere quella rappresentata dagli spumanti, con le spedizioni cresciute del 12,1% in volume (362.640 ettolitri) e del 9,8% in valore (189 milioni di euro), con una quota di mercato del 57,6% in quantità del 33,7% in valore.
La caduta delle esportazioni italiane potrebbe essere attribuita alla maggiore attività promozionale svolta dai paesi concorrenti dell’Italia che invece ha puntato su altri paesi come la Cina.