«Per produrre un buon vino servono passione ed esperienza – afferma Andrea Conterno che gestisce l’azienda del padre, Franco, situata a Monforte d’Alba (Cn) -.
La passione è una tradizione della famiglia che vinifica ormai da quattro generazioni, mentre l’esperienza è la capacità ormai acquisita di valorizzare le potenzialità e le caratteristiche dello splendido territorio delle Langhe».
L’azienda, Cascina Sciulun, comprende quasi 25 ettari di vigneto e uno di nocciolo, tutti in regime di agricoltura biologica ed è dislocata nei comuni di Monforte d’Alba, Barolo, Castiglione Falletto, Novello e Madonna di Como. I terreni, che si estendono tra i 250 e i 400 metri sul livello del mare, sono particolarmente vocati alla produzioni di vini di qualità (come Nebbiolo, Barbera, Dolcetto, Merlot, Freisa, Chardonnay e Nascetta).
L’85% (in crescita) del vino dell’azienda viene venduto all’estero in 32 Paesi, specie USA e UE ma anche in Asia (Cina in particolare) ed Ecuador.
Ogni anno vengono prodotte dalle 120 alle 150 mila bottiglie la maggior parte delle quali destinate all’affinamento. Cascina Sciulun ospita al suo interno un agriturismo (7 camere, bed & breakfast) dove è possibile trascorrere attimi di relax nella pace e nella tranquillità delle verdi colline delle Langhe.
La scelta del bio
«La nostra azienda è passata al biologico nel ‘96 ma la certificazione ufficiale è partita dal 2015 – ci spiega Conterno -. Il passaggio al bio è frutto di una scelta precisa: limitare i residui di agrofarmaci nelle piante e nel terreno. Fare biologico in Piemonte però non è facile in quanto l’umidità e le piogge fanno proliferare gli attacchi fungini, che combattiamo con rame e zolfo, prodotti ammessi dalla normativa».
Fino al 2017 Conterno è riuscito a tenere la situazione sotto controllo, ma nelle annate successive questa si è fatta insostenibile tanto da rendere necessario trovare nuove efficaci soluzioni ai problemi degli attacchi dei parassiti. Gli induttori di resistenza di Kalòs sono stati individuati come il mezzo tecnico più efficace.
«La nostra azienda è sempre stata all’avanguardia nella ricerca e l’applicazione di soluzioni innovative e a basso impatto ambientale – ricorda Conterno -. Iniziammo a provare gli induttori di resistenza fin dal 2002 quando però si disponeva solo prodotti abbastanza semplici. Il successivo approdo all’utilizzo di Frontiere, il capostipite degli induttori di resistenza Kalòs, rientra in un percorso che ci ha portato a individuare soluzioni sempre più efficaci, nel pieno rispetto dell’ambiente e della biodiversità, cercando quanto più possibile di agire sulla pianta, piuttosto che sulle avversità, attivando le difese naturali e rafforzando la resilienza dei vigneti».
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Un attivatore naturale (originale)
Frontiere è un estratto naturale di Laminaria digitata consentito in agricoltura biologica contenente fucoidano, florotannini, mannitolo e alginati.
I componenti attivi di K&A Frontiere 2.0 hanno la stessa struttura chimica di alcune molecole presenti negli organismi di funghi e batteri. Per esempio, catene polimeriche di β-1,3-glucani e β-1,6-glucani si trovano sia nelle alghe brune come la laminarina sia nella parete cellulare di molti funghi. Questi oligosaccaridi si formano in seguito alla rottura della parete cellulare dei funghi patogeni successivamente al loro ingresso all’interno della cellula vegetale, da parte di enzimi presenti nelle piante che fungono da difese naturalmente pre-costituite. Danno così origine a una cascata di eventi che conduce all’identificazione del patogeno stesso e alla sintesi delle sostanze specifiche che ne bloccano lo sviluppo.
K&A Frontiere 2.0 stimola quindi le difese specifiche delle piante preventivamente rispetto all’aggressione dei patogeni, perché in caso di attacco la tempistica di attivazione delle resistenze fa la differenza.
K&A Frontiere 2.0 è utilizzabile da solo o in miscela su qualsiasi coltura, in ogni fase di sviluppo delle piante e in ogni tipo di coltivazione, naturale, biologica e integrata. Grazie a questo prodotto è possibile ridurre il numero totale di interventi con fungicidi e di conseguenza l’ammontare di residui sul prodotto finale.
Una difesa naturale
«Gli induttori di resistenza di Kalos – ribadisce Conterno – sposano la nostra filosofia in quanto riescono a mettere le piante al centro del loro benessere. Le tecniche che utilizziamo conciliano dunque la gestione dei vigneti e la vinificazione con il rispetto dell’ambiente e del territorio. Gli induttori ci aiutano in questo perché attivano le difese naturali delle viti rendendole più resistenti. In questo modo possiamo utilizzare meno rame e zolfo a beneficio anche dei lieviti naturalmente presenti sulle bucce.
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