Mondo della ristorazione, nuove generazioni, innovazione, ricerca, vino, olio, universo vegano. Ma anche futuro di un settore che si sente stretto nella definizione di nicchia e si candida a dare risposte ai grandi temi dell’agricoltura di domani. Questi gli elementi cardine dell’edizione 2016 del Biofach (Norimberga, 10-13 febbraio), il più importante salone internazionale degli alimenti biologici, illustrati a Milano dalla neo-responsabile della fiera Danila Brunnel.
Una fiera che, rispecchiando il settore di appartenenza, continua a crescere: attesi più di 2400 espositori (200 dei quali a Vivaness, salone parallelo della cosmesi naturale) e oltre 45 mila visitatori, una buona fetta dei quali italiani. Lo scorso anno siamo stati infatti il primo Paese, dopo la padrona di casa, per numero di espositori. La Germania, primo mercato europeo del bio, rappresenta del resto la destinazione privilegiata dei nostri prodotti, in particolare l’olio, il vino e gli alimenti per vegani, ai quali, come già nelle precedenti edizioni, verranno dedicate aree tematiche ad hoc. Il 2016 sarà però soprattutto l’anno del mangiare fuori casa: ampliato lo spazio Cook + Talk, palcoscenico sul quale si confronteranno professionisti e consumatori. «Non è più immaginabile una ristorazione che non contenga alimenti biologici. Pensiamo alle nuove generazioni: l’attenzione all’alimentazione nelle scuole è cresciuta e il bio rappresenta una garanzia» ha spiegato Brunnel.
Se il mangiare fuori casa appare uno dei segmenti più dinamici del comparto, gli acquisti di cibo “naturale” continuano ad allargarsi in tutti i Paesi occidentali e, secondo dati presentati in conferenza ed elaborati da Organic Monitor, per il 2014 il mercato dovrebbe raggiungere quota 80 miliardi di dollari.
Il mercato, gdo e specializzati
In Germania il mercato è cresciuto nel 2014 del 4,8% per un fatturato che sfiora gli 8 miliardi di €, cui va aggiunto il miliardo della cosmesi. Il maggior incremento di spesa è avvenuto nei negozi specializzati (+9%), ma la metà del fatturato viene dalla gdo. Negli Usa il mercato è cresciuto dell’11%, per un valore di 29,5 miliardi di euro. Il 12% dell’ortofrutta è già bio, mentre si profila un notevole incremento per i lattiero-caseari. La domanda, in alcuni segmenti, supera l’offerta. Il segno più resta comunque una costante in tutta Europa, dall’Italia alla Francia alla Svizzera, passando per il boom dei Paesi scandinavi e per la ripresa della Gran Bretagna.
Rispondere alle sfide
Una voglia di naturalità diffusa che non deve però trarre in inganno: la quota di mercato del bio rimane, tranne qualche isolata eccezione, marginale, solo l’1% degli alimenti prodotti nel mondo è bio. Il biologico avrà la forza per rispondere alle sfide alimentari e ambientali che ci attendono? Se ne parlerà al congresso Biofach 2016 “Organic 3.0, Agire per più bio”. «I nostri obiettivi e le nostre strategie – secondo Markus Arbenz, ad dell’Ifoam – devono essere rivisti. Oltre alle imprese spetta intervenire soprattutto ai politici; insieme alla società civile devono essere infatti create le basi per una ristrutturazione e crescita».
Leggi l'articolo completo di tabelle su Terra e Vita 38/2015 L’Edicola di Terra e Vita