1,1 miliardi di dollari. Il 3,5% di ciò che ricava. É quanto investe in ricerca e sviluppo il gruppo Cnh Industrial. Di questi circa 520 milioni di dollari sono destinati al segmento delle macchine agricole e circa 120 milioni al comparto dei motori. Numeri che danno un’idea della solidità societaria e fanno dormire sonni sufficientemente tranquilli a Carlo Lambro, presidente di New Holland Agriculture, il marchio leader del gruppo.
Lambro sottolinea la volontà di continuare a puntare sull’innovazione «pietra angolare della nostra strategia e punto strategico per il futuro sostenibile dell’intero settore agricolo».
Non a caso diverse innovazioni di prodotto del marchio – solo per citarne alcune, il sistema IntelliCruise di controllo della velocità di avanzamento delle BigBaler, il trattore T7.290 Heavy Duty o il controbattitore modulare e configurabile per la raccolta del riso – sono stati inserite dall’Asabe (l’associazione americana degli ingegneri agricoli) fra le 50 migliori innovazioni nel settore delle macchine agricole lanciate sul mercato statunitense.
Mercato che, a livello mondiale, di certo non sta aiutando. Dopo alcuni anni di boom, il 2015 ha fatto segnare un brusco rallentamento in quasi tutti i segmenti e, soprattutto, in tutti i principali Paesi. Si è fermata la Cina, Stati Uniti e Europa appaiono saturi e il Sud America sta scontando i problemi del Brasile («In quell’area – evidenzia Lambro – oggi è meglio puntare sull’Argentina»).
«Non credo – continua il presidente New Holland – a un 2016 diverso,anche se alcuni segnali di ripresa si intravvedono. Che credo si consolideranno solo nel 2017». Intanto New Holland ha presentato a Lione i nuovi trattori T5 e T6 sui quali ritorneremo più avanti con un articolo specifico. Anche perchè, dopo l’anteprima francese, per vederli sui campi italiani bisognerà attendere fine anno o i primi mesi del 2017.
Leggi l'articolo completo su Terra e Vita 13/2016 L’Edicola di Terra e Vita