Grano duro di alta qualità, prodotto in maniera sostenibile e a prezzo garantito per gli agricoltori. Sono questi i punti cardine dell’accordo di filiera rinnovato a Bologna il 22 gennaio e che prevede la fornitura all’azienda Barilla di 120mila t all’anno di frumento duro per il biennio 2018-2019.
«Si tratta di un contratto antesignano per l’Italia; la prima intesa è stata siglata nel 2006 e da allora la Regione Emilia-Romagna cura tutti gli aspetti per favorire questi contratti di filiera» ha sottolineato l’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli, che si è detta «orgogliosa di rappresentare una Regione che in pochi anni è stata capace di passare dalla sola coltivazione di grano tenero a ben 80mila ha di grano duro. I contratti come questo sono fondamentali per proteggere il reddito dei nostri agricoltori soprattutto in un settore come quello dei cereali che è soggetto a grande volatilità».
A sostegno del reddito nell’accordo è previsto un incremento di 5 €/t del prezzo garantito per il 30% della produzione conferita: il compenso pagato agli agricoltori passerà così dai 240 €/t per il grano con contenuto proteico del 13%, ai 250 € per il 13,5%, fino a 260 €/t per il 14%.
Per il pagamento della restante quota del 70% del prodotto conferito si farà invece riferimento ai listini della Borsa merci di Bologna: prezzo al quale si aggiungono poi i premi legati ai parametri di qualità e all’adesione agli impegni previsti dall’accordo. In più gli agricoltori potranno accedere ai contributi per ettaro stanziati dal ministero delle Politiche agricole per chi aderisce ai contratti di filiera di durata triennale. Le risorse a disposizione per il 2018 sono state raddoppiate rispetto alla scorsa campagna e ammontano in totale a 20 milioni. A questi pagamenti, inoltre, potranno aggiungersi i compensi per i servizi di stoccaggio, dai 12 ai 23 €/t secondo il periodo di consegna della merce.
Molto importante poi, sempre secondo l’Assessore Caselli «la forte valenza ambientale dell’intesa che consentirà un taglio alle emissioni di CO2 del 20% grazie all’impiego di tecniche produttive sostenibili, in linea con i disciplinari regionali di produzione integrata».
Le organizzazioni firmatarie
A sottoscrivere il rinnovo dell’intesa con il gruppo Barilla le stesse organizzazioni firmatarie dell’accordo di base: Op Grandi colture italiane, Op Cereali, Consorzio agrario Terre padane, Consorzio agrario di Parma, Consorzio agrario dell’Emilia e Consorzio agrario Adriatico. A queste sigle si aggiunge, come negli anni scorsi, la Società produttori sementi, fornitrice del seme di varietà appositamente selezionate.
«Questo accordo dimostra che c'è un modo virtuoso di sostenere l'agricoltura nazionale della filiera grano – pasta - ha affermato Luigi Ganazzoli, Responsabile acquisti del Gruppo Barilla -. Attraverso questi contratti di coltivazione stiamo riuscendo finalmente ad aumentare la produzione di grano duro italiano di qualità e a remunerare adeguatamente gli agricoltori che potranno anche programmare al meglio lo sviluppo di mezzi e di risorse. Allo stesso tempo stiamo riscontrando una riduzione dell’impatto ambientale grazie alla crescita del progetto grano duro sostenibile, in linea con la nostra mission “Buono per Te, Buono per il Pianeta». «Un grano duro sempre più amico dell’ambiente, in linea con la mission di Barilla “Good for you, Good for the Planet”. Basti pensare che il 75% del grano acquistato dal Gruppo di Parma nel 2018 sarà coltivato secondo i metodi innovativi del progetto grano duro sostenibile, stipulato nel 2009 con Horta, spin off dell’Università di Piacenza. Questo progetto utilizza il sito di supporto alle decisioni granoduro.net e il decalogo Barilla per la coltivazione del grano duro sostenibile. Dal 2016 ad oggi i volumi di grano duro sostenibile acquistati da Barilla sono cresciuti del 40% passando da 65mila tonnellate a 90mila tonnellate».