Jefta al via. Parte l’accordo di libero scambio fra Europa e Giappone

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Con il debutto del Jefta, Japan-Eu Free Trade Agreement, si crea un'area commerciale aperta da 635 milioni di persone. Soddisfazione di Assolatte e Federalimentare

Unione europea e Giappone più vicine con la partenza del Jefta, Japan-Eu Free Trade Agreement. L'acchito è previsto proprio il 1 febbraio e con l'accordo di libero scambio tra Ue e Giappone si crea un'area commerciale aperta da 635 milioni di persone, pari a quasi un terzo del pil mondiale.

L'intesa eliminerà quasi interamente il miliardo di dazi che ogni anno le imprese europee devono pagare per esportare in Giappone, oltre a una serie di barriere regolamentarie tecniche, come quelle sulle auto, facilitando l'export dei costruttori europei. L'accordo tutelerà poi oltre 200 indicazioni geografiche protette, tra cui molte italiane e aprirà anche il settore agroalimentare al mercato giapponese da 127 milioni di consumatori, eliminando tra l'altro le tariffe doganali su vino e formaggi europei.

Soddisfazione immediata quella di Federalimentare e di Assolatte.

Federalimentare: «Opportunità per l'industria italiana»

«Federalimentare non può che accogliere favorevolmente l'accordo di libero scambio tra Ue e Giappone che porterà grandi risultati in termini di export e di opportunità a tutta l'industria alimentare italiana».

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Ivano Vacondio, presidente Federalimentare

Così Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare, commenta il Jefta. Un accordo che arriva in un momento in cui l'export dei prodotti alimentari in Giappone attraversa una fase di stazionarietà rispetto allo stesso periodo 2017, quando ha raggiunto i 715,1 milioni di euro, con un +2,1% sull'anno precedente. «L'accordo commerciale con il Giappone, un paese che oggi è al decimo posto dei nostri sbocchi alimentari, è molto qualificante, poiché prevede l'eliminazione dei dazi su molti formaggi (attualmente tassati quasi al 30%), sulle esportazioni di vini, cui si applica attualmente un dazio del 15% in media, consentendo all'Ue di aumentare considerevolmente le sue esportazioni di carni bovine e di offrire ulteriori possibilità di esportazione per i prodotti a base di carni suine. Infine, l'accordo garantirà la protezione in Giappone di oltre 200 indicazioni geografiche protette, di specialità culinarie tradizionali europee di alta qualità e la protezione nell'Ue di una serie di indicazioni geografiche giapponesi. La rimozione di larga parte dei dazi che pesano sui prodotti italiani e la maggiore apertura del mercato giapponese sono il migliore presupposto per evitare possibili ripiegamenti di questo sbocco e per confermare nel tempo le brillanti performance messe a segno fin qui da un mercato di grande prestigio, selettivo e molto attento alla qualità».

Formaggi in pole position

Sulla stessa lunghezza d'onda Assolatte: «Per le aziende lattiero-casearie italiane sarà più facile vendere i loro prodotti in Giappone. Il progressivo taglio delle barriere tariffarie apre prospettive molto positive - per i prodotti caseari italiani, già molto apprezzati dai consumatori nipponici».

Nel 2018, precisa Assolatte, le imprese italiane hanno esportato in Giappone oltre 10mila tonnellate di formaggi, il 9% in più rispetto all'anno precedente. In valore l'export sfiora i 68 milioni di euro. L'Italia è il primo fornitore europeo di formaggi in Giappone e il quinto al gorgonzola jeftamondo, e guida - con il Gorgonzola - la classifica dei formaggi erborinati, di cui detiene il 52% del mercato nipponico. L'accordo, spiega Assolatte, prevede un progressivo abbattimento delle barriere tariffarie per i formaggi duri - oggi assoggettati a un dazio che sfiora il 30% del loro valore - e un aumento dei contingenti per l'importazione di formaggi erborinati, freschi, fusi e molli.
Sono formaggi ben 10 delle 44 Indicazioni Geografiche italiane che vengono tutelate in Giappone grazie all'accordo: Asiago, Fontina, Gorgonzola, Grana Padano, Mozzarella di Bufala Campana, Parmigiano Reggiano, Pecorino Romano, Pecorino Toscano, Provolone Valpadana, Taleggio.

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Giuseppe Ambrosi, presidente di Assolatte

«Il Jefta ci mette nelle condizioni di migliorare la nostra presenza su un mercato già adesso molto importante per le esportazioni casearie italiane, visto che il Giappone è la nostra terza destinazione extra-Ue - afferma Giuseppe Ambrosi, presidente di Assolatte - La liberalizzazione tariffaria per i prodotti caseari e la tutela delle nostre Indicazioni Geografiche previsti dall'accordo contribuiranno ad aumentare le esportazioni di formaggi italiani in Giappone, che è il primo acquirente di formaggi al mondo».

Jefta al via. Parte l’accordo di libero scambio fra Europa e Giappone - Ultima modifica: 2019-01-31T16:34:43+01:00 da Gianni Gnudi

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