Maculatura bruna, una presenza ingombrante per una coltura chiave come il pero. Soprattutto dopo un 2018 di intensi attacchi e di difficoltà ad allestire contromisure adeguate. Un’annata travagliata che ha lasciato in eredità un elevato potenziale d’inoculo e quindi il rischio di una poco gradita replica dei problemi accusati l’anno scorso.
LE VIDEOINTERVISTE CON I PROTAGONISTI DELLA DIFESA DEL PERO
I produttori non possono sbagliare, occorre approntare con tempestività la giusta strategia per difendere i pereti. Syngenta - in collaborazione con la nostra Rivista di Frutticoltura - ha fatto il punto nel convegno, organizzato in collaborazione con Edagricole, “Dalla gestione della maculatura bruna alle opportunità di mercato per la pera italiana: le risposte Syngenta alle esigenze dei frutticoltori” che si è tenuto presso il museo storico Lamborghini a Funo di Argelato (Bo).
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Una leadership da difendere
In gioco c’è l’ambizione italiana di mantenere la posizione di leadership in Europa. «Il pero – testimonia Elisa Macchi, direttore del Cso Italy – è il fiore all’occhiello della frutticoltura nazionale. Da sola infatti l’Italia garantisce circa un terzo (32%) dell’intera produzione europea». Lo stato di salute di questa coltura frutticola non è però al top. «In 20 anni – prosegue Macchi – la produzione italiana, concentrata soprattutto nelle province orientali dell’Emilia-Romagna (Ferrara, Modena, Bologna e Ravenna) è calata da 900mila a 750mila tonnellate, mentre competitor come Belgio e soprattutto Olanda sono in crescita e ci insediano in maniera particolare nei tradizionali mercati di Germania e Francia». Una flessione legata a fattori negativi di or dine commerciale (consumi interni da rivitalizzare) e tecnico, e tra questi ultimi giocano un ruolo importante quelli fitosanitari.
Un problema di sensibilità?
Problematiche su cui incidono anche le ristrettezze di una normativa europea che sta limitando il numero delle molecole registrate (e di disciplinari privati che impongono ulteriori strettoie), con il rischio di ricorrere sempre agli stessi meccanismi d’azione per il controllo della maculatura bruna del pero. Si può ipotizzare che i problemi del 2018 siano legati ad una minore sensibilità di Stemphylium vesicarium rispetto ai fungicidi più utilizzati?
«I prodotti fitosanitari per difende- re il pero ci sono – commenta Marina Collina del Distal, Università di Bologna –. Certo sono in numero inferio- re rispetto al passato e nella stagione appena conclusa si è registrata una pressione particolarmente elevata della malattia».
«Il problema causato dalla riduzione dei prodotti a disposizione – continua la ricercatrice – è proprio questo: abbiamo notato negli ultimi anni, e quindi non solo nel 2018, degli abbassamenti di sensibilità da parte del patogeno di cui occorre tenere conto quando si pianificano le strategie di difesa. Perché non basta prendere in considerazione solo gli aspetti dell’efficacia, della selettività e della residualità, ma anche predisporre efficaci strategie antiresistenza che facciano perno sulla conoscenza e sulla rotazione dei meccanismi d’azione disponibili».
L’effetto del global warming
Ma non è tutto: a giocare in favore del patogeno nell’ultima stagione sono state anche condizioni ambientali e climatiche che, con il global warming in corso, non sono più purtroppo un’eccezione per la pianura padana. «La sporulazione e le infezioni di macula- tura bruna – spiega Riccardo Bugiani del Servizio fitosanitario della Regione Emilia Romagna – sono favorite da temperature tra 15 e 28 gradi e da prolungate ore di bagnatura fogliare: il clima umido e caldo della pianura padana costituisce quindi la prima criticità del territorio emiliano romagnolo».La maculatura è poi favorita negli impianti vicino ai canali, in quelli coperti dalle reti antigrandine (e spesso chiuse ai lati in funzione anti-cimice), con la pratica dell’irrigazione sopra chioma e, cosa più importante, negli impianti inerbiti (il fungo sopravvive come saprofita su alcune essenze del cotico erboso). «Tutte condizioni alla base degli elevati e diffusi attacchi dell’anno scorso- testimonia Bugiani –, tanto che l’annata 2018 è stata la peggiore da 20 anni a questa parte, con effetti che si ripercuoteranno anche nel 2019 per l’elevato potenziale d’inoculo e ciò dovrebbe spingere ad una particolare attenzione nelle strategie di difesa, dalla ripresa vegetativa al pre-raccolta».
Ampia finestra d’impiego
Con quali prodotti? Claudio Cristiani, direttore agronomico del Consorzio agrario dell’Emilia, spiega come, con le giusta strategie si possano impiegare al meglio prodotti come SWITCH® e GEOXE®, fungicidi di Syngenta a base di fludioxonil. «Operiamo nelle principali province pericole italiane – spiega – e dalle nostre esperienze pluriennali abbiamo visto come questi prodotti si possano usare da caduta petali fino alla fase finale della maturazione. Un’ampia finestra d’impiego che consente di porre rimedio al problema di una coperta troppo corta per far fronte alla maculatura, con il vantaggio ulteriore del meccanismo d’azione completamente originale rispetto agli altri fungicidi che assicura una marcia in più in chiave antiresistenza».
Soluzioni che fanno la differenza
«GEOXE® è un prodotto unico – spiega Paolo Borsa, Technical Crop Manager Specialties&Vegetables di Syngenta – a base di fludioxonil al 50% formulato in granuli idrodispersibili. Una soluzione apprezzata da tutta la filiera grazie anche al favorevole profilo ecotossicologico e residuale che ne consente l’utilizzo fino a tre giorni dalla raccolta, con effetto positivo importante anche su alternaria e malattie da conservazione». «SWITCH® è un classico – continua Borsa -, un brand famoso registrato specificatamente contro la maculatura bruna su pero e melo, in cui fludioxonil è miscelato a cyprodinil. Si caratterizza per l’azione preventiva, è molto tenace nella persistenza sui tessuti trattati con buona resistenza al dilavamento e persistenza d’azione sui funghi patogeni. Due armi decisive che in annate come queste, caratterizzate da diffusi attacchi di maculatura bruna, possono fare la differenza».