È ormai da diversi anni che, anche in Italia meridionale, si è osservata una recrudescenza di alcune specie di cocciniglie (Targionia vitis, Planococcus vitis, P. citri) che prima infestavano occasionalmente i vigneti, in genere limitandosi a pochi ceppi. Le cause più probabili sono la drastica riduzione dei trattamenti insetticidi verso insetti chiave come la tignoletta e la sostituzione di sostanze attive a largo spettro con prodotti più specifici.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
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Due specie pericolose
Nel Meridione il problema riguarda soprattutto i vigneti a tendone di uva da tavola coltivata sotto copertura per l’anticipo o il posticipo della raccolta, dove l’ambiente caldo umido che si crea offre le migliori condizioni ambientali a questi insetti.
Qui sono state segnalate con maggiore frequenza Planococcus ficus e P. citri, appartenenti alla famiglia Pseudococcidae e spesso presenti in infestazioni miste. Entrambe possono trasmettere alcune virosi; con la loro attività trofica e l’abbondante produzione di melata, inoltre, stressano le piante e creano danni diretti alla produzione imbrattando i grappoli che finiscono per essere ricoperti dalla fumaggine. I danni sono particolarmente rilevanti sull’uva da tavola, per la quale l’aspetto estetico riveste un’importanza maggiore dell’uva destinata alla vinificazione.
Svernano sotto il ritidoma
Entrambe le specie sono polifaghe e svolgono varie generazioni l’anno, svernando sotto il
ritidoma in vari stadi, con prevalenza di neanide di II età e di giovane femmina.
Nelle condizioni climatiche della Puglia, in pieno campo l’ovideposizione inizia in febbraio-marzo; in primavera le neanidi iniziano a migrare sui tralci da cui, in luglio-settembre, si spostano direttamente sui grappoli.
Le cause delle pullulazioni dei planococco sono diverse: oltre alla già citata riduzione degli insetticidi contro le tignole dell’uva (dove si è introdotto con successo la confusione sessuale), sono da considerare la diffusione della copertura dei tendoni con teli che crea un microclima caldo-umido, l’aumento delle temperature estive, la rottura di equilibri con le popolazioni dei loro antagonisti naturali.
Trappole e trattamenti
Il controllo di queste cocciniglie non è semplice. Anche ripetuti interventi chimici possono non dare risultati apprezzabili per la capacità delle cocciniglie di ripararsi in aree difficilmente raggiungibili dai trattamenti (la preventiva asportazione del ritidoma è un’efficace ma costosa strategia), per la protezione degli strati cerosi e per la forte scalarità di sgusciamento e migrazione.
Nei vigneti infestati è consigliabile installare trappole sessuali per monitorare la presenza dei maschi che però possono anche non comparire, essendo le specie partenocarpiche facoltative.
I feromoni, comunque, hanno elevata specificità e consentono di individuare in modo attendibile le specie presenti.
In questo periodo sarà più facile individuare le piante infestate, per la presenza di gocce di melata, e verificare la migrazione delle neanidi (tra maggio e giugno sui tralci e tra luglio e settembre sui frutti).
I trattamenti
Si potrà intervenire con prodotti con discreta persistenza, attivi anche contro altri fitofagi (es. clorpirifos-metile, acetamiprid, spirotetramat, pyriproxifen), e ripetere un trattamento in pre-chiusura grappolo con prodotti meno residuali e più “gassificanti” (es. clorpirifos-metile) per colpire gli individui migrati sul grappolo prima che questo si serri. Se si rende necessario il trattamento chimico, assicurarsi che l’etichetta del prodotto fitosanitario individuato ne preveda l’uso su vite contro la specifica cocciniglia.