Non si ferma la corsa dei prezzi nazionali delle materie prime zootecniche rilevati nei listini delle Borse merci e delle Camere di commercio. A registrare gli aumenti maggiori sono ancora le oleaginose, guidate dalla soia, il cui mercato rimane segnato a livello mondiale da tensioni sia sul fronte della domanda che dell’offerta, alimentate anche dalle stime di novembre diffuse dall’Usda, che hanno rivisto al ribasso le previsioni sulla produzione globale ed hanno confermato importazioni record da parte della Cina. Tra le farine proteiche, gli aumenti sono stati particolarmente accentuati per la farina di girasole, tornata ai massimi da settembre 2013. Sebbene gli incrementi siano stati meno spiccati rispetto alle oleaginose, restano orientati al rialzo anche i listini dei cereali foraggeri nazionali.
Soia spinta dalle stime sui volumi dell'Usda
Forte aumento settimanale per i semi di soia nazionali, in scia ai rialzi osservati per la soia di provenienza estera ogm. Per quest’ultima, la crescita alla Borsa merci di Bologna rispetto alla settimana precedente è stata di 15 €/t, con i valori giunti a sfiorare i 430 €/t (425-427 €/t, franco arrivo). Robusto incremento anche per la soia nazionale, salita sui 409-413 €/t (franco partenza), 11 €/t in più rispetto a sette giorni prima. I nuovi rialzi hanno ampliato anche il divario rispetto alla scorsa annata, giunto ad un +20,7% per la soia nazionale e a un +19% per la soia estera. Oltreoceano, restano elevate le quotazioni dei future scambiati alla Borsa di Chicago, attestate in chiusura di settimana sugli 11,41 dollari per bushel (pari a 354 €/t).
A sostenere le quotazioni sono state le stime ribassiste dell’Usda. In particolare, il raccolto globale di soia per l’annata 2020/21 è stato tagliato di 6 milioni di tonnellate per via delle minori quantità previste per Stati Uniti e Argentina. Sul fronte della domanda internazionale, l’import della Cina resta invece stimato sui 100 milioni di tonnellate. Riviste in calo anche le proiezioni sulle scorte di fine campagna, ora attese sugli 86,5 milioni di tonnellate, in calo del 9,2% rispetto all’annata 2019/20.
Girasole, stime produttive tagliate, prezzi in alto
Anche per il girasole le stime di novembre dell’Usda hanno tagliato la produzione, per via dei minori raccolti attesi in Russia e Ucraina a causa del clima secco che si è registrato nella regione del Mar Nero. Nel complesso, la produzione mondiale di girasole è ora attesa sotto i 50 milioni di tonnellate rispetto ai 52 milioni di tonnellate stimati a ottobre e ai 54 milioni di tonnellate della scorsa annata. Sul fronte dei prezzi, la farina di girasole ha registrato un forte aumento settimanale su tutte le principali piazze di scambio nazionali, sostenuta dalla ridotta disponibilità di seme di girasole da parte degli oleifici. Alla Borsa merci di Torino la farina convenzionale è salita sui 260-265 €/t (franco arrivo), in crescita di 20 €/t rispetto alla settimana precedente. Si è così accentuato l’aumento rispetto ad un anno fa, giunto a superare il +40%.
Prosegue la crescita anche della farina di colza. Alla Granaria di Milano i prezzi all’ingrosso si sono portati sui 291-294 €/t (franco arrivo), 10 €/t in più su base settimanale. Sensibile, anche in questo caso, l’incremento su base annua: i prezzi attuali sono più alti del 24,2% rispetto ad un anno fa.
Orzo e sorgo senza freni
Tra i cereali foraggeri, un nuovo rialzo ha interessato l’orzo e il sorgo. In un mercato segnato da una domanda superiore all’offerta e sostenuto anche dai rialzi dell’orzo comunitario (origine francese in particolare), l’orzo nazionale pesante è salito sui 188-191 €/t (franco arrivo, Borsa merci di Bologna), in crescita dell’1,1% su base settimanale. Aumento simile anche per il sorgo, attestato sui 188-190 €/t (franco partenza). Per entrambi i cereali, l’incremento rispetto alla scorsa annata sfiora il +10%.
I prezzi dei cereali e delle materie prime nella settimana dal 9 al 13 novembre 2020