La Regione Puglia sta cercando di recuperare il tempo perduto negli anni scorsi nella gestione del Psr 2014-2020, attardata dal contenzioso sollevato presso il Tribunale amministrativo regionale. Un cambio di passo chiesto esplicitamente dal Commissario Ue all’Agricoltura Janusz Wojciechoski nel concedere la deroga e necessario per prepararsi a fronteggiare la nuova sfida per il futuro dell’agricoltura pugliese posta dall’ulteriore dotazione finanziaria, pari a 544 milioni di euro, destinata alla transizione 2021-2022. Un cambio di passo messo in bella mostra dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, e dall’assessore regionale all’Agricoltura, Donato Pentassuglia, in una conferenza stampa all'indomani del Comitato di Sorveglianza del Psr, tenutosi lo scorso 28 giugno. Ridimensionato però da Coldiretti Puglia per la quale i passi in avanti sono ancora limitati, mentre sono a rischio 304 milioni di euro da spendere entro il 31 dicembre.
Emiliano: «Gestione Psr pressoché normale»
«Grazie al lavoro di recupero compiuto, sin dall’inizio della legislatura, dall’assessore Pentassuglia e dai suoi collaboratori, il capo del Dipartimento Agricoltura Gianluca Nardone e l’Autorità di gestione del Psr Rosa Fiore, abbiamo tendenzialmente superato i primi fattori di crisi che avevano reso difficile, farraginosa e piena di contenziosi la gestione del Psr, la quale adeso sta funzionando pressoché normalmente – ha commentato Emiliano –. Adesso dobbiamo accelerare per evitare il rischio di ulteriori disimpegni.
Nel 2021 abbiamo conseguito un limite di spesa che in questo periodo dell’anno non avevamo mai raggiunto. E lo abbiamo fatto grazie all’impegno di tutta la struttura regionale, con la collaborazione di tutte le organizzazioni di rappresentanza, e alla fine delle cause che prima avevano bloccato il Psr. La combinazione tra il miglioramento dell’efficienza dell’assessorato e una migliore comprensione da parte degli utenti ha consentito di scorrere molte di queste graduatorie. Perché se in questo sistema pretendiamo di risolvere le cose in tribunale, blocchiamo il Psr e non ne usciamo più vivi. Oggi, quindi, abbiamo queste prime buone notizie: ma l’assessore Pentassuglia sa bene che ora non bisogna mollare e occorre andare avanti più di prima».
Pentassuglia: «Balzo in avanti nell’attuazione Psr Puglia»
E Pentassuglia ha affermato di essere «pienamente soddisfatto per il lavoro svolto da tutta la struttura regionale, che ci ha consentito un considerevole balzo in avanti nell’attuazione del Psr con il superamento del target di spesa intermedio. Abbiamo, difatti, rispettato gli impegni assunti con l’Unione Europea producendo elenchi di pagamento per un importo di 90.687.368,75 milioni di euro al 30 giugno, di poco superiore al target imposto: una cifra che comprende la somma di 7.644.320,90 euro ancora in attesa di essere accreditata da Agea.
La strategia che intendiamo intraprendere l’abbiamo naturalmente condivisa con il partenariato socio economico e con il pieno coinvolgimento della Commissione europea. Fermo restando il nostro massimo impegno ad accelerare la spesa che sta già dando ottimi frutti, abbiamo ulteriori traguardi da raggiungere attraverso investimenti mirati. La nuova dotazione finanziaria a disposizione ci consentirà di rispettare primariamente gli obiettivi del “Green Deal” per un’agricoltura sostenibile da punto di vista ambientale, sociale ed economico. Al contempo, si potrà dare risposta alle giuste aspettative delle tante ditte in posizione utile nelle graduatorie di alcune delle misure di maggiore interesse del Psr.
Altra importante decisione - ha aggiunto Pentassuglia - riguarda il territorio salentino vessato dalla Xylella per il quale abbiamo condiviso la necessità di stanziare ulteriori risorse da destinare al Piano nazionale di rigenerazione olivicola con attenzione particolare alla riforestazione e alla filiera del legno».
Ma Coldiretti Puglia frena gli entusiasmi
Coldiretti Puglia frena però gli entusiasmi di Emiliano e Pentassuglia sullo stato di avanzamento del Psr Puglia 2014-2020, per voce del presidente regionale Savino Muraglia. «Sono stati centrati i primi due slot temporali a cui è stata condizionata la deroga dell’Ue concessa nell’aprile scorso, un primo segnale concreto di discontinuità dopo anni di tempesta perfetta che ha ingessato la spesa dei fondi dello sviluppo rurale. Ma è solo l’inizio perché la Puglia resta a rischio disimpegno per 304 milioni di euro da spendere entro il 31 dicembre 2021. E non dimentichiamo che nel biennio 2020-2022 dovranno essere spesi ulteriori 543 milioni di euro di fondi della Next generation EU e del quadro permanente finanziario».
Se da un lato è stato speso oltre il 90% delle risorse destinate alle misure agro-climatico-ambientali, all’agricoltura biologica e alla biodiversità, la performance, invece, è stata molto negativa per altre misure, sostiene Muraglia: «Per l’ingresso dei giovani in agricoltura è stato speso solo il 4,6% delle risorse disponibili, mentre a favore degli investimenti per aumentare la competitività delle imprese agricole è stato speso solo il 30% dei fondi.
Serve l’impegno concreto di tutti per accelerare gli iter procedurali e le domande di pagamento, perché restituire anche un solo euro a Bruxelles sarebbe inaccettabile. Così come tale impegno serve per far arrivare concretamente i 543 milioni di euro del biennio 2020-2022 alle imprese agricole e ai giovani che sognano di lavorare in agricoltura. Condizioni essenziali affinché ciò avvenga è che siano predisposti bandi snelli e sia sburocratizzato l’iter che ha bloccato il Psr ancora in corso».
Ad oggi risultano spesi solo 736 milioni di euro rispetto alla dotazione complessiva di 1,6 miliardi di euro, aggiunge Muraglia. «In pratica il 45,5% delle risorse del Psr Puglia, un livello di spesa nettamente inferiore alla media nazionale che si attesta su oltre il 61%. Chiaro è il fallimento sul fronte dello storico ritorno alla terra, infatti è stato finanziato solo il 20% delle domande presentate dai giovani under 40. Dall’analisi dei dati sullo stato di attuazione del Psr Puglia 2014-2020 emerge che la Puglia è tra le regioni italiane che dispone di maggiori risorse ma è l’ultima nella spesa delle risorse pubbliche. La burocrazia e gli errori di programmazione hanno rubato negli anni scorsi tempo e risorse al lavoro e agli investimenti delle aziende agricole e hanno impedito l’avvio di nuove attività e l’ingresso dell’80% dei giovani nell’attività di impresa. Purtroppo il contenzioso in tribunale amministrativo aveva spinto l'amministrazione regionale pugliese a un approccio prudente che, però, ha avuto inevitabili ripercussioni sull'avanzamento della spesa. Serve quindi una stretta sulle vecchie misure del Psr, – conclude Muraglia – ma anche sulle nuove per il rimboschimento delle aree colpite da Xylella a rischio desertificazione, così come sulla realizzazione del Piano straordinario per la rigenerazione olivicola della Puglia perché sono ancora inutilizzati i 134 milioni di euro stanziati, a distanza di 15 mesi dalla pubblicazione del decreto interministeriale del 6 marzo 2020».