Nel Lazio, in provincia di Viterbo, è localizzato il più dinamico distretto produttivo italiano del nocciolo.
Nel mese di febbraio le varie componenti della filiera corilicola di questa area hanno attivato un Coordinamento Corilicolo Territoriale per fare fronte comune nei riguardi di problematiche tecniche emergenti.
Il gruppo di lavoro
In questi mesi il gruppo di lavoro ha svolto un’intensa attività sia di campo che di formazione e aggiornamento degli addetti ai lavori. Il Coordinamento ha raggiunto importanti risultati che permetteranno, alla corilicoltura del Centro Italia, di puntare ancor più verso la sostenibilità.
Il gruppo di lavoro che coinvolge oltre 1.700 corilicoltori per un totale di oltre 12.000 ettari e più di tredici amministrazioni locali, coordinato dal Prof. Stefano Speranza del Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali DAFNE dell’Università degli Studi della Tuscia in collaborazione con i rappresentanti del Servizio Fitosanitario della Regione Lazio e dell’ARSIAL, e di cui fanno parte le organizzazioni dei produttori frutta in guscio Assofrutti, la Cooperativa Produttori Nocciole CPN, la O.P. Coopernocciole s.c.a, la Euronocciola s.c.a. il Biodistretto della Via Amerina e delle Forre e Ferrero Hazelnut Company, ha svolto una intensa attività di monitoraggio dei principali insetti dannosi alle produzioni corilicole.
Il monitoraggio di Halyomorpha halys
Gli incontri tecnici settimanali e le attività di campo hanno consentito di definire la reale presenza nel territorio dell’Alto Lazio della cimice asiatica, oltre alle già note cimici locali, e ne è stata definita anche la dinamica di presenza nei nostri noccioleti. Queste indicazioni hanno permesso ai tecnici di confrontarsi sulle migliori metodologie di controllo delle cimici dannose alle produzioni corilicole e di definire possibili vie di contenimento rispettose di tutte le produzioni sia biologiche che integrate.
Il Coordinamento conferma che la anomala annata produttiva, compromessa in molte aree dalla gelata tardiva verificatasi in aprile, ha determinato un’estrema variabilità di presenza degli insetti e un livello di infestazione delle nocciole elevato.
Un nuovo oidio più aggressivo
Come ulteriore risultato delle attività del Coordinamento Corilicolo è da riportare che è stata segnalata e confermata la presenza di una nuova malattia del nocciolo, causata dal fungo Erysiphe corylacerarum. Questo nuovo oidio del nocciolo causa una malattia delle foglie più aggressiva dell’oidio classico ed è attualmente in fase di studio da parte dell’Università degli Studi della Tuscia.
Il Coordinamento Corilicolo Territoriale continuerà ad incontrarsi anche nei prossimi mesi con la volontà di trasformarsi in un tavolo tecnico permanente in cui gli addetti ai lavori, ma soprattutto gli enti locali e i non addetti ai lavori, potranno incontrarsi e confrontarsi sull’obiettivo principale, di conseguire una filiera corilicola più sostenibile.
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