Più ombre che luci hanno caratterizzato la campagna del pomodoro da industria nel 2021. È questa la sintesi del bilancio tracciato dall’ultima riunione del Gie, il Gruppo d’interesse economico sul pomodoro da industria di Cia Agricoltori Italiani Puglia nella sede provinciale di Cia Capitanata. «Accanto ad alcuni elementi positivi, come il rispetto dell’accordo sui prezzi e il lieve incremento delle superfici coltivate pari a oltre 17mila ettari nella Daunia con un aumento di circa il 7-8% rispetto al 2020, l’incontro con i produttori – spiega Michele Ferrandino, presidente provinciale di Cia Capitanata – ha permesso di rilevare molti punti critici in questo particolare e importantissimo segmento del settore primario in provincia di Foggia».
A Foggia rese pomodoro da industria non uniformi
In primo luogo nel Foggiano le rese non sono state uniformi. «L’andamento climatico ha inciso pesantemente sulle rese e quindi sulla redditività delle aziende agricole. Dove gli effetti di gelate, alluvioni e siccità sono stati meno duri, i produttori sono riusciti a ottenere anche 1.000-1.100 quintali per ettaro. Diversa e più penalizzante è la situazione nei territori che hanno subito maggiormente le conseguenze degli eventi climatici estremi, con rese che non sono andate oltre i 700-800 quintali per ettaro».
Forte aumento dei costi di produzione
Altro elemento di criticità, sul quale Cia Agricoltori Italiani della Puglia sta mettendo in campo in questi mesi una diffusa campagna di informazione e denuncia, aggiunge Ferrandino, «è rappresentato dal forte aumento dei costi di produzione dovuti all’incremento dei prezzi delle materie prime, del gasolio e più in generale della bolletta energetica. Al rialzo dei costi di produzione si è poi aggiunta la grande difficoltà di reperire personale per il trasporto su Tir e il conseguente aumento dei costi per i trasporti».
Necessario per le Op aderire all’Organizzazione interprofessionale di settore
Per il Foggiano, inoltre, «il Gruppo di interesse economico sul pomodoro da industria ha messo in evidenza la necessità delle organizzazioni di produttori di aderire all’Organizzazione interprofessionale di settore. Questo organismo si è rivelato utile strumento e piattaforma di confronto sia per affrontare i problemi più immediati di questo peculiare segmento produttivo sia per elaborare strategie di sviluppo sulle quali trovare una convergenza e un migliore equilibrio tra parte industriale e produttori».
Programmare la prossima campagna del pomodoro
Il Gie, aggiunge Ferrandino, «ha ribadito la necessità di programmare sin d’ora la prossima campagna del pomodoro, in modo da raggiungere per tempo un accordo equo, lungimirante, su tutte le questioni da cui dipende il buon andamento della filiera e una piena soddisfazione delle parti. Per migliorare i risultati della filiera, occorre che le necessità dei produttori trovino risposte e soluzioni avanzate. La Puglia nel 2021 ha coltivato a pomodoro da industria 17.170 ettari, in gran parte concentrati nel Foggiano, per una produzione totale raccolta di 14.782.950 quintali.
La Puglia rappresenta oltre il 50% della superficie coltivata a pomodoro in tutto il Sud e circa il 70% del raccolto di tutto il Mezzogiorno. I pomodori pugliesi hanno specificità qualitative che li rendono unici per proprietà nutritive e quindi vengono molto richiesti sul mercato. Da ciò la necessità di garantire agli agricoltori, attraverso una migliore riconoscibilità e una certificazione di qualità, un reddito all’altezza del loro impegno e del loro prodotto. Il Gie ribadisce, infine, la proposta di lavorare per un accordo di programma e un contratto di filiera che valorizzino la produzione, il territorio e la redditività dei produttori di pomodoro della Capitanata».