Si alleviano parzialmente le tensioni nel mercato delle materie prime utilizzate nell’alimentazione zootecnica e nei listini delle Borse Merci nazionali tornano a prevalere diffusi ribassi in chiusura di marzo.
I cali hanno interessato sia i cereali foraggeri, a causa del rallentamento dei consumi zootecnici, sia le farine proteiche, soia in particolare, sulla scia dei ribassi registrati per le quotazioni sulle piazze internazionali. A diminuire le tensioni è stato anche l’arrivo delle precipitazioni nelle regioni del Nord Italia, dopo le condizioni siccitose dei mesi scorsi. Tra i foraggi, stabili i prezzi dell’erba medica.
I grani teneri rallentano la corsa
Nel comparto dei cereali foraggeri, si è osservato un ulteriore arretramento per i prezzi dei grani teneri, scesi a Bologna su un valore medio di 400 €/t (franco arrivo), in calo di 12 €/t rispetto alla settimana precedente. Le quotazioni attuali rimangono però elevate, più alte del 68% rispetto ad un anno fa e del 27% rispetto alla settimana precedente lo scoppio del conflitto russo-ucraino.
L'orzo fa un passo indietro
Domanda debole e listini in calo anche per l’orzo ad uso zootecnico, arretrati a Bologna di 7 €/t ed attestati ora a ridosso dei 380 €/t (franco arrivo). La crescita rispetto alla scorsa annata rimane accentuata, pari ad un +86%.
Sorgo, +75% rispetto a un anno fa
Mercato in calo anche per il sorgo nazionale, in discesa sulla piazza di Milano di 5 €/t ed attestato sui 380-385 €/t (franco arrivo), un livello che si mantiene comunque superiore di quasi il +75% su base annua.
L'erba medica si stabilizza
Tra i foraggi, si sono stabilizzati i prezzi dell’erba medica, dopo i rialzi delle scorse settimane. Alla Borsa Merci di Bologna il prodotto cubettato, con il 17% di proteine, è rimasto invariato sui 300 €/t (franco arrivo), mantenendo un incremento del +34% rispetto ad un anno fa.
Soia, le stime Usda trainano le quotazioni al ribasso
Prezzi in discesa anche per la soia, condizionata dai ribassi che hanno colpito le quotazioni internazionali, complici le stime diffuse dall’Usda (Dipartimento dell’Agricoltura americano) sulle prossime semine negli Stati Uniti, che hanno indicato superfici sui 91 milioni di acri, in aumento del 4,3% rispetto al 2021. Le quotazioni alla Borsa di Chicago sono scese per la prima volta dallo scorso 17 febbraio sotto la soglia dei 16 dollari per bushel (15,80 dollari per bushel pari a 526 €/t).
In Italia, i semi di provenienza estera hanno ceduto ben 20 €/t rispetto alla settimana precedente, attestandosi a Bologna sui 675-680 €/t (franco arrivo) e mantenendo un divario positivo rispetto allo scorso anno del +22%. I ribassi nel mercato americano, dove le quotazioni hanno chiuso la settimana con un calo dell’8% rispetto a sette giorni prima, sono stati alla base della riduzione dei prezzi della farina di soia osservata nei listini nazionali, con flessioni settimanali rilevate in tutte le principali Borse Merci ed attestate tra il -2% e il -3%. Come per la soia, anche per la farina i prezzi attuali mantengono un rincaro considerevole rispetto a dodici mesi fa, nell’ordine del +30% a Milano.
Anche le farine di girasole e di colza guardano all'ingiù
Tra le altre farine proteiche, mercato pesante e cali settimanali a doppia cifra per la farina di girasole, scesa a Bologna su un prezzo medio di 460 €/t (franco arrivo), quasi 20 €/t in meno rispetto alla settimana precedente. Le quotazioni attuali rimangono comunque sostenute, in crescita del +49% rispetto ad un anno fa. Torna in calo anche la farina di colza, in ribasso di 10 €/t a Milano (516-519 €/t, franco arrivo). Anche in questo caso, resta considerevole l’incremento anno su anno, superiore al +40%.
