Al Campus universitario di Fisciano è stata celebrata la prima assemblea generale del Distretto Castagne e Marroni della Campania, il primo distretto regionale composto da 300 imprese dedicato alla castanicoltura e riconosciuto dal Ministero per le Politiche Agricole.
Parola d’ordine: aggregazione
Si tratta di un percorso maturato in seno alla Commissione Agricoltura della Regione Campania, voluto tra gli altri dal vice presidente Maurizio Petracca, presente insieme all’assessore Nicola Caputo e a Gennarino Masiello vice presidente nazionale di Coldiretti, ai lavori di Fisciano in provincia di Salerno.
Presieduto dal professor Antonio De Cristofaro, e diretto da Roberto Mazzei, il distretto nasce con l'obiettivo di rafforzare e valorizzare una filiera di primo piano per la Campania, che vuole esportare il prodotto a marchio Igp nel mondo e aprirsi all’industria dolciaria.
L’ufficializzazione del distretto castanicolo fa seguito alla legge regionale del 29 novembre 2018, n.42, che condivisa con le organizzazioni di categoria, è dedicata agli interventi per il sostegno e la promozione del comparto e indica tra gli strumenti da realizzare, la nascita di consorzi e forme associative. Infatti l’obiettivo della legge, che ha visto tra i primi firmatari il numero due dell’VIII Commissione regionale, guarda alla promozione, alla ricerca e alla commercializzazione della castagna.
Una filiera che merita valore
Il distretto mira a valorizzare l’intera filiera. Il valore complessivo del comparto oggi ammonta a circa 100 milioni di euro annui, e si posizione come uno dei settori chiave dell’economia campana, soprattutto delle aree interne. L’Irpinia in particolare vanta qualità e reddittività di prodotto pronte a concorrere con altre regioni del Centro Italia. Complessivamente la produzione regionale si attesta intorno al 40% per cento su base nazionale.
Il calo della redditività negli ultimi anni ha avuto pesanti ripercussioni, soprattutto negli areali di pregio, connotati da marchio Igp, come Montella, Volturara Irpinia, Bagnoli Irpino, Nusco, Montemarano, Cassano Irpino e Serino.
L’impatto del cinipide galligeno
«Con una produzione media annua di 7-8 mila tonnellate, la "Castagna di Montella" partecipa a circa il 60% dell'intero raccolto di castagne della provincia di Avellino. Il 50% circa del prodotto viene esportato oltreoceano, il 25% viene esitato sui mercati europei e solo il restante 25% è collocato sui mercati nazionali (dati Regione Campania)».
Le gravi ripercussioni dovute alla lotta al cinipide galligeno e le chiusure imposte dall’emergenza sanitaria, che hanno congelato sagre e altri eventi legati alla valorizzazione e commercializzazione del prodotto, la redditività ha subito crolli importanti. Proprio su questo aspetto si confronterà il costruendo distretto castanicolo, che oggi beneficia del passaggio dei castagneti da bosco ceduo a frutteto, consentendo anche ai produttori e alle aziende di attingere ai fondi del Pnrr, e del Piano di sviluppo rurale regionale.
“Oggi il distretto rappresenta lo strumento più utile per dare nuovo slancio a questo importante comparto del sistema agricolo regionale, un settore che trova nelle aree interne, in Irpinia in particolare, i suoi territori di punta” ha commentato il vice presidente della Commissione Agricoltura della Regione Maurizio Petracca.