Le imprese attive condotte al femminile in agricoltura sono complessivamente 203.503, che rappresentano il 28,2% del totale. La regione con il maggior numero di imprese agricole femminili è la Sicilia con 24.831 (+1,7 negli ultimi 2 anni), seguita da Puglia (23.361) e Campania (21.406). A livello delle provincie al primo posto troviamo Trieste con un incremento del 6,92%, seguita da Lecce (+6,59%), Como (+5,48%) e Rieti (+4,4%). Questa l'analisi del centro Studi di Confagricoltura presentata da Confagricoltura Donna che, in occasione dei dieci anni della fondazione, ha organizzato un incontro sulle “Aree rurali disagiate: il futuro è Donna”, presso la Sala Refettorio della Camera dei Deputati.
Crescono le reti al femminile
Mostrano particolare dinamismo – come rivela l’analisi - le donne impegnate nelle società di capitali e di persone che, in particolare nella fascia di età che va da 18 a 29 anni, raggiungono il 33,76% a dimostrazione dell’acquisita consapevolezza dell’importanza di costruire reti al femminile. Dieci anni fa erano meno della metà e rappresentavano il 14% del totale.
Diversificare, il punto di forza delle imprenditrici
Per quanto riguarda i comparti coniugati al femminile permane lo zoccolo duro nell’agriturismo, nella multifunzionalità e nelle fattorie didattiche (arrivate complessivamente al 60%), si riscontra una maggioranza di imprenditrici nelle aziende biologiche. E’ cresciuta, negli ultimi 10 anni, in percentuale la presenza femminile negli allevamenti zootecnici superando il 43%, mentre nelle floricole sfiorano il 50%.
Imprenditoria femminile sempre più dinamica e incisiva
«L’imprenditoria femminile è una delle componenti più dinamiche del sistema produttivo nazionale. E la nostra associazione in questi anni si è consolidata sul territorio. Partiamo da una riflessione sulle aree svantaggiate, nelle quali siamo convinte che il futuro passerà dalla presenza femminile, per confrontarci con il mondo politico ed istituzionale». Lo ha affermato Alessandra Oddi Baglioni, presidente di Confagricoltura Donna.
Strumenti strutturali e non emergenziali
«Apprezziamo l’interesse che, in questi ultimi anni, hanno acquisito le politiche di genere nelle agende internazionali e nazionali, così come la creazione del fondo per l’imprenditoria femminile. La possibilità di aderivi è rimasta, però, aperta un solo giorno per l’esaurimento delle risorse. E’ questa la migliore dimostrazione di quanto le imprese femminili siano presenti e vitali e mandino un chiaro segnale – ha concluso Oddi Baglioni – della necessità di una precisa attenzione verso strumenti strutturali e non emergenziali, che tengano in considerazione l’universo della produzione agricola».
«Valorizzare adeguatamente le imprese condotte da donne»
«Per le imprese femminili l’agricoltura non è indietro, anzi. Le attività economiche a conduzione femminile in Italia sono circa il 21%, mentre nel nostro settore superano il 28%. Occorre valorizzare adeguatamente l’apporto delle imprese condotte da donne nell’accelerare la ripresa del Paese aprendo la strada a un futuro più inclusivo e sostenibile dal punto di vista produttivo, sociale e umano», ha affermato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, aggiungendo «faccio mia la richiesta avanzata da Alessandra Oddi Baglioni per creare percorsi strutturali, semplici e concreti, che affianchino crescita e sviluppo delle imprese agricole, fulcro dell’economia nazionale».