«Agricoltrici più resilienti e parte attiva nella gestione dei cambiamenti climatici»

All'interno dell'articolo un'analisi sull'imprenditoria femminile nel settore agricolo. In apertura la video intervista alla direttrice generale di Confagricoltura Annamaria Barrile.

Riunite a Palazzo della Valle a Roma le associazioni femminili di quattro settori agricoli: vino, olio, ortofrutta e riso per fare quadrato e chiedere alle istituzioni maggiore efficienza nella gestione della risorsa idrica.

«Per affrontare i cambiamenti climatici ormai irreversibili che stanno mettendo a dura prova non solo il nostro Paese ma l'intero sistema produttivo agricolo, la cui resilienza è stata centrale durante il periodo del covid e dall’inizio della guerra e che deve rimanere solida anche a fronte delle avversità climatiche, servono investimenti, infrastrutture, innovazione, Tea. Credo inoltre che le nostre donne abbiano dato grande prova di resilienza e siano le persone più capaci di innovare e condurre la trasformazione del mondo agricolo tutto».

Lo ha affermato la direttrice generale di Confagricoltura Annamaria Barrile in occasione dell'evento "Le donne unite per l'acqua", che ha visto protagoniste le associazioni femminili di quattro settori agricoli centrali (vino, olio, ortofrutta e riso) riunite per affrontare il problema dei cambiamenti climatici e chiedere alle istituzioni maggiore attenzione ed efficienza nella gestione della risorsa idrica.

Un documento unitario da presentare alle Istituzioni

confagricoltura donna
Alessandra Oddi Baglioni

«Vogliamo sancire la volontà delle quattro associazioni femminili di fare quadrato per affrontare il problema dei cambiamenti climatici. Siccità e alluvioni sono facce della stessa medaglia. Ci siamo riunite – ha affermato la presidente di Confagricoltura Donna Alessandra Oddi Baglioni – per proporre, seguendo le esigenze dei territori e produttive, un documento unitario che presenteremo alle Istituzioni».

Manutenzione dei bacini e monitoraggio del territorio: le richieste

Manutenzione dei bacini e risposte programmatiche in grado di introdurre misure stabili di adattamento, monitorando il territorio per calcolare le diverse esigenze, coinvolgendo le associazioni imprenditoriali, a partire da quelle del comparto agricolo. Queste, in sintesi, le richieste alle Istituzioni delle imprenditrici, che evidenziano come la carenza nella gestione delle acque coinvolga anche le aziende femminili, che proprio oggi hanno dimostrato di riuscire a fare fronte comune su questi temi.

Cambiamenti climatici, «Incentivare l’innovazione»

«Proprio in quest’ottica – ha concluso la presidente di Confagricoltura Donna – chiediamo alle Istituzioni di ascoltare le loro proposte anche nei luoghi in cui si programmeranno le soluzioni. A provvedimenti e misure di emergenza e piani di intervento a lungo termine occorre lavorare per incentivare l’innovazione, affiancando anche soluzioni che la natura stessa può darci, come intercettare le acque provenienti dagli eventi atmosferici».

cambiamenti climatici
Alessandra Oddi Baglioni insieme alle imprenditrici agricole.

L'identikit delle donne del riso, dell’olio, dell’ortofrutta e del vino

Donne&Riso - La risicoltura italiana è la prima in Europa con circa il 55% di produzione di riso. Sono 10.000 lavoratori impegnati nella coltivazione del riso, e sono per il 95% concentrati tra Piemonte e Lombardia. Il Piemonte è la prima regione produttrice. Circa il 20% delle 3.600 aziende risicole è guidata da mano femminile. Coinvolte nelle attività produttive dirette o di trasformazione. “Donne&Riso“ sostiene la necessità che la promozione di un prodotto vada di pari passo con quella del suo territorio.

Donne dell'olio - Per l’olio, le aziende guidate da donne sono circa il 30% del totale, ma arrivano fino al 41% in Calabria. Gli ettari di oliveti sono 1.158.818 (2022), rappresentando una variazione sul 2010 pari a -11,5%. Il 63% si trova al Sud fra Puglia, Calabria e Sicilia, e producono il 74% dell’intera produzione di olio. Il 15% viene prodotto al Centro fra Toscana e Lazio, e arrivano al 9% dell’intera produzione. Il 55% delle aziende ha meno di 1 ettaro e conduce il 16% dell’intera superfice olivetata, il 1,5% delle imprese ha fra 10-30 ettari, rappresentando il 14%, mentre solo lo 0,3% delle aziende olivicole ha più di 30 ettari ed esprime il 9% della superficie totale.

Donne dell'ortofrutta - Il settore ortofrutticolo italiano conta quasi 300mila aziende attive e rappresenta circa un quarto della produzione agricola nazionale. Le donne ricoprono ruoli molto specifici all’interno delle aziende; pur rappresentando il 69% della forza lavoro, sono troppo spesso ancora assenti nei contesti direzionali. Laureata (62%), la donna lavora nell’azienda di famiglia (46,8%) o in realtà cooperative (17,7%) per più di 40 ore a settimana (67,1%); la sua giornata tipo inizia tra le 7:00 e le 8.30 e finisce tra le 18:00 e le 19:00, lavora anche il sabato (“sempre” il 25,3%, “a volte” il 62%), si forma (87,3%) e si prende cura di figli e/o genitori e/o altri familiari (73,4%).

Donne del vino - Le aziende vitivinicole di famiglia hanno trovato in molti casi, nelle nuove generazioni, anche al femminile, spunti diversi e derivazioni originali per costruire l’immagine e i prodotti della propria azienda. Le Donne del Vino hanno dato l’esempio alle rappresentanze femminili di altri comparti produttivi italiani favorendo le pari opportunità nel mondo del lavoro e delle imprese. La presenza delle donne nelle imprese del vino si concentra nel marketing e comunicazione dove sono l’80% degli addetti, nell’enoturismo e nelle altre attività turistiche, dove sono rispettivamente il 76-75% degli occupati. Prevalgono leggermente anche nel commerciale (51%) mentre nel vigneto e in cantina la loro quota crolla al 14%. Possiamo dire quindi che il gentil sesso trasforma il vino tricolore in euro.

Analisi sull'imprenditoria femminile nel settore agricolo 

Il 31,5 % dei capi d’azienda agricola è donna

Secondo un'indagine del centro studi di Confagricoltura, le imprese femminili attive in agricoltura sono 256.815 (dieci anni fa erano meno della metà, rappresentavano il 14% del totale delle aziende), di queste mostrano particolare dinamismo quelle impegnate nelle società di capitali e di persone, che rappresentano il 28,2% del totale, in particolare nella fascia di età 18/29 anni raggiungono il 33,76% a dimostrazione dell’acquisita consapevolezza dell’importanza di costruire reti al femminile.

Nel 2020, dati ultimo censimento Istat, le donne occupate in agricoltura sono 823mila: il 30% circa del totale delle persone occupate in agricoltura. I capi di azienda donna registrati nel 2020 sono il 31,5% (30,7% nel 2010; 25,8% nel 2000).

Le aziende guidate da donne sono collocate soprattutto nelle Regioni del centro sud: la percentuale più alta (40%) di imprenditrici agricole è in Molise.

Le aziende condotte da donne producono il 28% del Pil agricolo

Secondo ultimi dati Censis, nell’agricoltura italiana, le donne a capo di aziende agricole coltivano il 21% della Sau (Superficie agricola utilizzata), ma producono il 28% del Pil agricolo.

Agricoltrici centrali nella produzione agroalimentare ma ai margini per accesso al credito e ruoli apicali

Resilienza e centralità confermata dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao), secondo la quale le donne hanno in mano la produzione agricola mondiale. Non solo, sono sempre le donne a contribuire in modo significativo alla sicurezza alimentare, alla gestione del territorio e delle risorse naturali. Tuttavia, continuano ad avere minore accesso al credito, ai mercati, ai ruoli decisionali.

 

«Agricoltrici più resilienti e parte attiva nella gestione dei cambiamenti climatici» - Ultima modifica: 2023-06-14T18:47:29+02:00 da Laura Saggio

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