Siccità, al Centro-Nord rese del grano giù del 30%

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Il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, chiede al Governo la dichiarazione dello stato di emergenza e un decreto siccità per sostenere il comparto agricolo

Un taglio del raccolto del grano del 30%. Queste le prime stime nel Centro-Nord nei primi giorni di trebbiatura, una minor produzione che si va ad aggiungere all'aggravio dei costi di produzione per le aziende cerealicole: dal rincaro dei fertilizzanti (+170%) a quello del gasolio arrivato a 1,60 euro/l con +130% in un anno. A seguito della grave situazione di siccità che sta colpendo il territorio italiano, il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, chiede al Governo la dichiarazione dello stato di emergenza e un decreto siccità per sostenere il comparto agricolo, vitale per il nostro Paese.

«L'assenza di precipitazioni nel periodo primaverile e le alte temperature che hanno anticipato la maturazione anche delle varietà tardive di frumento - dichiara Fini - hanno provocato cali produttivi ingenti e una qualità non ottimale».

Dalle prime stime, la media sembra essersi attestata sui 45-50q/ha, al di sotto dei 70-75 degli anni scorsi. Le produzioni 2021 registrano buone quotazioni nelle borse merci, ma questo consente solo parzialmente alle aziende di far fronte ai costi di produzione fuori controllo. Con medie produttive così basse, la marginalità sarà, infatti, ai limiti della sussistenza e molti coltivatori potrebbero decidere di non seminare grano in autunno. Le cause della crisi idrica che ha colpito il bacino padano sono da ascrivere a precipitazioni sotto la media anche del 70% (anche 110 giorni di siccità assoluta in alcuni areali) e a un inverno senza neve. Un problema ulteriore è dato dal cuneo salino che si sta spingendo a 20 chilometri dalla foce del Po, dove le falde acquifere sono diventate salmastre e dunque inutilizzabili.

«Una situazione così sarebbe eccezionale anche ad agosto e va affrontata con misure eccezionali - conclude Fini - da una rete di piccoli invasi a grandi impianti di desalinizzazione, utilizzando in maniera efficiente  i fondi del Pnrr, sono necessari anche nuovi strumenti di assicurazione, perché quelle che erano anomalie climatiche stanno diventando la cronaca di tutti i giorni». L'assenza di pioggia sta mettendo a dura prova l'Italia. Ecco da Nord a Sud la mappa della siccità.

La situazione nelle regioni

PIEMONTE

È la regione più colpita: in oltre 200 comuni l'acqua è razionata. Gli invasi sono al minimo storico con una riduzione media dal 40 al 50%. Il Lago Maggiore in tre giorni ha perso un metro: il livello è passato dal 193,89 metri a 192,83. Le acque del Po non sono mai state così basse da 70 anni.

VALLE D'AOSTA

Nevai già sciolti come ad agosto e portata della Dora Baltea quasi dimezzata rispetto a un anno fa: solo 135 metri cubi al secondo a fronte dei 243 di allora. L'acqua conservata nel manto nevoso rispetto alla media storica è in calo del 40-50% (il dato peggiore dal 2002).

VENETO

È nella provincia di Verona che si fa sentire maggiormente l'emergenza: 40 Comuni hanno adottato il razionamento idrico.  Anche in Veneto il Po mostra segni di sofferenza e l'Adige e il Piave sono ai livelli negativi di guardia. Precipitazioni inferiori del 40% rispetto  al 2021.

LOMBARDIA

I problemi principali riguardano l'agricoltura con stime di danni per 2 miliardi di euro. La Regione invita i cittadini a consumare l'acqua con moderazione . "Per ora la situazione della Lombardia è sotto controllo - assicura il governatore Attilio Fontana".

FRIULI-VENEZIA GIULIA

Primi razionamenti di acqua lungo il fiume Meduna. La situazione resta di emergenza con le riserve che si stanno prosciugando.

TRENTINO-ALTO ADIGE

La portata dell'Adige è più bassa del 24% rispetto alla media. Nel comune di Ronzo-Chienis, sospesa la fornitura di acqua alla popolazione tra le ore 23 e le 6.

EMILIA ROMAGNA

Caldo record con temperature più alte di 3 gradi e precipitazioni inferiori del 62% alla media. Acqua quasi del tutto assente nei terreni e agricoltura particolarmente in sofferenza. Primi stop per la produzione idroelettrica. Desta preoccupazione la risalita del cuneo salino, ora a 21 chilometri. Misure emergenziali per l'acquedotto di Ferrara.

TOSCANA

Le piogge scarse sono insufficienti a ricaricare le falde sotterranee che alimentano i pozzi, specie sulla costa. Ma non si registrano situazioni di grave crisi idrica.

MARCHE

Portata dei fiumi ai minimi storici per la carenza di precipitazioni -53% rispetto alla media degli ultimi dieci anni. Osservati speciali i fiumi Esino e Misa, Metauro e  Chienti.

ABRUZZO

Primi problemi per l'agricoltura, con una riduzione di produzione delle coltivazioni in campo come il grano, di almeno il 15%, secondo Coldiretti.

MOLISE

In Molise la situazione è tranquilla. Il livello dell'acqua all'invaso della diga del Liscione (116 metri) è di un metro superiore a quello dello scorso anno. Qualche sofferenza si registra alle colture cerealicole sulla fascia costiera.

LAZIO

Zingaretti ha annunciato lo stato di calamità naturale. Servirà ad adottare misure di risparmio idrico anche a Roma. La situazione più grave è nel Viterbese. Soffrono Tevere e Lago di Bracciano: il fiume ha un calo di portata preoccupante, il lago è a -107 cm, considerato un livello critico.

UMBRIA

Calo di tre centimetri per il lago Trasimeno e di sei per il fiume Tevere in soli 4 giorni. Il Trasimeno ha perso un metro e 23 centimetri all'isola Polvese, mentre il livello del Tevere è di un metro e 12 centimetri (anzichè  tra i 4,50 e i 5,70 metri)

CAMPANIA

I livelli dei fiumi calano ma gli invasi per ora non scendono sotto il livello di guardia: quello della diga di Piano della Rocca sul fiume Alento contiene il 64% della sua capacità.

BASILICATA

Per ora nessuna emergenza. Negli invasi lucani ci sono  circa 408 milioni e 300 mila metri cubi di acqua.

PUGLIA

Scattata la fase di pre-allarme. Grazie alle piogge invernali negli invasi la situazione è simile o  in alcuni casi migliore dell'estate scorsa. I timori riguardano il settore agricolo.

CALABRIA

I timori riguardano soprattutto l'olivicoltura. L'aumento delle temperature mette a repentaglio la produzione di fiori e frutti con una media del danno che si attesta al 10%, oltre il 60% sulla costa jonica.

SICILIA

Nelle 25 dighe su tutto il territorio l'acqua supera i livelli dell'anno scorso con volumi d'acqua pari a 572,85 milioni di metri a fronte dei  477,09 del 2021.Ma l'isola resta  la regione italiana con maggior rischio di desertificazione, di valore medio-alto, pari al 70%.

SARDEGNA

Nonostante il calo delle precipitazioni con punte del -30% da metà dicembre a marzo, la siccità non fa paura: grazie ad un maggiore accumulo dovuto alle scorte, nelle dighe è presente l'80% dell'acqua invasabile.

Siccità, al Centro-Nord rese del grano giù del 30% - Ultima modifica: 2022-06-21T17:54:57+02:00 da Redazione Terra e Vita

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