Precision farming, difesa con droni e agenti di biocontrollo, gli ibridi più performanti, la pacciamatura anti-infestanti, la nutrizione con digestati e formulati bio, il risparmio idrico, le trattrici a metano. Il meglio della produzione sostenibile del mais a destinazione zootecnica nellemanifestazioni in campo allestite da FederBio Servizi e dalla rete BioDemoFarm
È possibile produrre mais biologico? La risposta è sì, a patto che si punti tutto sull'innovazione e sulla multifiliera.
«È proprio questo lo scopo – spiega Nicola Stanzani, direttore di FederBio Servizi - del ciclo di manifestazioni in campo che, come FederBio Servizi, abbiamo organizzato nell’ambito della rete BioDemoFarm con la prima giornata che si è tenuta presso il Borgo Le Aie, l'azienda agricola biologica della Fondazione F.lli Navarra lo scorso 12 maggio e la seconda, incentrata sulla maiscoltura di precisione, presso l’azienda Agrisfera di Ravenna il 24 maggio».
Due giornate dedicate alle migliori tecniche per ottenere una produzione di mais con metodo biologico e per rimettere al centro la pratica agronomica in tutti i suoi risvolti.
Il materiale genetico
Due appuntamenti che hanno visto la partecipazione di oltre 300 persone. «Produttori e tecnici – continua Stanzani – che hanno potuto verificare come in agricoltura biologica nessun aspetto deve essere trascurato». Il successo di questa coltura si fonda infatti su una buona sinergia tra le diverse tecniche agronomiche in grado di esaltare le potenzialità dei fattori di produzione, a partire dal suolo e dalla sua fertilità, e da materiale genetico, come quello proposto da KWS, in grado di garantire alti livelli di produttività e di resistenza agli stress biotici e abiotici.
Semina, biocontrollo, nutrizione
In mostra anche le tecnologie e i materiali più innovativi come la seminatrice brevettata da Forigo Italia in grado di abbinare alla semina la stesura di bioteli pacciamanti (frutto della ricerca sui microgranuli di BASF) e manichetta di irrigazione. E ancora i droni proposti da Scaligera Drone Solutions per il biocontrollo della Piralide con il lancio di Trichogramma, fino ai mezzi tecnici più innovativi per la nutrizione (Timac) per il biocontrollo (CBC-Bioguard) e agli insetti utili prodotti dalla biofabbrica Bioplanet.
«È possibile quindi - chiosa Stanzani - una produzione biologica del mais che punti ad una sostenibilità a tutto tondo, utilizzando materiali e macchinari attenti all’economia circolare, come il trattore a biometano proposto da New Holland, campione di economia circolare».
Rotazione vuol dire multifiliera
Per garantire una piena sostenibilità e redditività delle produzioni biologiche di mais occorre poi investire sulla mutlifiliera, puntando su rotazioni con cereali autunno vernini e leguminose e anche con colture sarchiate che possano garantire l’alternanza con il mais, quali il pomodoro da industria e la barbabietola da zucchero.
Toccare con mano l’innovazione
BioDemoFarm è un progetto pensato da FederBio Servizi che mette in rete una seria di aziende dimostrative per per promuovere il trasferimento delle innovazioni in agricoltura biologica. Un’iniziativa che punta a fare toccare con mano ai produttori le ultime avanguardie riguardo all’agricoltura di precisione, fondamentale nella coltivazione biologica del mais per il controllo delle erbe infestanti. Ma anche per la difesa con agenti di biocontrollo e una nutrizione attraverso un buon uso del digestato liquido, per la produzione di insilato destinato all’alimentazione delle vacche da latte allevate in biologico. Un’iniziativa realizzata con il supporto di Bologna Fiere – Sanatech e il Canale Emiliano Romagnolo, che ha visto la partecipazione di partner tecnici quali KWS Italia, Timac Agro Italia, CBC Europe-BIOGARD, Bioplanet, Scaligera Drone Solutions, Sergio Bassan, Agricola Grains, New Holland - Consorzio Agrario di Ravenna, OCMIS, Agricolus.
La sfida del 25% di bio
«La sfida che abbiamo davanti è impegnativa – ammonisce Nicola Gherardi Ravalli Modoni, Presidente Fondazione per l’Agricoltura F.lli Navarra -. L'Unione Europea ha infatti tracciato l'obiettivo di raggiungere il 25% di superfici europee biologiche entro il 2030 come parte integrante di una strategia come la Farm to Fork che vuole favorire lo sviluppo di un modo di produrre meno impattante sul clima».
«Non ci possiamo tirare indietro, l'esperienza della Fondazione Navarra dimostra che la diffusione della conoscenza è il modo più efficace per fare crescere in maniera sostenibile, facendo perno sull'agricoltura, l'economia dei territori».
«La rete BioDemoFarm - afferma Giovanni Giambi, Direttore Generale della Cooperativa Agrisfera – è costituita da aziende che sono punti di riferimento per il loro territorio anche per la capacità di realizzare produzioni biologiche redditizie e altamente competitive». «Siamo orgogliosi di mettere a disposizione la nostra esperienza e competenza in favore della sostenibilità della produzione agricola e zootecnica».
Due miliardi di euro a sostegno del settore
«Il mais biologico – chiude Paolo Carnemolla, Presidente di FederBio Servizi - nella filiera del latte bio ha ampi spazi di crescita in Italia anche per le necessità imposte da una situazione dei mercati che rende sempre più necessario puntare su filiere interamente Made in Italy». «Le nostre iniziative aiutano la divulgazione del metodo biologico e facilitano il raggiungimento dell’obiettivo di crescita della SAU biologica fissato sia in Italia che in Emilia Romagna al 25% entro il termine della prossima programmazione». «Grazie agli oltre 2 miliardi di euro destinati a questo obiettivo a livello nazionale e ad una Legge sull’agricoltura biologica che tra le altre cose ha introdotto il marchio Bio Made in Italy abbiamo sicuramente un quadro stabile per investire in questo settore».