Il consiglio d'amministrazione di Melinda ha approvato il bilancio dell’annata 2021-2022 che nei prossimi giorni sarà sottoposto per l’approvazione all’assemblea dei 16 consorzi ortofrutticoli della Valle di Non e di Sole. Un bilancio in chiaro scuro perché l’annata non è stata fra quelle favorevoli, la pezzatura era complessivamente piccola e molte zone hanno subito forti grandinate. Il risultato è stato quello di un deprezzamento delle mele complici anche gli aspetti legati alla crisi economica. Rispetto al 2021 la produzione è calata di 50mila quintali, passando da 4.220.000 a poco più di 4.160.000, mentre il fatturato è sceso a 276 milioni di euro contro i circa 320 dell’anno precedente.
Ai produttori il 25% in meno rispetto a un anno fa
Ma quello che più interessa i produttori è il prezzo delle mele che Melinda andrà a liquidare ai propri consorzi che a loro volta, detratte le spese della singola cooperativa andranno a corrispondere ai soci. A fronte di un prezzo medio di 0,51 euro al kg della precedente stagione il prezzo medio di questa ultima è di 0,384 euro al kg, un calo del 25%. Certo la forte riduzione del calibro delle mele assieme alle pesanti grandinate hanno influenzato notevolmente il prezzo, si rileva all’interno di Melinda.
Ma per una lettura corretta delle entrate dei frutticoltori vanno messi in conto anche i forti ristorni ottenuti dal Condifesa di Trento per i danni subiti dalle grandinate, anche perché la quasi totalità dei frutticoltori era adeguatamente coperto da una polizza multirischi, e le perizie sui danni sono state fatte sul reale prezzo delle mele e non su un quello ipotetico.
Ansia per i costi dell'energia
E il futuro che prospettive riserva? Innanzi tutto si parte da un prodotto molto diverso da quello del 2021, la pezzatura quest’anno è ottima, la quantità è nella media e la qualità grazie alle condizioni meteorologiche dall’agosto in poi è ottima, la regina della Val di Non, la Golden Delicious ha fatto la classica fiammetta rossa che contraddistingue la frutta di montagna. Ma a preoccupare è la situazione economica, i costi energetici in un comparto molto energivoro per la conservazione delle mele. Per fortuna una buona fetta della produzione viene conservata nelle celle ipogee con un forte abbattimento dei costi energetici e molte strutture di conservazione le lavorazione sono coperte di pannelli fotovoltaici che permettono una riduzione die costi energetici.
Andando ad analizzare i prezzi delle diverse varietà e sistemi di coltivazione si scopre che la Renetta Canada è stata la più remunerata a kg di mele conferite, 0,491 euro/kg. Difficile definire il prezzo del biologico in quanto il distretto di Vervò, dove si produce la maggior parte del biologico è stato fortemente colpito dalla grandine, per cui la liquidazione di è fermata mediamente a 0,473 euro/kg.