Si accentuano in chiusura di gennaio i ribassi dei prezzi delle materie prime destinate all’alimentazione zootecnica, condizionati da uno scenario di mercato che resta segnato da un’offerta accresciuta dagli arrivi di merce estera e superiore alla domanda zootecnica. A pesare sono anche i contemporanei cali delle quotazioni sulle principali piazze estere, oltre al rafforzamento dell’euro nei confronti del dollaro, con il tasso di cambio tornato in settimana a superare 1,09. A livello di prodotti, diffusi i cali per i cereali foraggeri, con la sola eccezione del sorgo, e, tra i proteici, per soia e girasole.
Orzi in netta discesa
Tra i cereali foraggeri, mercato pesante per gli orzi, con netti ribassi settimanali su tutte le principali piazze di scambio italiane. A Bologna, l’orzo pesante per uso zootecnico ha ceduto 7 €/t, tornando a ridosso dei 300 €/t (300-305 €/t, franco arrivo), ormai in linea con i valori che si registravano nella settimana precedente lo scoppio del conflitto russo-ucraino. I prezzi attuali sono sugli stessi livelli di un anno fa.
Grano tenero, -2,3% su base annua
Si confermano in calo anche i prezzi dei grani teneri ad uso zootecnico, il cui prezzo medio ha perso 6 €/t sulla piazza di Bologna, attestandosi sui 315 €/t (franco arrivo). Rispetto a un anno fa, la variazione è leggermente negativa, pari a un -2,3%.
Il sorgo rimane più stabile
Rispetto a orzo e grano tenero, le quotazioni del sorgo hanno mantenuto una maggiore stabilità (330-335 €/t a Milano, franco arrivo). Resta superiore al 10% la crescita rispetto alla scorsa annata.
Segnali di cedimento per la soia
Tra i proteici, segnali di cedimento per la soia. Complice la maggiore offerta, i prezzi dei semi di soia nazionali e di provenienza estera hanno perso 5 €/t rispetto alla settimana precedente sia sulla piazza di Bologna sia di Milano. Rimane contenuto il calo rispetto alla scorsa annata per la soia nazionale (-6,5% a Milano), mentre per la soia in arrivo dall’estero si mantiene una debole variazione positiva (+2,7%). Oltreoceano, in calo anche i prezzi spot della soia americana (fob Gulf) scesi di 9 $/t e passati da 608 a 599 $/t (pari a 551 €/t).
Farina di soia e di girasole in picchiata, ferma quella di colza
Tra le farine proteiche, forte calo settimanale per la farina di soia a causa della pesantezza della domanda e dei ribassi all’origine. A Bologna i prezzi della farina proteica estera sono scesi di 25 €/t attestandosi a ridosso dei 610 €/t (franco arrivo), un livello che resta più alto del 18,5% rispetto a un anno fa. Il segno “meno” ha caratterizzato l’andamento settimanale anche della farina di girasole proteico: a Bologna la riduzione ha toccato la doppia cifra (-10 €/t). I prezzi si attestano sui 370-375 €/t (franco arrivo) e, come per la soia, restano però in crescita rispetto a dodici mesi fa (+13,6%). Nessun movimento, invece, per la farina di colza, ferma sui valori di sette giorni prima (408-411 €/t). Seppur contenuto, il confronto su base annua è negativo (-3,1%).