La settimana a cavallo tra fine febbraio e inizio marzo è stata segnata da diffusi ribassi dei prezzi delle principali materie prime destinate all’alimentazione zootecnica, confermando in particolare per i cereali foraggeri i segnali negativi che si erano già osservati nella settimana precedente. Ancora un segno “meno” dunque per orzo e grano tenero, complice una domanda ridotta, a cui si è aggiunta, tra i proteici, la flessione per la soia, dipesa anche dai cali registrati nel mercato fisico sulle principali piazze internazionali. Tra le farine proteiche, diffusi ribassi hanno interessato la soia mentre in rialzo sono apparsi i prezzi del girasole.
Il grano tenero scende sotto la soglia dei 300€/t
Seconda settimana consecutiva di ribassi per il grano tenero zootecnico, che sulla piazza di Bologna perde 5 €/t, scendendo sui 297-310 €/t (franco arrivo) e che nel confronto con lo scorso anno accusa ora un calo di oltre il -10%.
Anche l'orzo è in calo
Scenario simile per l’orzo, sia di origine nazionale che di provenienza comunitaria, segnato da diffusi ribassi nei listini delle principali borse merci italiane. A Bologna il ribasso è stato di 5 €/t per entrambe le origini, con i valori attestati sui 273-278 €/t per l’orzo nazionale e sui 275-278 €/t per l’orzo comunitario. Si accentua la flessione rispetto alla scorsa annata, che supera la soglia del -10%.
Il sorgo rientra sui livelli di un anno fa
Segno “meno” anche nei listini del sorgo, che su base settimanale perdono 5 €/t a Milano, scivolando sui 315-320 €/t (franco arrivo) e riducendo così la crescita rispetto ad un anno fa, che si attesta ora su un +5%.
Battuta d'arresto per la soia
Tra i proteici, si è arrestata la fase di lieve ma costante aumento dei prezzi della soia. I ribassi sono tornati ad osservarsi sia per la soia nazionale (-3 €/t a Bologna) che, soprattutto, per la soia di provenienza estera (-13 €/t), quest’ultima tornata sui 560-580 €/t (franco arrivo), un livello più basso del 15% rispetto ad un anno fa. Quotazioni in calo anche su alcune delle principali piazze internazionali: la soia brasiliana (Fob Paranagua) ha perso il 2% su base settimanale, attestandosi sui 553 $/t (pari a 517 €/t); calo percentuale analogo per la soia americana (Fob US Gulf), scesa sui 589 $/t (pari a 551 €/t).
Tra le farine proteiche aumenta solo quella di girasole
A completare il quadro ribassista per il comparto della soia sono giunti i cali registrati per le farine di soia: a Bologna la farina proteica estera ha ceduto 9 €/t rispetto alla settimana precedente ed è tornata ad attestarsi a ridosso della soglia dei 600 €/t. Pur riducendosi, rimane positiva la variazione rispetto a dodici mesi fa (+6%). Si conferma in aumento, invece, la farina di girasole proteica, che mette a segno a Bologna un rialzo settimanale di 7 €/t, raggiungendo la soglia dei 380 €/t (franco arrivo). Il confronto con un anno fa, segnato dai forti incrementi di prezzo per il girasole a causa dello scoppio del conflitto russo-ucraino, mette in evidenza una variazione negativa, pari a un -10,8%. Prosegue la fase di sostanziale stabilità per la farina di colza, su valori che attualmente sono più bassi del 10% circa su base annua.