La subirrigazione è una tecnica d’irrigazione di precisione che consiste nell’interramento delle ali gocciolanti a una certa profondità, in funzione delle caratteristiche fisiche del suolo e della profondità degli apparati radicali della coltura che si desidera irrigare.
La tecnica della subirrigazione si sta diffondendo sempre di più in agricoltura specializzata, grazie alla meccanizzazione per l’installazione, allo sviluppo di gocciolatori sempre più protetti dal rischio di penetrazione delle radici, ai sistemi di filtrazione sempre più efficienti, alla possibilità di automatizzare la pulizia dell’impianto e di monitorare il sistema attraverso l’impiego di misuratori di flusso.
Perché utilizzare la subirrigazione
La subirrigazione è localizzata alle radici della pianta. Questo permette di avere un effettivo risparmio di acqua, una notevole uniformità di distribuzione e di non ostacolare le operazioni colturali.
La fertirrigazione, eseguita con un sistema localizzato di subirrigazione, permette l’apporto degli elementi nutritivi poco mobili nel terreno (per es. fosforo e potassio) proprio in prossimità della parte assorbente dell’apparato radicale. Il tutto avviene con la coltura in atto e questo permette di non avere drenaggio dei fertilizzanti in falda e di incrementare l’efficienza nell’assimilazione dei nutrienti.
Tali pratiche sono bilanciate, in termini di impegno operativo, dalla scarsa necessità di manodopera. L’uso corretto di contatori volumetrici per verificare le portate totali o istantanee corrette è un ottimo mezzo di verifica e controllo. Programmare le manutenzioni consente infine di ottimizzare il fabbisogno di manodopera.
Coltivazioni sostenibili
Le recenti ricerche sull’agricoltura rigenerativa indicano la subirrigazione come un sistema ottimale e virtuoso da abbinarsi alla gestione del suolo in minima lavorazione o semina su sodo.
I punti di forza sono:
- uso razionale dell’acqua;
- tecnologia, alta efficienza d’uso (90-95%);
- nessuna alterazione fisica del suolo, assenza di impatti e fenomeni erosivi;
- apporto di nutrienti senza mezzi meccanici;
- applicazione in ambito collinare,
- ripristino della vitalità del suolo (agroecosistema).
I benefici della tecnica
Se confrontiamo mais e vite possiamo evidenziare i pregi della subirrigazione su entrambe le colture, ben diverse per fabbisogni e gestione agronomica.
Nel caso del mais, conoscendo in fase preliminare la tipologia di struttura del suolo, andremo ad interrare le ali gocciolanti a 25-35 cm al fine di creare un banco omogeneo di suolo umido alla profondità voluta, dove si concentrano i capillizi radicali.
La distanza tra le ali gocciolanti varia da 80 cm a 1 m e si consiglia la posa con l’aiuto dei sistemi satellitari.
L’ala gocciolante autocompensante più usata è DripNet di Netafim, nei modelli adatti alla subirrigazione dotati di sistema anti-sifone (AS) e di protezione dall’intrusione delle radici in ossido di rame (XR).
Nel caso della vite interreremo, invece, una sola ala gocciolante per filare alla distanza di circa 30-40 cm dal filare stesso e alla profondità di 35 cm. In questo modo si crea una striscia bagnata continua localizzata al volume di suolo maggiormente colonizzato dai capillizi della vite. La scelta ricade in questo caso su UniRam™, ala autocompensante con sistemi anti-sifone (AS), dotata di protezione dall’intrusione delle radici, grazie alla mescola con ossido di rame (XR).
Nello specifico UniRam™ AS XR, rende la subirrigazione applicabile anche nel biologico, è l’ala più resistente all’occlusione mai realizzata e tra le soluzioni più performanti della gamma Netafim.
L’irrigazione in subirrigazione è uno strumento agronomico che promuove produttività e qualità ed è, quindi, uno strumento di redditività per l’azienda agricola. Netafim dimensiona, progetta e installa gli impianti irrigui in subirrigazione e fornisce supporto tecnico e agronomico per una miglior gestione dell’impianto irriguo.