Psa, nuovo focolaio in un allevamento in Piemonte

Psa
Tre nuovi casi anche tra i cinghiali, di cui due in Liguria. Lollobrigida: «In arrivo 18 milioni di aiuti»

Un nuovo focolaio di Psa in un allevamento di maiali è stato rilevato dall'Izs
(Istituto zooprofilattico sperimentale) di Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta in provincia di Novara, a Casalvolone. Si aggiunge ai sette precedenti segnalati a Novara (uno), Castellazzo Novarese (uno), San Pietro Mosezzo (uno), Trecate (due), Vinzaglio (uno) e a Lignana (uno). L'aggiornamento dei dati è al 14 settembre e tre nuove positività sono state riscontrate anche tra i cinghiali, di cui una in provincia di Alessandria, a Viguzzolo (dove in totale si arriva così a due casi) e due in Liguria, in provincia di Genova, uno a Genova stessa (262 casi totali) e uno a Sant'Olcese (dodici complessivi).

In Piemonte i casi totali di positività alla positività alla Peste suina africana sono dunque ora 671, compresi gli otto focolai negli allevamenti suinicoli, e in Liguria sono 1.024, per una somma di 1.695 positività accertate. Con il caso nell'allevamento di Casalvolone crescono a 163 i Comuni in cui è stata osservata almeno una positività.

Filippini: «Psa diffusa più dall'uomo che dagli animali»

«Dobbiamo sempre pensare che il pericolo può essere il cinghiale che si infetta e trasmette il virus al suino domestico, ma anche l'essere umano. Oggi, stando alle indagini epidemiologiche, il ruolo dell'uomo è più importante rispetto a quello dell'animale». Così Giovanni Filippini, Commissario straordinario per la Peste Suina
Africana, in un'intervista One Health.

«Le possibilità di portare il virus all'interno degli allevamenti - precisa ilCommissario - possono riguardare sia il contatto con l'ambiente esterno, quindi con i cinghiali, ma anche il cosiddetto fattore umano: inconsapevolmente, una persona, o anche un mezzo, possono fungere da veicolo per il virus - e aggiunge - tutti: sappiamo che il virus, data la sua alta resistenza, rimane attivo sotto la suola delle scarpe per più di due settimane. Un allevatore che non si cambia le scarpe o non utilizza i dispositivi di protezione individuale può essere lui stesso il veicolo indiretto in un altro allevamento».

Il Commissario poi aggiunge la necessità di misure strutturali, come recinzioni, filtri, previsioni di igiene e gestionali di biosicurezza, cioè azioni fatte dal personale (allevatori, addetti, tecnici di determinati settori, veterinari) o dagli automezzi. «Per vincere questa battaglia servono tempo, molta prudenza e grande determinazione nell'applicazione delle azioni previste nella strategia - ha concluso -. Sarà fondamentale armonizzare i comportamenti nei diversi territori».

Lollobrigida, in arrivo aiuti da 18,5 milioni

«Nei prossimi giorni verrà approvato in Parlamento un provvedimento che prevede aiuti per 18,5 milioni di euro alle aziende che hanno subito e stanno subendo danni causati dalla peste suina in termini di perdita di capi e di mancato export». Lo ha detto il ministro dell'Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste Francesco Lollobrigida, rispondendo a una domanda alla Sala Stampa Estera durante la presentazione dell'Expo e del G7 agricolo a Siracusa, sull'isola di Ortigia, dal 21 al 29 settembre prossimi.

Psa, nuovo focolaio in un allevamento in Piemonte - Ultima modifica: 2024-09-17T10:27:07+02:00 da Redazione Terra e Vita

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