Tonda gentile, prezzo alto ma non basta a coprire i costi

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I primi valori oscillano tra i 470 e i 520 euro al quintale anche per la scarsità di prototto turco. Ma per avere un quadro più preciso bisognerà attendere il completamento della raccolta

Un primo approccio per valutare la reazione del mercato alle quotazioni, in attesa di portare a termine la campagna di raccolta e avviare le contrattazioni. È questo, secondo gli addetti ai lavori – esponenti delle Op e degli sgusciatori – il significato del prezzo della Tonda gentile annunciato, come da tradizione, lunedì 25 agosto, giornata conclusiva della 166ᵃ Fiera della nocciola di Castagnole delle Lanze, nell’Astigiano.

Fattore Turchia

I valori oscillano fra i 470 e i 520 euro al quintale, a seconda della qualità delle partite. «Un prezzo che tiene in conto non soltanto della scarsità di prodotto nell’areale piemontese, ma anche della disponibilità limitata di nocciole delle diverse origini italiane», spiega Pier Giorgio Mollea, titolare di Nocciole Marchisio di Cortemilia, azienda di sgusciatura che lavora circa il 60% del raccolto piemontese - intervenuto a Castagnole.

Sulle quotazioni iniziali del prodotto incide la situazione della Turchia, il principale produttore mondiale. «Le gelate di aprile hanno ridotto del 40 per cento le stime iniziali relative al raccolto. Si è generato, a livello globale, un ammanco di nocciole compensato soltanto in parte dalle migliori performance degli areali emergenti – Oregon e Cile su tutti - e, di conseguenza, una maggiore attenzione dei compratori per tutte le altre origini, con aumenti generalizzati dei prezzi».

In questo contesto globale va collocata la quotazione iniziale proposta per la Tonda gentile. «Un valore decisamente alto ma non fuori mercato, perché sostenuto dagli aumenti delle altre provenienze. I quantitativi limitati, circa 120-130mila quintali complessivi, e la qualità superiore delle nocciole piemontesi, inoltre, dovrebbero evitare contraccolpi negativi sulle quotazioni». L’ultima parola, naturalmente, sarà quella del mercato, con le prime contrattazioni attese per la metà di settembre: soltanto allora «si potrà valutare l’effettiva reazione delle industrie dolciarie ai prezzi e l’andamento della domanda da parte degli utilizzatori, alle prese con gli aumenti dei costi di altri ingredienti, primo fra tutti il cacao», conclude Mollea.

Scarsità di prodotto

Danilo Fontana, amministratore delegato dell’omonimo gruppo che, a Cravanzana, nel cuore delle Langhe cuneesi, lavora nocciole piemontesi e realizza una linea completa di semilavorati e creme, ha già ritirato 200 quintali di prodotto. «Sono tempestato dalle richieste di Tonda gentile ma non possono soddisfarle perché le operazioni di raccolta sono ancora in corso». Nell’Alta Langa cuneese, uno degli areali più vocati per la coltura, «le rese superano decisamente i 3 quintali per giornata piemontese della Bassa Langa, dell’Astigiano e della pianura, ma l’80 per cento delle nocciole è ancora nei campi».

Tonda gentile, occhio alla qualità

Il prezzo annunciato a Castagnole – Fontana è uno dei membri della Commissione che ha formulato la proposta, oltreché vicepresidente del Consorzio di tutela della nocciola Piemonte Igp - «è una dimostrazione di buone intenzioni verso i produttori. Un modo per invogliarli a proseguire nonostante le difficoltà di questi anni e, al contempo, fornire un’indicazione dei possibili guadagni». La vera incognita è la qualità delle nocciole che verranno conferite alla fine della campagna: «Non sappiamo quale sarà la percentuale di marciume, conseguenza delle piogge, nelle partite. Per questo, alla determinazione di una quotazione al punto resa si è preferito formulare un prezzo al quintale, con una forbice che evitasse eccessivi deprezzamenti».

In attesa delle prime transazioni, l’attenzione è tutta rivolta all’ultimazione delle operazioni in campo: «È importante che i contadini portino a termine la raccolta in ogni caso, per evitare quanto accaduto nel 2024, quando alcune aziende hanno preferito lasciare il poco prodotto nei campi, con ulteriori perdite di guadagni, a fronte di quotazioni che sono arrivate a 600 euro il quintale».

«Il prezzo della Fiera di Castagnole non soddisfa nessuno: gli agricoltori non riescono a compensare i danni da mancata produzione; chi trasforma, invece, deve comprare con quotazioni troppo elevate». Nicoletta Ponchione, responsabile di Piemonte Asprocor, Op corilicola del Piemonte, fotografa con poche parole la situazione delineata da una campagna che sta deludendo le aspettative di tutti gli attori della filiera, corilicoltori in primis.

A una situazione produttiva complicata, per gli effetti disastrosi di mancata impollinazione e cascola, si sono aggiunte, infatti, le conseguenze del maltempo successivo al Ferragosto. «Da una stima iniziale di 170-180mila quintali di raccolto siamo scesi a 120-140mila. Inoltre, i temporali hanno differito di 10 giorni la prosecuzione delle operazioni nei corileti, che pure erano partite con qualche giorno d’anticipo rispetto alla scadenza canonica del 15 agosto», spiega la referente della cooperativa di Cissone, nel Cuneese.

È troppo presto, quindi, per affrontare la grande questione con la quale si misurano i produttori: la qualità delle nocciole. «Le rese relative ai conferimenti effettuati prima delle piogge erano soddisfacenti, ora dovremo valutare eventuali danni causati dalla pioggia, un fattore decisivo nell’evoluzione delle transazioni»

Questo insieme di variabili pospone il momento della verità in fatto di quotazioni, per i produttori, alla pubblicazione dei listini prezzi dei compratori. «Ogni acquirente adotterà il proprio, classificando le nocciole in fasce sulla base di due parametri: avariato e cimiciato», prosegue Ponchione, che fa parte della commissione della Camera di commercio di Cuneo, incaricata di rilevare e pubblicare, con cadenza quindicinale, il prezzo di vendita delle nocciole, in base alle transazioni documentate. «La prima seduta si terrà all’inizio di settembre ma è molto improbabile che emergano indicazioni utili. Dovremo attendere i movimenti delle industrie sul mercato».

Valori in linea con il mercato globale

Di prezzi di buon auspicio, allineati al mercato globale, parla invece Matteo Cazzuli, responsabile tecnico di Ascopiemonte - Op corilicola di Neive, nel Cuneese – che tuttavia avverte: «Quelle di Castagnole sono indicazioni positive ma le quotazioni vere e proprie, per le nocciole, si faranno al punto resa non al quintale». Sebbene al momento sia prematuro formulare stime, la situazione commerciale del prodotto turco permette di ricavare informazioni mediante una comparazione con quella della Tonda gentile. «I prezzi delle varietà Levant e Giresun sono oltre i 4 dollari il chilo, fatte le dovute proporzioni 9 euro e 50 il punto resa. Se si traslano questi valori sulla Tgt, con tutte le cautele del caso, si ottiene, per nocciole con una resa del 45%, una forbice che oscilla fra i 10,50 e gli 11,50 euro per ciascun punto resa».

A fare la differenza, al di là delle ipotesi, saranno avariato e cimiciato nelle partite conferite. Al momento Ascopiemonte ha ritirato circa tremila quintali di prodotto, raccolto prima dei temporali della seconda metà di agosto. Abbastanza per ricavare un quadro d’insieme della situazione produttiva. «Negli areali storici della coltura, l’Alta Langa, si sono raggiunti livelli discreti di produzione: il problema sarà portare a termine la raccolta. Alessandrino, Astigiano, Albese e pianura vivono un’annata con volumi ben al disotto delle medie storiche: 2-3 quintali per ettaro nelle situazioni peggiori». Un secondo distinguo è legato ai trattamenti fitosanitari: «Laddove si sono svolti interventi regolari contro cimice e patologie fungine la qualità delle nocciole è decisamente migliore» conclude Cazzuli.

Tonda gentile, prezzo alto ma non basta a coprire i costi - Ultima modifica: 2025-09-01T14:24:07+02:00 da Simone Martarello

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