La Dop economy italiana continua a rafforzarsi e chiude il 2024 con un valore alla produzione di 20,7 miliardi di euro, +3,5% sul 2023 e +25% sul 2020. È quanto emerge dal XXIII Rapporto Ismea–Qualivita, presentato a Roma. Il sistema delle Indicazioni geografiche pesa oggi per il 19% del fatturato agroalimentare nazionale, confermandosi uno dei pilastri strategici del settore.
A trainare la crescita è soprattutto il comparto food Dop Igp Stg, che supera 9,6 miliardi con un incremento del 7,7%, mentre il valore del vino Ig si mantiene stabile a quota 11 miliardi dopo la frenata del 2023. Per la prima volta l’analisi include anche il segmento delle bevande spiritose a Ig.
Secondo il rapporto, i primi tre prodotti per valore alla produzione 2024 sono il Grana Padano Dop (circa 2,2 miliardi di euro, +23% sul 2023), il Parmigiano Reggiano Dop (1,7 miliardi) e il Prosciutto di Parma Dop, che si attesta attorno agli 860 milioni pur segnando una lieve flessione. Sul fronte vinicolo, la prima denominazione resta il Prosecco Dop, con un valore vicino ai 950 milioni di euro.
Dop economy, export sopra 12 miliardi: doppio record per food e wine
L’export complessivo dei prodotti Dop Igp tocca i 12,3 miliardi di euro, +8,2% sul 2023 e +24% sul 2020, grazie al “doppio record” del settore cibo (per la prima volta sopra i 5 miliardi) e del settore vino (prima volta oltre 7 miliardi).
Complessivamente, per cibo e vino, la crescita è diffusa sia nell’Ue (+5,9%) sia soprattutto nei Paesi extra-Ue (+10,4%), con gli Stati Uniti che restano il primo mercato (22% del totale). Nonostante ciò, quasi metà delle filiere segnala effetti negativi dai dazi Usa, spingendo il 61% dei Consorzi ad attivare strategie di diversificazione.
Dop economy, filiera produttiva: meno operatori, più occupazione
Gli operatori Dop Igp scendono a 183.823 (-5,6%) ma il settore genera 864.441 occupati, in aumento dell'1,6%. L’inedita analisi condotta da Istat conferma un sistema produttivo dinamico, guidato da imprenditori mediamente più giovani, più formati e più propensi all’innovazione rispetto alle imprese agricole tradizionali.
La produttività standard delle aziende Ig risulta oltre tre volte superiore alla media delle imprese agricole italiane, grazie a maggiore specializzazione, formazione e propensione all’innovazione.
La rete della qualità certificata vede oggi 328 Consorzi di tutela attivi sul territorio.
Mappe di valore: Nord-Ovest in volata, Centro ancora debole
Nel 2024 due province su tre registrano valori Ig in crescita. Le performance territoriali mostrano andamenti molto differenziati. Il Nord-Est rimane il baricentro della Dop economy con 11,24 miliardi. Veneto vicino ai 5 miliardi; Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia ancora in crescita. Il Nord-Ovest è l’ area migliore dell’anno con un +7,1%. La Lombardia guida il recupero con 2,9 miliardi e +13,1%, quarto anno consecutivo di aumento.
Bene anche Sud e Isole: +3,4% grazie a Puglia (+12,2%), Calabria (+8,2%), Sicilia (+4%) e Campania (+3,1%). Centro ancora in frenata (-0,9%), nonostante i lievi segnali di Toscana (+0,5%) e Umbria (+3,4%).
Cibo Dop Igp: boom oli di oliva, pasta e formaggi
Il comparto food da solo vale 9,64 miliardi. Spiccano le crescite: di oli di oliva +46,9%; paste alimentari +11%; formaggi +10,5%; aceti balsamici +7,9%; ortofrutta +6%.
L’export raggiunge 5,15 miliardi, +12,7% sul 2023 e quasi raddoppiato dal 2014 (+91%).
Vino Dop Igp: valore stabile e nuovo massimo nell’export
Dopo la flessione del 2023 il vino Ig torna in equilibrio. Il valore dell’imbottigliato raggiunge 11,04 miliardi, con andamenti differenziati tra denominazioni e territori (9 regioni su 20 in positivo). L’export tocca il massimo storico di 7,19 miliardi (+5,2%). Il rapporto conferma tuttavia una fase di polarizzazione tra grandi Dop trainanti e denominazioni con volumi in calo.
Gdo: consumi Ig ancora in crescita
Nel retail moderno la spesa per prodotti Dop Igp raggiunge 6,2 miliardi (+1,1%). I discount sono il canale più dinamico (+1,9%) mentre il Sud è l’area più in crescita (+4,7%). Nei primi nove mesi del 2025 la domanda continua a espandersi (+1%).
Dop economy come infrastruttura strategica per competitività
La Dop economy è un'infrastruttura strategica per competitività, territorio e identità produttiva. A sostenerlo, il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida che ha sottolineato il ruolo strategico delle Ig come presidio di autenticità e valore per filiere e comunità locali: «Le Indicazioni geografiche sono un modello che genera qualità, reddito e tutela dei territori. Continueremo a difendere questo sistema in ogni contesto».
Il presidente della Fondazione Qualivita Cesare Mazzetti ha richiamato la necessità di una razionalizzazione delle politiche di promozione e del coordinamento tra comparti: «Le Ig sono una politica di successo. Servono ora integrazione tra comparti e una strategia nazionale di promozione della qualità più coerente, oggi basata su molti riconoscimenti, anche regionali, spesso sovrapposti».
Felice Assenza, capo del Dipartimento Icqrf, ha spiegato come l’Ispettorato garantisca la tutela di queste produzioni attraverso i controlli sugli organismi di certificazione, le ispezioni territoriali e le analisi di laboratorio. L’attività si estende anche a livello europeo con la pratica ex officio, per contrastare imitazioni ed evocazioni delle indicazioni geografiche. Sul piano internazionale, l’Istituto collabora con i Paesi terzi per prevenire contraffazioni e frodi.
A chiudere il quadro, il presidente Ismea Livio Proietti che ha evidenziato il contributo economico crescente e la funzione strutturale delle Ig nel sistema agroalimentare: «Le Ig creano valore diffuso e competitività. I risultati principali che emergono da questo rapporto sono due: superiamo finalmente i 20 miliardi di valore complessivo e i 12 miliardi di esportazioni. Un dato particolarmente significativo perché realizzato nel 2024, anno della tempesta perfetta tra dazi, guerre e instabilità anche dei cambi del dollaro. Questo conferma la solidità del modello Ig, rafforzato anche dalla recente riforma europea».












