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Vecchie regole, nuovi
tagli. In attesa dei regolamenti
definitivi
sulla riforma Pac, a Bruxelles
è stato raggiunto l’accordo politico
sul bilancio preventivo
per il 2014.
Le Istituzioni comunitarie
hanno trovato anche l’intesa
sull’ammontare dell’integrazione
per l’esercizio finanziario di
quest’anno che, sostanzialmente
a causa della contrazione delle
entrate determinate dai dazi
doganali, si è resa necessaria
per scongiurare il blocco di alcuni
pagamenti a partire già
dal mese in corso.
Insomma, si è chiusa positivamente
una prolungata contrapposizione
tra Parlamento
europeo e Consiglio sulle questioni
finanziarie. E, di conseguenza,
nelle prossime settimane
potrà essere dato il via libera
definitivo al quadro finanziario
dell’Unione 2014-2020
che assicura, tra l’altro, il finanziamento
della nuova Pac.
Per l’intero periodo, è prevista
una spesa di 373 miliardi di
euro, di cui 278 per i pagamenti
diretti e la gestione dei mercati,
mentre la parte restante
andrà al finanziamento dei programmi
per lo sviluppo rurale.
Sciolti i nodi di bilancio,
c’è già da registrare un’altra
polemica istituzionale che riguarda
l’applicazione della
nuova Pac.
Secondo un ampio numero
di rappresentanti in seno al Comitato
speciale agricoltura,
che riunisce i delegati delle amministrazioni
nazionali, le bozze
degli atti delegati della
Commissione messi a punto
per regolare gli aspetti tecnici,
contengono in effetti disposizioni
in contrasto con i contenuti
dell’accordo politico sulla
riforma agricola. Di conseguenza,
è stata richiesta con
urgenza una revisione dei testi.
Al centro delle contestazioni,
in particolare, le condizioni
eccessivamente restrittive proposte
dai servizi della Commissione
europea per l’accesso
agli aiuti specifici previsti per i
giovani agricoltori.
In alcuni Stati membri, è il
caso di Belgio, Francia e Paesi
Bassi, l’erogazione dell’aiuto
risulterebbe fortemente limitata.
Inoltre, dovrebbe essere applicata
una riduzione forfettaria
sui sostegni a favore dell’agricoltura
biologica, per evitare
– come indicato dai servizi
dell’esecutivo di Bruxelles –
un doppio finanziamento. Ma i
rappresentati degli Stati membri
hanno obiettato che, a livello
di ministri, il correttivo era
stato previsto solo per alcune
pratiche riconosciute come
equivalenti ai fini degli obblighi
fissati per la componente
ecologica (il greening) dei pagamenti
diretti.
Un portavoce della Commissione
ha riconosciuto l’esistenza
di contrasti con gli Stati
membri, ma ha tentato di calmare
le acque. «Abbiamo preso
buona nota delle questioni
sollevate. Siamo in una fase di
intense discussioni ed è normale,
quindi, la richiesta di chiarimenti
e aggiustamenti. L’importante
è che il dialogo prosegua
in modo costruttivo».
Resta da vedere se e come
verranno rivisti i testi contestati
in seno al Comitato speciale
agricoltura. Se la spaccatura
non sarà ricomposta a breve,
la questione potrebbe tornare
sul tavolo del Consiglio dei ministri
Ue.