L’autunno è un periodo pericoloso per le infezioni da Pseudomonas syringae pv actinidiae (PSA), a causa delle condizioni climatiche che normalmente al Nord decorrono particolarmente umide. Proprio in questo periodo si può ancora intervenire efficacemente sull’actinidieto per ridurre il rischio infettivo. Il periodo compreso tra raccolta frutti e caduta foglie, fino al momento della potatura, costituisce una fase che dal punto di vista epidemiologico è importante per l’instaurarsi della malattia. In genere ogni ferita sulla pianta rappresenta una via di penetrazione dei batteri nei tessuti vegetali, all’interno dei quali possono sopravvivere fino alla ripresa della stagione successiva. E in questo lasso di tempo gli eventi che possono essere rischiosi per le infezioni sono numerosi: dalle cicatrici di raccolta dei frutti a quelle procurate in seguito alla caduta foglie, fino alla potatura e alle gelate. Gli effetti di queste ultime possono essere accentuati dalla presenza di batteri criogeni come P. syringae pv. syringae e P. viridiflava, che possono favorire l’insediamento di PSA, determinando un ulteriore degradazione del tessuto vegetale. Gli interventi e le operazioni che vengono consigliate hanno come obbiettivo quello di ridurre il livello di inoculo batterico nell’impianto e a proteggere dall’ingresso dei batteri le ferite che inevitabilmente vengono provocate sulle piante nel corso dell’intera stagione vegetativa. Pertanto: - Alla raccolta dei frutti si raccomanda di monitorare costantemente il proprio actinidieto alla ricerca di sintomi sospetti di batteriosi e di eliminare tempestivamente gli organi colpiti e, nei casi estremi, la pianta intera. Il materiale di risulta deve essere portato fuori dall’actinidieto e bruciato. Negli impianti colpiti, in corrispondenza delle piante colpite e che si deve avere avuto l’accortezza di segnare durante la stagione vegetativa, è consigliabile anche asportare ed eliminare i tralci asintomatici. All’interno di questi infatti potrebbe ancora essere presente il batterio. Leggi l'articolo completo su Terra e Vita 42/2015 L’Edicola di Terra e Vita
Actinidia, ridurre il rischio batteriosi
L’occhio del fitopatologo - nord