L’estensivizzazione della coltivazione dei terreni, fenomeno purtroppo crescente in alcune aree meridionali, sta agevolando l’incremento numerico dei roditori, tra cui le arvicole. Le infestazioni delle arvicole costituiscono un problema non solo nelle colture con organi carnosi di cui sono ghiotte, come il carciofo e il finocchio, ma anche in frutteti (agrumeti, impianti di drupacee e persino oliveti) nei quali erodono la corteccia del colletto soprattutto nei periodi invernali, spinte dalla mancanza di alimenti più appetibili.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
ABBONATI e ACCEDI all’edicola digitale
La non lavorazione, l’abbandono di terreni agricoli e le bordure non gestite di fossi e scoline contribuiscono a creare un ambiente favorevole a questi piccoli roditori che vivono prevalentemente in ambienti ipogei e si spostano scavando gallerie.
Rosure sotterranee e sintomi spesso confusi
Il carciofo è particolarmente appetito dalle arvicole che nelle prime fasi delle infestazioni sono difficilmente osservabili poiché vivono prevalentemente nelle loro gallerie e hanno abitudini notturne. I sintomi esterni indotti sui carciofi, inoltre, possono essere confusi con problemi parassitari, come marciumi dell’apparato radicale o attacchi di verticilliosi.
Tipici topini selvatici
La lotta alle arvicole non è facile e richiede una certa conoscenza delle loro abitudini. La specie che più comunemente crea danni alle colture è la “arvicola del Savi” (Microtus savii), presente in tutta l’Italia meridionale tranne che in Sardegna. Meno frequenti, ma sempre possibili, sono gli attacchi di Apodemus sylvaticus comunemente detto “topo selvatico”.
Contrastare le invasioni
Per combattere le arvicole occorre innanzi tutto distruggere le loro tane e i cunicoli nei quali si muovono, aumentando la frequenza delle lavorazioni del terreno ed evitando l’inerbimento delle colture arboree.
Per contrastare “l’invasione” dei campi può essere utile realizzare lungo il perimetro dei fossati abbastanza profondi o vere barriere fisiche, quali reti metalliche a maglia fitta o lamiere.
Esche già pronte
La lotta diretta è basata sull’uso di esche avvelenate con bromadiolone (unico principio attivo ammesso in Italia che ha sostituito il clorofacinone, non più in commercio da anni) da distribuire agli sbocchi delle gallerie. Esistono però forti limitazioni all’uso di questa sostanza. La normativa prevede, infatti, che il bromadiolone venga utilizzato solo sotto forma di esche già pronte, con una concentrazione della sostanza attiva non superiore a 50 mg/kg, e per l’impiego esclusivo da parte di utilizzatori professionali. Pertanto, per quel che risulta, non esistono attualmente prodotti a base di bromadiolone registrati specificamente per l’uso “fitosanitario”.
Roditori adatti alla vita ipogea
Le arvicole sono della famiglia dei roditori ma si distinguono dai topi per un maggiore adattamento alla vita ipogea. Le dimensioni sono più piccole di quelle di un ratto, la coda è ricoperta di peli, le orecchie sono poco evidenti e gli arti, di ridotte dimensioni, sono più adatti a scavare.
Questi animaletti si muovono nel terreno creando una rete di cunicoli che collegano camere di deposito del cibo e nidi. Gli sbocchi delle gallerie sono fori compatti del diametro di 3-4 centimetri che non presentano al loro fianco cumuletti di scavo.
Le arvicole si cibano principalmente di granaglie o delle parti ipogee di erbe ma non disdegnano la corteccia degli alberi. Le ceppaie dei carciofi sono facilmente attaccate dalle arvicole che, alimentandosene dall’interno, possono completamente svuotarle.
Le arvicole sono animali molto prolifici. Se trovano buone condizioni ambientali, possono avere forti aumenti di popolazione in poco tempo nonostante siano attivamente predati da uccelli rapaci, serpenti e piccoli mustelidi.
Sono davvero preoccupato, anch’io sono stato invaso dalle arvicole. Il mio terreno di 2500 metri quadri ha evidenza di questo; tanti buchi ovunque, e la causa della perdita di almeno una dozzina di alberelli di pesco che quando li ho dissotterati mancavano le radici. Vorrei ripiantare i peschi, pero ho paura di perderli, vorrei eliminare il problema delle arvicole prima.
Ciao Aldo, mi ritrovo nella stessa situazione , 100 alberi tra olivi e frutteto, volevo sapere come ha risolto l’invasione. Ancora non ho perso nessun albero ma vedo che la situazione sta degenerando giorno dopo giorno e penso che se non riesco a risolvere nei prossimi 15 giorni dovrò chiamare una ditta specializzata…