Castagno, il Mal dell’inchiostro preoccupa quanto il cinipide

Caratteristico imbrunimento “a fiamma” sottocorticale risalente dal colletto
Un antico avversario che sta ricomparendo in modo preoccupante. Il Mal dell'inchiostro è una malattia fungina che può causare la morte della pianta. Le strategie di contenimento da attuare

Se è vero che le nuove emergenze fitosanitarie del castagno sono rappresentate dal cinipide, pericoloso insetto galligeno ormai diffuso su tutto il territorio italiano, e dal marciume bruno del frutto, che gravi problemi sta causando in fase di post-raccolta ai frutti, il Mal dell’inchiostro del castagno sta ricomparendo in modo preoccupante.

I cambiamenti climatici, associati a fattori ecologici e ambientali, infatti, sembrano favorire una ripresa di questa malattia.

Le malattie del castagneto

La lotta biologica nei confronti del cinipide del castagno per mezzo del parassitoide Torymus sinensis, liberato con lanci nell’ambito del Progetto del Mipaaf “Bioinfocast”, ha consentito di abbassare significativamente la popolazione di tale parassita; tuttavia, nel sistema castagneto si segnalano locali recrudescenze di malattie ampiamente note, come il Mal dell’inchiostro (agente causale Phytophthora spp.) e il cancro corticale (agente causale Cryphonectria parasitica).

Purtroppo la diffusione del cinipide nell’ultimo decennio, ha distolto l’attenzione verso queste due patologie che storicamente hanno rappresentato il problema fitosanitario principale dei castagneti. Inoltre, bisogna porre attenzione alla possibile introduzione di specie aliene dall’America e dall’Estremo Oriente (solo di artropodi ne sono state segnalate oltre 150 specie), soprattutto quelle a comportamento spermo-carpofago che possono essere trasportate facilmente con il commercio dei frutti.

Analogamente possiamo dire che un grosso pericolo è rappresentato anche dalla introduzione di nuovi patogeni esotici attraverso il commercio di piante vive, materiali di propagazione o prodotti semilavorati.

Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

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La forte perturbazione dell’ecosistema castanicolo ha favorito la recrudescenza di “vecchie” malattie quali il cancro corticale e marciume del frutto, mentre i cambiamenti climatici hanno favorito l’insediamento e la diffusione di Phytophthora cinnamomi, specie più termofila e più aggressiva della P. cambivora.

Una fitoftora indigesta

Il Mal dell’inchiostro, malattia causata dal fungo oomicete P. cambivora e, più recentemente associata anche a P. cinnamomi, è la più pericolosa poiché è l’unica che può determinare la morte della pianta.

Il fungo, infatti, attacca l’apparato radicale e, dalla comparsa dei primi sintomi (chioma diradata, foglie piccole ed ingiallite, ricci che rimangono attaccati nella parte alta della pianta), la pianta muore nel giro di pochi anni. La presenza del fungo è confermata da un classico imbrunimento a fiamma al di sotto della corteccia che testimonia l’avvenuta colonizzazione del cambio da parte del fungo e l’uccisione dei tessuti cambiali.

Spesso compare anche l’emissione di un essudato nerastro che ha dato il nome alla malattia. La malattia si diffonde per mezzo dell’acqua, indispensabile per la diffusione delle zoospore responsabili delle infezioni di radici fine. Non si limita a zone regolarmente sommerse ma può diffondersi anche a piante su pendii o crinali espandendosi a macchia nel bosco.

Periodi siccitosi, che indeboliscono le piante e riducono la vitalità della microflora edafica, alternati a precipitazioni abbondanti e temperature invernali elevate che favoriscono la sopravvivenza del patogeno, sono tutti fattori che si stanno ripetendo negli ultimi anni e che sono la causa della ricomparsa su larga scala della malattia.

Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

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Strategie di contenimento

Il contesto naturale di coltivazione del castagno impongono strategie di contenimento della malattia di ordine agronomico. Occorre mantenere una buona vitalità del suolo e della pianta per contrastare l’avanzata della malattia. Un equilibrato apporto di concimi organici con microelementi, migliorando la struttura del suolo, pare consenta il recupero di piante con sintomi iniziali della malattia e la conseguente ripresa produttiva.

In caso di malattia in atto è essenziale la regimazione delle acque ed evitare di trasportare l’inoculo con mezzi agricoli in aree indenni. Ricordiamo che anche l’uomo o gli animali (ad es. gli ungulati) possono rappesentare passivi mezzi di diffusione della malattia quando attraversano i castagneti.

Inoltre è essenziale eliminare il più possibile le radici delle piante morte a causa della malattia.

Nei rinfoltimenti o in nuovi impianti bisogna prestare particolare attenzione alle piantine utilizzando materiale vivaistico certificato; nei vivai le piantine possono essere attaccate dalla più pericolosa P. cinnamomi.

Castagno, il Mal dell’inchiostro preoccupa quanto il cinipide - Ultima modifica: 2021-11-01T17:36:52+01:00 da K4

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