Deperimento del bosso, i molti danni del nuovo patogeno

malattie bosso
Siepe di bosso colpita da Cylindrocladium buxicola 
Cylindrocladium buxicola, un fungo ascosmicete arrivato in Italia dal Regno Unito causa estesi disseccamenti sul bosso ed è solo l'ultimo microrganismo alieno diffuso dal climate change e da poco accorti scambi commerciali di materiale vegetale

Il cambiamento climatico in atto e i continui scambi commerciali di materiale vegetale hanno come conseguenza l’introduzione nei nostri areali di fitofagi e microorganismi alieni invasivi (IAS) in grado di causare danni anche ingenti alle colture e al patrimonio boschivo e ornamentale.

Il bosso, negli ultimi 8 anni, è risultata fra le piante ornamentali quella maggiormente interessata da questo fenomeno. Oltre alla piralide, recentemente si è aggiunto Cylindrocladium buxicola, un fungo ascosmicete, arrivato dai bossi del Regno Unito nel 2008, che ha causato danni per la prima volta in Italia 2014 sfruttando le condizioni particolarmente umide della stagione. Si è poi ripresentato nel 2018 e 2019, confermandosi come un nuovo parassita fungino del bosso.

Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

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Attacca solo i tessuti verdi

Il fungo attacca esclusivamente i tessuti verdi e non ancora lignificati. Sulle giovani foglioline l’infezione si manifesta dapprima come piccole macchie bruno rossastre, che col tempo si allargano facendo assumere alla foglia una colorazione bronzea, per poi disseccare nel giro di una settimana e cadere al suolo. Sulla pagina inferiore della foglia, in presenza di elevata umidità relativa, si mostra visibile una caratteristica efflorescenza miceliare di colore biancastro.

L’infezione prende avvio con l’arrossamento e il conseguente disseccamento di qualche apice di germoglio. Sui giovani rami non ancora lignificati la malattia inizialmente compare sottoforma di striature longitudinali di colore bruno e col tempo causa il disseccamento della parte distale.

Con il progredire dell’infezioni, nei casi più gravi, la manifestazione si traduce in ampie zone di chioma che disseccano dopo qualche giorno in cui la pianta assume uno stentato rigoglio vegetativo. Non è infrequente trovare porzioni di chioma disseccate all’interno di porzioni invece assolutamente sane e rigogliose. La pianta tuttavia raramente muore in quanto in grado di rivegetare grazie alle gemme dormienti sottocorticali presenti nel legno vecchio della parte basale dei rami.

Le condizioni predisponenti

L’agente patogeno è in grado di sopravvivere anche 5-6 anni, come sclerozio, sulle foglie infette secche cadute a terra. In primavera, quando la temperatura si stabilizza con valori superiori a 18-20 °C, il fungo germina producendo le spore che andranno a infettare i giovani germogli suscettibili. Trascorso un periodo di incubazione di circa una settiman, il patogeno evade dai tessuti infetti producendo ulteriori spore che andranno a produrre più cicli di infezioni secondarie.

Le condizioni climatiche ottimali per le infezioni sono almeno 10-12 ore di bagnatura fogliare e temperatura superiore ai 20 °C. Tale condizione nei nostri areali viene raggiunta durante i temporali di fine primavera o estate oppure quando le piante vengono irrigate per aspersione durante le ore serali più fresche.

Contenimento della malattia del bosso

Un decorso epidemico così rapido della malattia suggerisce i metodi di contenimento devono essere principalmente preventivi mentre gli eventuali trattamenti fitoiatrici devono avvenire tempestivamente alla comparsa dei primissimi sintomi.

sintomo di deperimento su foglie di bosso
Sintomo iniziale di deperimento su giovani foglione di bosso. Col progredire dell’infezione queste assumono una colorazione bronzea e disseccano cadendo al suolo

Fra le misure preventive da adottare vi è in primis la riduzione delle concimazioni azotate che rendono la pianta più rigogliosa e maggiormente suscettibile agli attacchi del patogeno. Al contrario delle concimazioni fogliari con chelati di calcio, favorirebbero un ispessimento delle pareti cellulari delle foglie rendendole meno sensibili all’azione patogenetica del fungo. È altamente consigliabile evitare, per quanto possibile, le irrigazione per aspersione sulla chioma, soprattutto nelle ore serali.

Un’altra pratica in grado di ridurre il potenziale di inoculo del fungo è quella di raccogliere ed asportare dall’area interessata le foglie infette che sono cadute a terra e destinarle al compostaggio.

La difesa fitoiatrica può disporre di trattamenti preventivi a base di sali rameici, triazoli, captano, e la miscela fluiodxonil+cyprodinil che vanno applicati a metà primavera e a fine estate nei periodi piovosi.

Deperimento del bosso, i molti danni del nuovo patogeno - Ultima modifica: 2020-06-12T10:56:47+02:00 da K4

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