Con il termine “fitofagi secondari” intendiamo alcune specie di organismi (generalmente insetti o acari) comunemente presenti nei frutteti, che normalmente non arrecano danno alla coltura in quanto vengono controllati dalle normali strategie di difesa.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
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L’arrivo di nuove specie di origine esotica e i cambiamenti delle strategie di difesa, in alcuni casi possono creare condizioni adatte all’aumento delle popolazioni di alcune di queste specie che trovano condizioni favorevoli per moltiplicarsi e, in alcuni casi, per arrecare danno alle colture.
Una delle specie emergenti è l’Eriofide vescicoloso (Phytoptus pyri).
Segnalato in molte aree
Negli ultimi anni, infatti, sono progressivamente aumentate le segnalazioni di attacchi di questo minuscolo fitofago su piante di pero in diverse aree produttive del nord Italia. Questo eriofide è assai comune e ampiamente diffuso sul territorio italiano ma, di norma, non provoca danni di rilevanza economica in quanto le sue infestazioni sono poco frequenti e le deformazioni fogliari che provoca sono considerate dannose soprattutto sulle piante in allevamento. Sulle piante giovani gli attacchi di eriofidi possono provocare uno sviluppo non corretto delle piante fino, nei casi più gravi ad arrestarne completamente la crescita.
La novità è che le segnalazioni di danno, diffuse un po’ a macchia di leopardo, stanno arrivando da diverse aree produttive e non interessano esclusivamente piante giovani.
I danni sulle foglie
Phytoptus pyri provoca la formazione, soprattutto sulle foglie, di vescichette grandi alcuni millimetri e dalla consistenza spugnosa. I primi sintomi compaiono sulla pagina inferiore con lo sviluppo di piccoli rigonfiamenti di aspetto piatto e di colore verdastro. In seguito le bolle compaiono anche sulla pagina superiore e al centro di ognuna vi è un piccolo foro. Le vescicole perdono rapidamente il loro colore verdastro e divengono clorotiche ed infine necrotizzano, assumendo un colore bruno-nerastro.
Le foglie attaccate risultano deformate, assumono una consistenza rigida e vanno incontro a lacerazioni. Con forti infestazioni possono essere danneggiati anche i fiori e, di conseguenza, i frutti che possono andare incontro ad una cascola precoce. La presenza di attacchi di eriofidi si manifesta principalmente sulle foglie delle varietà più sensibili che sono William, Conference e Decana del Comizio.
L’Eriofide vescicoloso non è visibile ad occhio nudo (misura 0,2 mm) ha aspetto vermiforme, colore biancastro e sverna come adulto riparato sotto le perule più esterne delle gemme o nelle screpolature della corteccia delle piante di pero.
Compie due generazioni all’anno e, in genere, il danno viene causato dalla prima, attiva da metà aprile. In questo periodo gli eriofidi penetrano nei tessuti delle giovani foglie provocando un accrescimento ipertrofico dei medesimi con formazione delle tipiche galle mentre la seconda generazione è visibile sulle piante da inizio giugno ma generalmente non provoca danni di rilevanza economica.
Il ciclo biologico si conclude a metà estate quando le femmine tornano ai luoghi di svernamento.
La difesa
Nelle piante in allevamento spesso i problemi di eriofidi partono dal vivaio per cui è estremamente importante controllare la sanità del materiale di propagazione.
In campo una difesa specifica viene effettuata in caso di presenza o danno nell’anno precedente e deve essere realizzata precocemente, a gemma tigrata, impiegando olio bianco e zolfo. Questo intervento, di norma è sufficiente a controllare le infestazioni degli eriofidi.
L’eriofide rugginoso
Su pero sono presenti due specie di Eriofidi: oltre a P. pyri è presente anche l’Eriofide rugginoso (Epitrimerus pyri).
Questa specie sverna come femmine invernali raggruppate in piccole colonie ben nascoste nelle anfrattuosità della corteccia o alla base delle perule delle gemme. Quando le gemme schiudono gli Eriofidi si spostano sulle giovani foglie e sui mazzetti fiorali su cui si nutrono e depongono le loro uova.
Forti attacchi provocano la docciatura del lembo fogliare con una colorazione brunata della pagina inferiore mentre nei frutti provocano rugginosità anche intense localizzate in genere nell’area calicina. Nei casi più gravi i frutti possono deformarsi e cadere prematuramente.