La patata è esposta agli attacchi di una nutrita schiera di parassiti, soprattutto negli ambienti in cui la coltivazione è ripetuta ogni anno. Alcuni, come ad esempio gli elateridi, vivono prevalentemente nel terreno dove si alimentano dei tuberi e delle radici.
Gli elateridi sono Coleotteri appartenenti al genere Agriotes (A. litigiosus, A. lineatus, A. brevis, A. obscurus, ecc.) estremamente polifagi, pertanto risultano dannosi alla patata come pure a diverse colture erbacee cerealicole, foraggere, orticole ed industriali. Gli adulti sono lunghi circa 8-10 mm, hanno aspetto affusolato, di colore variabile dal grigio-rossastro al bruno scuro, frequentano preferibilmente i fiori delle ombrellifere nutrendosi del loro polline. Le larve sono di colore giallo-arancio, lunghe circa 15-20 mm provviste di un tegumento coriaceo (la forma allungata e il colore giustifica il nome di ferretti ed esse attribuito), vivono nel terreno e perforano i tuberi causandone il deprezzamento commerciale.
Nei suoli umidi
Il ciclo biologico degli elateridi è poliennale per cui è difficile identificare con precisione una forma svernante; tuttavia, considerando che completano il ciclo biologico nell’arco di 4-5 anni, è possibile che un anno svernino come adulti e per 3-4 anni come larve. Gli adulti svernanti compaiono a primavera avanzata e le femmine iniziano a deporre le uova nel terreno, preferibilmente umido e fresco, a partire da maggio. Le larve nascono dopo un ‘incubazione da 10 a 40 giorni in funzione delle condizioni ambientali; dapprima si nutrono di residui vegetali in decomposizione, poi a spese degli organi ipogei delle piante attaccate. Il grado di umidità del terreno costituisce condizione essenziale per la loro sopravvivenza, quindi le varietà tardive della solanacea, con ciclo colturale primaverile-estivo, sono quelle che subiscono gli attacchi più significativi per effetto dei continui apporti idrici e/o delle piogge estive.
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